In anticipo di qualche mese celebriamo anche noi di Fumettomania l’ottantacinquesimo compleanno di Dick Tracy, uno dei fumetti polizieschi, più longevi e più conoscuti negli USA, che in Italia ha avuto anche un suo momento di gloria negli anni ’60 e ’70, del secolo scorso, grazie alla sua pubblicazione su numerose riviste, tra cui Il Mago, Eureka e Linus..
L’ultimo volume italiano è stato quello de I Classici del fumetto di Repubblica del 09/04/2004, l’ultimo della collana.
Ultimora: la casa Editrice Cosmo pubblicherà un volume di Dick Tracy, iniziando dalle strisce dall’ottobre 1931 al maggio 1933, e sarà il primo di una collana che attualmente è in pubblicazione negli USA dalla IDW Pubblishing (fonte Fumo di china n. 251, pagina 11, nell’interessante articolo di Carlo Coratelli).
In attesa di questo volume, Buon compleanno Dick Tracy!
Mario Benenati
18-07-2016
Dick Tracy, ottantacinque anni contro i criminali
di Carlo Scaringi
(riproposta. prima pubblicazione 11-10-2011)
Nel marzo 1931 il tribunale di Chicago incriminò Al Capone – il nemico pubblico numero uno – solo per evasione fiscale e, qualche mese dopo, la sentenza (11 anni di carcere) venne emessa quasi in coincidenza con l’apparizione, sul Chicago Tribune, di un fumetto che aveva, e ha, per protagonista Dick Tracy, il primo poliziotto di una serie ormai infinita. Forse fu solo un caso, ma quelli erano giorni in cui regnava fra i cittadini la sfiducia nella legge e nell’onestà delle forze dell’ordine. Erano i giorni del proibizionismo, della grande depressione, della povertà e della disoccupazione. Roosevelt e il suo “new deal” non erano ancora alle porte, ma dietro l’angolo c’erano già Chester Gould e Dick Tracy. Non erano soli perché il mondo della cultura si mobilitò – come avrebbe fatto negli anni della guerra – in difesa degli States con i romanzi di Dashiell Hammett (e non solo) e i film gangsteristici, che denunciavano la violenza diffusa e le complicità della politica.
Con quattro vignette al giorno – una piccola striscia rapidamente diffusa su decine di quotidiani – il disegnatore e il suo eroe di carta offrivano alla sfiduciata opinione pubblica “pillole” ricostituenti, piccole iniezioni di fiducia e di speranza. Dick Tracy al suo apparire, ma anche dopo, non era bello, col volto grifagno, un po’ sgraziato, spigoloso, mascella squadrata e un atteggiamento goffo. Ma aveva già le idee chiare, perché era entrato nella polizia per vendicare il padre della sua fidanzata, ucciso dai banditi. Il nome – secco e incisivo quasi come un cazzotto o uno sparo di pistola – lo ha forse aiutato a diventare celebre, ma il merito principale di un successo pluridecennale è di Chester Gould, della sua abilità di inventare e disegnare storie – spesso lunghe decine di strisce, addirittura qualche mese – ma ricche di situazioni inattese, di personaggi indimenticabili, soprattutto quelli cattivi, che formano quasi una singolare galleria degli orrori, individui spietati, cinici e sadici, che spesso mostrano, nel corpo o nel volto, i segni della loro malvagità. Chester Gould sembra quasi divertirsi a tratteggiare in modo negativo i connotati dei nemici del suo eroe, con uno stile grafico, un disegno scarno ed essenziale, nervoso e preciso.
Come tutte le storie poliziesche, anche queste sono spesso impregnate di sangue e sparatorie, di cadaveri e di rapine, anche rocambolesche. Ma il tutto viene sottolineato con estrema efficacia e ironico ammonimento da un disegno grottesco, espressionistico a tratti, e spesso caricaturale.
Per quanto sempre impegnato a giocare con la morte, Dick Tracy ama la vita e Chester Gould anche in questo caso ha saputo centellinare il cammino sentimentale del nostro eroe. Nel 1932 adotta un bambino, Junior, che una volta cresciuto lo aiuterà nelle indagini. Nel 1949 – dopo un fidanzamento quasi ventennale –sposa Tess, e due anni dopo sarà padre felice di una bambina, Bonny Treccina. Nel 1964 infine, in piena era spaziale, Junior sposa Moon Maid, la figlia del governatore della Luna, scesa sul nostro pianeta per creare buoni rapporti tra i lunatici e i terrestri. Ma la fantascienza, sia pure in altre forme, era già presente nelle storie di Dick Tracy, che, per esempio, si spostava con aggeggi avveniristici e usava il radiovideotelefono da polso in tempi in cui questi oggetti tecnologici erano nel mondo dei sogni.
Per saperne di più
Chester Gould – uno dei maestri del fumetto americano – è nato nel 1900 nell’Oklahoma ed è morto nel 1985 nell’Illinois. Avvocato mancato, con grande delusione dei genitori, si sarebbe invece laureato in economia e commercio, anche se ciò ha ben poco a spartire col disegno che lo attirava sin da ragazzo. Dopo un apprendistato sui giornali locali, con caricature sportive, cominciò a dedicarsi a storie poliziesche, forse sulla scia della violenza diffusa e della popolarità della narrativa gialla. Ha iniziato la serie di Dick Tracy l’11 ottobre 1931, dopo una tavola di prova apparsa la domenica precedente. Non ha più smesso fino al 1977, quando ha deciso di andare in pensione. La serie è stata continuata dallo scrittore Max Allen Collins e disegnata prima da Richard Fletcher e poi da Dick Locher.
A conferma della sua popolarità, Dick Tracy nel 1948 è stato messo in parodia da un altro grande autore, Al Capp – il padre della saga di Li’l Abner, il provincialotto ingenuo e furbo – che gli ha dato un nuovo nome, Fearless Fosdick, trasformandolo in un poliziotto pasticcione e incapace, protagonista della striscia preferita da Li’l Abner, forse perché entrambi strambi.
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