COMICS TRIBUTE 33 – ZAGOR

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Di Zagor si è scritto tanto negli ultimi anni, anche a sproposito; qualcuno aveva detto che la collana era meglio che chiudesse, che il personaggio è diventato troppo atipico per l’attuale mercato fumettistico, che vendeva poco, etc. A giugno del 2011, a dispetto di tutte quelle voci, “lo spirito con la scure” ha compiuto 50 anni; ed oggi nel 2016,  a 55 anni è più vivo che mai, tant’è che  anche noi in Sicilia abbiamo potuto ammirare una bella mostra su Zagor che si è svolta tra maggio e giugno all’Aeroporto di Catania.
Una grande storia, dunque, quella di Zagor, che ha unito tante generazioni di lettori, e che ha visto a lavoro ai testi ed ai disegni tanti artisti. Un grande applauso a tutti coloro che hanno dato il loro contributo a questo eroe di carta.
M.B.
16-07-2016

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I primi cinquant’anni di Zagor

di Carlo Scaringi

(riproposta. prima pubblicazione 15-06-2011)

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All’inizio degli anni Sessanta la fortunata stagione degli albetti a striscia stava lentamente declinando. Non c’erano più le motivazioni economiche (si utilizzavano spesso gli scarti della carta), né quelle morali (gli albi erano piccoli per poterli nascondere in tasca, sfuggendo ai rimproveri e alle perquisizioni di insegnanti e genitori), e si stava ormai affermando sia l’albo a libretto, sulla scia del classico Topolino (un formato che oggi tutti definiscono “bonelliano”) che il giornalino di 32 o più pagine, come i comics-books americani. Ma le edizioni Bonelli – che dai primi anni Quaranta erano sul mercato, con varie collane e sigle editoriali – vollero restare fedeli all’albo a striscia, quello di Tex e tanti altri eroi della Casa, per cui il nuovo personaggio debuttò il 15 giugno 1961 in un albo di 64 strisce, quindicinale, dal titolo già inquietante: “La foresta degli agguati”. Il protagonista era Zagor, un personaggio un po’ insolito nello scenario del western all’italiana, e non solo perché viveva in una zona immaginaria, tra Pennsylvania, Ohio e Virginia, distante migliaia di chilometri dal Texas o dall’Arizona del West classico, ma perché nel protagonista si mescolavano caratteristiche che potevano richiamare altri eroi dell’immaginario, da Tarzan (Zagor vola appeso alle liane e lancia urla e richiami come l’uomo-scimmia) a Mandrake (per il frequente ricorso a trucchi e magie, ricordo degli anni trascorsi in una compagnia di saltimbanchi), da Superman perchè in fondo, come tutti gli eroi di carta, è invincibile, a Phantom perché, come l’Uomo Mascherato, indossa un inconfondibile costume rosso e blu, con un’ aquila al posto della S. Zagor è nato dall’incontro tra Sergio Bonelli e Gallieno Ferri, una coppia di grandi autori del fumetto italiano che una dozzina di anni dopo avrebbe dato vita a Mister No. Ma dopo qualche numero Ferri abbandonò Mister No, proseguito per decenni da Roberto Diso, per legarsi al destino di Zagor, che disegna da mezzo secolo, seppure senza più il ritmo di una volta.

GLI AUTORI

Ferri ha firmato quasi tutte le copertine della collana mensile e decine di albi, compreso quello tutto a colori – in edicola dal 3 giugno – che celebra il cinquantenario. Bonelli invece, sempre più coinvolto negli impegni della casa editrice, ha in seguito dato spazio a un gruppo di ottimi sceneggiatori, da Mauro Boselli e Moreno Burattini (i migliori) a Maurizio Colombo, Marcello Toninelli, Ade Capone e altri ancora (senza dimenticare le sporadiche presenze di Castelli e Sclavi) che ne continuano con successo le avventure. Lo stesso è accaduto per i disegnatori, con Gallieno Ferri che è stato via via affiancato da Michele Pepe, Alessandro Chiarolla, Marco Torricelli, Franco Donatelli, Franco Bignotti, Francesco Gamba e molti altri, che hanno arricchito graficamente il personaggio e lo scenario, nel rispetto degli schemi originali.

Gli eroi dei fumetti sono destinati a rimanere immutabili nel tempo e nel ricordo dei lettori, e anche Zagor non è sfuggito a questa regola. Sappiamo poco del suo passato (si chiama Patrick, è figlio di Mike Wilding, un ufficiale americano forse colpevole di un ingiustificato massacro di indiani, che poi si vendicarono uccidendo la sua famiglia). Rimasto orfano viene accolto in una compagnia di guitti, dove apprende i segreti di una facile magia, che gli saranno utili in molti scontri con mostri e alieni vari, e s’incontra con Shyer, una bellissima sciamana che forse sa prevedere il futuro. Una volta cresciuto il giovane Wilding non insegue inutili vendette, ma cerca di stabilire un rapporto di reciproca fiducia tra bianchi e pellerossa. Per questo sarà spesso combattuto dai bianchi (fuorilegge, trafficanti, speculatori, ecc.) e sarà talvolta visto con sospetto dagli uomini rossi, non tutti disposti a convivere con i loro nemici. Le storie di Zagor – che gli indiani chiamano Za-gor-te-nay, ovvero lo Spirito con la scure, per la facilità con cui usa un tomawahk di pietra – ricordano quelle del West classico, ma sono arricchite dalla presenza di numerosi personaggi, quasi sempre nemici ostinati che a volte ritornano, dando al lungo ciclo un andamento seriale, comune a tutte le storie dell’immaginario, anche quelle televisive. Ma negli albi di Zagor c’è sempre qualche sorpresa, soprattutto perché i suoi nemici hanno spesso doti e qualità imprevedibili, che insieme alla loro innata malvagità gli rendono la vita difficile.

GLI AVVERSARI

Tra i suoi avversari più pericolosi, e ricorrenti, ci sono il professor Hellingen, una sorta di scienziato pazzo, come il Virus del Topolino prebellico, il vampiro Bela Rakosi (forse un omaggio a un grande attore del muto e a un capo comunista dell’Ungheria staliniana), Ramath il Fachiro, Kandrax il Mago, l’Arciere Rosso e tanti altri, fatalmente sconfitti da Zagor. Ma ci sono anche molti amici, spesso un po’ bizzarri e non sempre utili, che arricchiscono e danno vivacità alle storie, da Bat Batterson che quasi anticipa le indagini di Sherlock Holmes, al barone La Plume, sfortunato inventore e pioniere del volo, da Digging Bill, cercatore di tesori inesistenti a Molti Occhi, il primo indiano con gli occhiali, da Smiling Joe, pescatore fallito, a Jim Guitar, in omaggio al celebre chitarrista, ecc. Ma il personaggio che non manca mai (ed è stato protagonista anche di molti numeri speciali) è Cico, simpatico messicano, più largo che alto, eternamente affamato, che spesso è più d’impaccio che di vero aiuto, ma che Zagor sopporta con grande divertimento dei lettori, perché Cico – abbreviazione del più lungo e forse nobiliare nome di Don Felipe y Cayetano Lopez y Gonzales, ecc. – è ormai un’istituzione e la foresta di Darkwood, mitico rifugio della coppia, senza di lui sarebbe desolata.

Per saperne di più

Con il cinquantenario di Zagor, celebrato con il primo numero di uno Zagor Gigante (“Il castello nel cielo”) che affianca quelli già dedicati a Tex, Dylan Dog e altri eroi della Casa, e l’albo a colori della collana mensile (“Lo scrigno di Manito”) si è aperta una lunga stagione di anniversari bonelliani tra il 2011 ed il 2012. LA metà giugno, infatti, si sono festeggiati (col solito albo a colori) i vent’anni di Nathan Never e di Legs Weaver, dalla vita più breve ma spesso presente nelle avventure dell’Agenzia Alfa, mentre all’inizio dell’autunno del 2011 Dylan Dog raggiunse i suoi primi 25 anni, ricordati in varie manifestazioni in molte località italiane. Questa stagione bonelliana si concluse nella primavera del 2012 con i 30 anni di Martin Mystère.

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