Dopo Carlo Bisi, un’altro tuffo nel passato per ricordare un grande autore scomparso 20 anni fa, Bonvi. Le sue creature, le Sturmtruppen le ho conosciute a scuola, nei diari scolastici a loro dedicati, e poi nelle pagine degli albi e dei volumi a loro dedicati.
Questo pezzo di Carlo, è il seguito ideale degli articoli di Fabrizio Pani, Silvana Ghersetti e AntoniO Rubinetti, che sono stato publicati nell’ultimo numero cartaceo di Fumettomania (ottobre 2008). Immergiamoci, quindi, in questa interessante lettura.
M.B. (26-07-2016)
Bonvi 20 anni dopo: quelle simpatiche Sturmtruppen
di Carlo Scaringi
(riproposta. prima pubblicazione 10-12-2010)
Franco Bonvicini, meglio noto nel mondo delle nuvolette come Bonvi, se n’è andato nella notte tra il 9 e 10 dicembre del 1995, travolto da un auto alla periferia di Bologna. Se n’è andato e ha lasciato a imperitura memoria quella sorta di piccolo monumento di carta che sono le migliaia di strisce che ha dedicato agli anonimi soldatini in divisa nazista, protagonisti di una storia durata oltre 25 anni, dal Sessantotto al 1995.
Dice una leggenda metropolitana, ma molto attendibile, che le Sturmtruppen siano nate nella notte del 2 ottobre 1967 in un’osteria modenese dove il cantautore Francesco Guccini e il giovane disegnatore in cerca di fortuna (Bonvi era nato il 31 marzo 1941 a Modena, ma registrato anche all’anagrafe di Parma) si erano incontrati per passare una serata in allegria. Un’altra leggenda metropolitana dice invece che le Sturmtruppen siano scaturite dall’esperienza che Bonvi aveva fatto sotto le armi, quando – altra storia leggendaria – varcò il confine dell’allora Jugoslavia invadendo per qualche momento alcuni prati della Slovenia. Ma forse la verità è un’altra: nelle Sturmtruppen Bonvi ha preso come bersaglio il mondo dei militari, per condannare l’arroganza del potere, quel potere che tutti più o meno subiamo, prima a scuola con gli insegnanti, poi sul lavoro col capoufficio, magari anche in casa, e naturalemente sotto le armi dove c’è sempre un sergente arrogante che ti manda a pelar patate come un Marmittone qualunque, forse il vero antesignano delle Sturmtruppen. I soldatini e gli ufficiali delle Sturmtruppen indossano divise naziste, di un esercito ora sfocato nella memoria, ma che quarant’anni fa era visto ancora come un tangibile pericolo. Eppure, malgrado la divisa, le strisce di Bonvi hanno trasformato i nazisti in figure simpatiche, almeno quelli inviati al fronte, carne da macello come tutti i soldati di tutte le guerre. Bonvi ha cominciato a disegnare le Sturmtruppen nel clima del Sessantotto, uno spirito che si avverte in moltissime strisce.
Poi, col passar degli anni, l’aspetto comico ha preso il sopravvento su quello ironico e satirico, anche perché per essere venduta all’estero una striscia comica dev’essere soprattutto umoristica, senza troppe annotazioni di critica e di satira. Ma anche in questo caso, grazie all’inserimento di personaggi e situazioni ispirati alla realtà, Bonvi ha saputo raccontare e mettere in ridicolo la vita militare. Certo, adesso era lontano il periodo in cui proponeva, per esempio, una striscia – densa di riferimenti alla mitologia omerica e al pacifismo di un romanzo e di un film come All’ovest niente di nuovo – come quella un elmetto nazista rievoca il passato: i genitori che lo spingono a partire per la guerra (“Torna con lo scuden o sopra lo scuden… l’eroico figlio onora tutta la famiglia”), poi il professore a scuola (“Chi muore per la patria vissuto è assai”), infine l’esercito che “non scorda mai il nome dei suoi eroici caduten”. Solo nella quarta vignetta si scopre che sotto l’elmetto ci sono una croce e una targhetta: ”Soldaten ignoto”. Prevedibile, ma soprattutto drammaticamente amara, la conclusione del monologo: “Bella soddisfazione”. Mai forse la falsa retorica è stata demolita in modo così sintetico ed efficace. Questo era il Bonvi più vero: un disegnatore bravo, un autore completo ricco di fantasia, di inventiva, di umorismo e di polemica, ma anche uno spirito ostinatamente controcorrente, capace di scelte coraggiose, come quella di essere amico dei socialisti quando il PCI bolognese faceva di tutto per emarginarli, oppure di votare per un suo amico neofascista ma ”avversario di fiducia”, ovvero un candidato di Alleanza Nazionale, in polemica con una sinistra nella quale era cresciuto e in fondo era rimasto, con quella sua carica di dissacrante anarchia che ha riversato nelle sue strisce e nella sua vita.
Per saperne di più
Se il nome di Bonvi evoca fatalmente le Sturmtruppen, il disegnatore emiliano (dopo Modena e Parma sue città “natali”, è vissuto soprattutto a Bologna) ha creato un’infinita di altri personaggi. I più noti sono Nick Carter e Cattivik. Il primo, realizzato insieme a Guido De Maria per “Supergulp, fumetti in TV”, è una chiara satira del classico investigatore che si crede capace di risolvere tutti i misteri polizieschi. Il secondo, sviluppato in seguito da Guido Silvestri (il Silver di Lupo Alberto) e altri disegnatori, è invece una riuscita satira degli eroi negativi in “K” degli anni Settanta. Ma nel corso degli anni ha disegnato e narrato, spesso insieme a Francesco Guccini, avventure fantascientifiche (“Storie dello spazio profondo”) o dell’apocalisse atomica (“Cronache del dopobomba”). Potremmo citare altri lavori, realistici o umoristici, realizzati per la Sergio Bonelli Editore e altro ancora, ma preferiamo concludere ricordando il diario-agenda realizzato nel 1995 per l’Esercito Italiano, con strisce dedicate alle “italiken truppen”, senz’altro meno cattive e pasticcione delle Sturmtruppen.
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