COMICS TRIBUTE 24 – IL BRONX DEL 1930 SECONDO WILL EISNER

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Leggere e scrivere di Will Eisner non è mai abbastanza. Il genere Graphic novels e quello supereroistico hanno avuto un lascito non indifferente da questo grande autore della nona arte. Lo ricordiamo questo mese con un picccolo approfondimento sul Bronx, così come Eisner lo ha rappresentato nelle sue opere.

una delle tavole tratte dal graphic novel: Bronx 1930

In occasione della mostra”I love fumetti“, per i venticinque anni del CentroFumetto Andrea Pazienza, dell’ottobre 2013, ho avuto il piacere di scrivere la didascalia di una tavola originale di Will Eisner, eccola: << Will Eisner, con l’opera “Contratto con Dio” pubblicata nel 1978, è considerato (seppure con qualche riserva) l’inventore del Graphic Novel ovvero del Romanzo a Fumetti. Sopra  ammiriamo una tavola estratta da “Il Palazzo”, G.N. del 1987.
La pagina libera da vignette, i testi non più imprigionati nei balloon, ma parte integrante del racconto, e la grande cura dei personaggi, sono alcune caratteristiche delle opere mature di Eisner, tutte presenti in questa bellissima tavola.>>
M.B. (23-07-2016)

Il Bronx del 1930 secondo Will Eisner

di Carlo Scaringi

(riproposta. prima pubblicazione 20-11-2010)

ct24_un'altra delle tavole tratte dal graphic novel: Bronx 1930
ct24-10_un'altra tavola tratta dal graphic novel: Bronx 1930

Com’era il Bronx, popolare quartiere di New York, negli anni Trenta? Probabilmente molto più povero dell’attuale, meno ricco di rutilanti insegne al neon, ma sempre pieno di un’umanità composita e multietnica. Ieri come oggi. Un’immagine di quel mondo ormai lontano, ma non dimenticato, ci è stata offerta da Will Eisner – uno dei maggiori maestri del fumetto mondiale – che sul finire degli anni Settanta ha cominciato a fare quasi un analisi della piccola storia americana, quella che, dalla fine dell’Ottocento agli anni Cinquanta, hanno scritto milioni di uomini e donne approdati negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni razziali e soprattutto alla radicata miseria di molte zone dell’Europa orientale, e non solo.
Will Eisner nell’ultima fase della sua lunga vita, conclusasi all’età di 88 anni il 3 gennaio del 2005, ha disegnato molte graphic novels che più di ponderosi trattati di storia o di sociologia aiutano a comprendere meglio la vita delle classi più umili – del proletariato potremmo dire, se questo termine non fosse oggi in disuso – in una grande metropoli, forse accogliente ma anche piuttosto dura, come New York. Al Bronx 1930 – come si intitola il volume pubblicato nei primi anni Ottanta dall’Oasi Editoriale di un coraggioso editore fiorentino, Luciano La Spisa – sono dedicate quattro storie di Eisner, apparse per la prima volta in Italia sulle pagine di Eureka. La più nota è senz’altro “Contratto con Dio”, un amaro apologo che in qualche modo ricorda la vicenda del celebre avaro del Canto di Natale di Dickens, che avrebbe poi ispirato Carl Barks per il suo Paperone.

Il protagonista è Frimme Hersch, un trovatello ebreo che dalla lontana Russia zarista approderà nella mitica America. Tartassato dal destino si raccomanda a Dio, firmando anche un contratto. La ruota del destino girerà a suo favore, diverrà un capitalista, costruirà grattacieli intorno al numero 56 di Dropsie Avenue – una strada e un casamento dove Frimme ha iniziato il suo cammino – ma non sarà mai felice, malgrado la sua tardiva generosità. E’ una storia in fondo amara ma realistica, che Will Eisner narra con accenti poetici e con immagini aspre e angoscianti, dove la miseria degli uomini si alterna con l’arroganza dei potenti e dei grattacieli.
Negli altri racconti ci sono profondi squarci di umanità: si passa da un custode del casamento sadico e violento agli inquilini alle prese con i soliti problemi, anche meschini, di tutti i condomini, ci sono i giovani che sognano l’amore e i vecchi che sperano ancora in qualche giorno felice, insomma tutto quel microcosmo che spesso abbiamo vicino ma che forse non conosciamo affatto, scoprendolo, apprezzandolo oppure odiandolo solo in occasione di quegli eventi che ci mettono a diretto contatto con il nostro prossimo, quel prossimo di cui non ci accorgiamo mai. Un mondo che Will Eisner ha portato in primo piano, trasformandolo nell’arco delle poche tavole delle sue storie, in protagonista, artefice di un destino, ora felice ora triste, sempre realisticamente concreto, dando corpo tangibile a una vita quotidiana dalla quale tutti tentano di evadere, ma alla quale tutti siamo legati, come i piccoli uomini anonimi ma veri protagonisti delle sue storie.

Il mondo di Spirit – il singolare detective delle sue tante storie poliziesche narrate per una dozzina di anni, tra il 1940 e il 1952 – è decisamente lontano, perchè dall’improbabile (ma non tanto) realismo di Spirit si passa al verismo amaro, anche drammatico, dei suoi racconti della maturità pubblicati in Italia da piccoli editori (ma anche da Einaudi). In queste storie si parla di guerra e di affari di famiglia, della tempesta in arrivo o della forza della vita, ma soprattutto della tenacia, dell’impegno, della volontà con cui gli anonimi protagonisti – che spesso continuano a vivere al 56 di Dropsie Avenue – affrontano la vita.

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