La collana di Cap. America (pubblicata dall’Editoriale Corno) è stata l’apripista delle mie letture Marvel, insieme a quelle dell’Uomo Ragno ed dei Fantastici quattro, nel lontano 1977.
Era il Cap. America ambientato nella seconda guerra mondiale, insieme agli Invasori, poi ho cominciato a comprare gli arretrati ed ho scoperto le sue origini nel n.ro 1, con quella copertina straordinaria di Jack Kirby che sprigionava potenza, azione, meraviglia.
Cap. America nei suoi 75 anni di vita editoriale ha incarnato le tante sfaccettature della cultura americana, con le sue contraddizioni e i suoi slanci eroici; ed ancora oggi Steve Rogers, continua ad essere un personaggio fresco ed interessante, all’interno dell’universo supereroico, compreso il nuovissimo universo MARVEL.
Buon Compleanno Capitan America!
M.B. (29-07-2016)
Le due vite di Capitan America
di Carlo Scaringi
(riproposta. prima pubblicazione 23-03-2011)
Capitan America – apparso sui comic-book nel marzo 1941 – è stato il primo eroe di carta che combatteva contro i nazisti già diversi mesi prima che i giapponesi distruggessero (7 dicembre 1941) mezza flotta americana a Pearl Harbour. Forse per questa ragione il personaggio creato da Joe Simon e disegnato da Jack Kirby è sempre stato considerato un simbolo dell’americanismo, del patriottismo e un po’ propagandistico. Ma al di là di questo – che qualcuno giudica quasi un vizio d’origine – la storia di Capitan America non si distacca molto da quella di altri supereroi che nel corso degli anni, soprattutto per merito di quello straordinario affabulatore che è Stan Lee, sono stati protagonisti di imprese straordinarie, non sempre in chiave militare o bellica. Capitan America ha compiuto 70 anni, vissuti in due periodi diversi. Il primo si è concluso praticamente con la fine del secondo conflitto mondiale quando il Barone Zemo – un nazista, suo tenace avversario al pari di Teschio Rosso – lo fece precipitare in mare insieme a Bucky, il fido compagno di tante imprese. Il ragazzo morì, mentre il Cap, come era familiarmente chiamato, finì ibernato in un blocco di ghiaccio in fondo al mare. Sarebbe ritornato in vita durante la nuova e gloriosa stagione dei supereroi creati da Stan Lee per la solita Marvel.
Nel 1964 lo sceneggiatore inviò il sottomarino dei Vendicatori nell’Atlantico per recuperare l’iceberg dentro cui viveva ibernato Capitan America. Le prime avventure videro il nostro eroe combattere accanto ai Vendicatori, poi Cap si conquistò l’onore di una propria collana e cominciò a vivere un’altra vita, disegnato ancora da Jack Kirby (e poi nel corso degli anni da altri grandi del fumetto americano, da Romita ai fratelli Buscema, da Steranko a Tuska). In questa seconda vita – che dura quasi da mezzo secolo – Capitan America ha vissuto ancora avventure belliche (anche nel Vietnam), ma è stato spesso protagonista di scontri contro i criminali, i razzisti, i prepotenti e altri poco di buono, mostrando un’umanità maggiore che nel passato. Nella nuova collana (in Italia proposta prima dalla Corno, poi dalla Star Comics e altri editori) Capitan America rivive spesso le vecchie avventure, “rilette” dagli autori: dalle sue origini, quando era solo Steve Rogers, un giovane mingherlino che voleva arruolarsi nell’Esercito e divenne poi un forte soldato con un costume a stelle e strisce come la bandiera, e un grosso scudo, alle sue imprese più memorabili contro Teschio Rosso, il nazista suo eterno nemico, che ritornerà a distanza di anni dopo essere scampato alla distruzione di Berlino, e così via. E’ quasi impossibile ricordare le imprese compiute dal Cap, spesso con Bucky, in giro per il mondo.
Se Wonder Woman (creata nello stesso 1941) riuscì insieme a Superman a sventare il rapimento di Albert Einstein da parte dei nazisti, Capitan America è finito nelle mani di un Ivan il terribile, usurpatore del regno della Siberia. Il Cap e Bucky vennero gettati nelle carceri del castello, insieme alla figlia del re spodestato, ma riusciranno a salvarsi e sconfiggere il dittatore, un attimo prima di svegliarsi, perchè quello era solo un sogno, o meglio un incubo vissuto dai due.
Come molti altri supereroi ideati da Stan Lee, anche Capitan America soffre di crisi di identità, fatica a inserirsi nella società postbellica, e sente un rimorso per la morte di Bucky. Ma tutto questo scompare quando deve affrontare qualche nemico, perchè in fondo Capitan America, come tutti i supereroi, è solo una macchina da guerra, creata forse per esorcizzare le guerre vere, che sono sempre dietro l’angolo.
Per saperne di più
Solo negli ultimi quindici anni la grande industria cinematografica ha scoperto il mondo dei supereroi, producendo pertanto una valanga di film, spesso “kolossal” spettacolari che ricreano, almeno in parte, le suggestioni dei fumetti. Il primo film dedicato a Capitan America risale al 1944 e ovviamente risente, anche nella trama, del clima di guerra del momento. Poi, tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta, vennero girati tre film (tra cui un serial televisivo) destinati per lo più al mercato delle videocassette, con trame e interpreti modesti. <<Ma ora i tempi sono maturi per un vero film, all’altezza, si spera, del fumetto. Interpretato da Chris Evans, dovrebbe uscire nel luglio 2011. Insieme al protagonista della saga ci saranno tutti gli altri personaggi, da Bucky al Teschio Rosso (interpretato da Hugo Weaving), ad alcune ragazze che fanno sempre la loro bella figura.>>, così scriveva Carlo nel 2011, e le sue speranze non sono rimaste deluse.
I film su Cap. America, specialmente il secondo “The winter solide”, ed il terzo “Civil War” sono stati molto belli ed interessanti, rispecchiando, in molte scene, i fumetti ed hanno fatto conoscere il Capitano a tanti giovanissimi.
Mario B.
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