Andrea Pazienza è un artista di cui si è scritto tanto e poco in questo ventennio. Per tanti anni l’autore è stato dimenticato, mentre da alcuni anni è rivalutato, oltre il film uscito nelle sale qualche anno fa, a lui dedicato, che tanti lettori magari non avranno visto. In occasione dei 60 anni dalla nascita di A. Pazienza, lo scorso 23 maggio, La Repubblica e L’Espresso hanno iniziato a pubblicare in edicola una collana di 20 allegati che raccoglie tutta l’opera del fumettista italiano.
Per ulteriori approfondimenti leggere questa NEWS sul sito di fumettologica.
Immergiamoci allora, in questo piccolo approfondimento, in attesa poi di cercare le opere di questo grande autore nelle fumetteria nelle edicole.
M.B. (11-07-2016)
Giugno 1988: Astarte, l’ultima storia di Pazienza
di Carlo Scaringi
(riproposta. prima pubblicazione 17-06-2010)
Andrea Pazienza è scomparso il 16 giugno 1988, mentre stava lavorando alla storia di Astarte, il cane di Annibale, rimasta purtroppo incompiuta. Con quel racconto il Paz era in qualche modo uscito dai suoi temi consueti, quelli del disagio giovanile di quegli anni narrati attraverso decine di vignette e tantissimi personaggi, tutti in qualche modo collegati alla realtà.
Sono passati vent’anni e più, ma il ricordo di Pazienza è sempre vivo, anche fra quei giovani che non lo hanno potuto conoscere direttamente attraverso le sue vignette e le sue storie sconclusionate (ma non tanto) che comparivano sui periodici di tutta Italia, da quelli ferocemente satirici e contestatori come il Male o Frigidaire a quelli inseriti, almeno economicamente, nel “sistema” che il disegnatore ferocemente combatteva con i suoi disegni.
Tra il 1977, quando Alterlinus cominciò a pubblicare “Le straordinarie avventure di Pentothal” al 1988 quando la rivista Comic Art ospitò le prime tavole di Astarte, Pazienza è stato il cronista fedele ma anche arrabbiato di un decennio abbondante, e soprattutto difficile, della storia italiana, ricco di fermenti, speranze, delusioni e forse sogni, per tutti e anche per il fumetto italiano, che vide il fiorire di molte riviste d’autore e di personaggi ormai storici come Ken Parker e Dylan Dog.
Tra i suoi tanti meriti, Pazienza ha avuto anche quello di aver fatto compiere al fumetto italiano un salto di qualità, facendogli perdere quel taglio evasivo che talvolta aveva, per immergerlo in una realtà – vista magari in modo deformato – che era poi quella in cui vivevano i giovani. Pazienza, con le sue storie di emarginazione e di rabbia, ha dato corpo concreto al disagio giovanile, che in un certo senso era anche il suo disagio di artista insofferente al peso di una società incapace di soddisfare le giuste richieste delle classi che non avevano voce. Un disagio che si è espresso anche fisicamente, con quella sua ricerca di tranquillità, che per qualche tempo aveva tentato di trovare perfino nelle droghe. Una volta uscito dal tunnel, si era ritirato in campagna, tra Toscana e Umbria, soprattutto a Montepulciano, dove forse aveva scoperto quella serenità agreste e bucolica che talora si avverte anche nelle sue storie. Ma era troppo tardi, purtroppo.
Per saperne di più
Andrea Pazienza è nato il 23 maggio 1956 a San Benedetto del Tronto, ma è vissuto tra San Severo e Pescara, per poi maturare artisticamente a Bologna. I suoi personaggi, pur con caratteristiche diverse, sono figli dello stesso disagio. Il primo è stato, nel 1977, Pentothal, protagonista di una storia sospesa tra fantasia e realtà, con risvolti umoristici e avventurosi, con droga e violenza e un disegno grottesco e dissacrante. Poi è venuto Zanardi, al centro di molte storie, un giovane che sprizza rabbia, disagio, violenza da ogni vignetta, o quasi. Altro eroe negativo del mondo di Pazienza, e come Zanardi vagamente autobiografico, è Pompeo, che attraversa molteplici e drammatiche esperienze, fino al suicidio.
Quasi tutte le storie di Pazienza nel corso degli anni sono state più volte ristampate, principalmente dagli Editori del Grifo. Qualche anno fa la Fandango ha riproposto la storia di Astarte e nelle scorse settimane le vignette che Paz aveva dedicato a Pertini, apparse per lo più sul Male. E’ un singolare incontro tra due personaggi insofferenti, un po’ rompiscatole, liberi e provocatori, entrambi amici dei giovani e dai giovani molto amati.
Immagini e marchi registrati sono © dei rispettivi autori e degli aventi diritto e vengono utilizzati esclusivamente a scopi conoscitivi e divulgativi.