COMICS TRIBUTE 39 – MARTIN MYSTÈRE

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Nell’aprile del 2012 Martin Mystère compì trent’anni, e fu degnamente festeggiato con l’albo n. 320 della collana e con la mostra espositiva che tanti lettori visitarono a Napoli, alla XIV edizione del Comicon.
In questo comics tribute, il primo di quell’anno (ed uno degli ultimi scritti da Scaringi), carlo, ci offrì una visone panoramica delle gesta del detective dell’impossibile.

Mario Benenati
03-08-2016


Trent’anni col detective dell’impossibile

di Carlo Scaringi

(riproposta. prima pubblicazione 13-05-2012)

ct_01_12_mm0320 : cover dell'albo Martin Mystère per i 30 anni

Alcuni indirizzi sono entrati ormai nella storia, come il n. 10 di Downing Street, da semore residenza del primo ministro inglese, o il n. 221-B di Baker Street, la strada londinese dove abita Sherlock Holmes (ma nella realtà la via non arriva nemmeno al n. 100). Oppure, varcando l’Atlantico, la 34^ Strada Ovest dove sorge la casa di arenaria di Nero Wolfe. Restando a New York, ecco un altro celebre indirizzo, il n. 3 di Washington Mews, l’alloggio di Martin Mystère. Qualche tempo fa vi abitava un professore che veniva spesso disturbato da turisti italiani che invece cercavano il professor Mystère. Forse è solo una leggenda metropolitana, che tuttavia testimonia della popolarità del celebre eroe dei fumetti di casa Bonelli.
Sono trent’anni ormai che gli albi di Martin Mystère raccontano a migliaia di lettori le avventure, spesso drammatiche, sempre coinvolgenti e soprattutto “mysteriose” di questo personaggio creato da Alfredo Castelli e apparso in edicola nell’aprile 1982 con un albo (“Gli Uomini in nero“) che introduceva subito nel complesso universo in cui avrebbe poi indagato il nostro professore. Ideando il suo eroe più famoso, Castelli gli ha dato anche una precisa identità, fissandone al 26 giugno 1942 la data di nascita (esattamente 5 anni dopo sarebbe nato lo stesso Castelli) e costruendogli un’identità credibile, con laurea ad Harvard, specializzazione in Europa, Italia compresa, e un presente di intenso lavoro, che lo vede impegnato in trasmissioni televisive, ricerche storiche e conferenze in ogni angolo del mondo, che spesso sono occasione per ulteriori indagini sui tanti mysteri che il nostro pianeta e le tante civiltà, passate o presenti, ancora nascondono.

In trent’anni di storie, Martin Mystère – che se fosse umano oggi avrebbe 70 anni e meriterebbe in pieno l’appellativo che gli dà sempre Castelli, il Buon Vecchio Zio Marty – ha compiuto più volte il giro del mondo, quasi sempre insieme a Java, singolare uomo di Neanderthal, che si esprime con grugniti (che Martin capisce benissimo) e che spesso è un prezioso aiuto per cavare dai pasticci il suo amico. Raramente alla coppia si accompagna Diana, all’inizio discreta fidanzata del professore, ma  – come verrà svelato nell’albo del ventennale – da tempo segretamente sposata con Martin. I tre formano un terzetto inseparabile e, al di là del lato avventuroso, offrono singolari momenti di distensione in quelle storie che, inutile negarlo, risultano talvolta un po’ prolisse e magari anche didascaliche, con quel continuo insistere sul passato, diciamo anche archeologico, del nostro mondo. A differenza di altri fumetti, quelli di Martin Mystère divertono e istruiscono. I suoi lettori, per esempio, hanno scoperto che Atlantide e Mu erano due continenti tecnologicamente avanzati, poi spariti perchè inghiottiti dall’Atlantico e dal Pacifico. Hanno imparato, per esempio, che il complesso megalitico di Stonehenge poteva essere stato un osservatorio astronomico, e che invece resta ancora mysteriosa l’origine dei cerchi di Nazca nel Perù, visibili solo dall’aereo. Si potrebbe continuare all’infinito, perchè tanti sono i mysteri o gli interrogativi cui il BVZM ha tentato di dare una plausibile risposta. Come infiniti sono i personaggi storici, e non solo, al centro delle sue indagini. Sono così tanti che sfogliando gli albi finora usciti (quello del trentennale, 230 pagine in edicola da metà aprile 2012, recava il numero 320) si potrebbe mettere insieme una piccola enciclopedia, in cui curiosità e situazioni improbabili si mescolano con Einstein, Caravaggio, Cagliostro, i bronzi di Riace, i dinosauri, le antiche cattedrali italiane, come quella di san Galgano nel Senese dove c’è forse la vera spada nella roccia, o quella di San Nicola a Bari, dove molte tradizioni natalizie sono nate, e così via. In questo caleidoscopio di fatti e personaggi, ricreati da molti bravi disegnatori, da Palumbo a Ongaro, da Freghieri a Casertano, dai fratelli Esposito De Vescovi, a Roi, ecc. compaiono anche vari comprimari che periodicamente ritornano. Citiamo solo la svampita Angie, spogliarellista fallita con ambizioni cinematografiche, e gli Uomini in nero, da cui tutto ha avuto inizio. Dopo la loro apparizione nel primo albo, disegnato da Giancarlo Alessandrini, autore anche degli albi decennali (e di tanti altri) , gli Uomini in nero sono riapparsi nel n. 319, impegnati nella loro anacronistica missione di cancellare ogni traccia di progresso sul nostro pianeta. Ma, come tutti i nemici del nostro eroe, finora hanno collezionato solo sconfitte.

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