Introduzione
Dal 13 luglio 2009, COMICS TRIBUTE è stato un nuovo spazio all’interno del vecchio sito DI FUMETTOMANIA, con articoli inediti dedicati mensilmente ad una storia a fumetti, ad un libro, ad un autore, di cui si ricorda quel mese l’anniversario, la ricorrenza et simili. Il 90% degli articoli furono scritti da Carlo Scaringi.
Da giugno 2010, i Comics Tribute furono pubblicati sul sito di Glamazonia in virtù di un gemellaggio tra noi e loro.
Oggi, visto che quel sito ha concluso la sua vita sul web. I 42 articoli ritornano nel sito di appartenenza e vengono riproposti con la data originaria ed in forma estesa nella sezione “APPUNTI DI CRITICA” 🙂
E’ un omaggio ed un ricordo affettuoso che facciamo ad una grande amico, Carlo S., che poco viene ricordato nel mondo del fumetto italiano nonostante abbia scritto tanto prima sul Radio Corriere Tv e poi su varie riviste, per ultimo proprio sul nostro sito, fino a pochi giorni dalla morte.
Nel 2009 sono stati dieci i Tribute presentati su Fumettomania, di cui 9 articoli ed un tributo disegnato sono tutti contenuti nello speciale Fumettomania presenta Comics tribute 2009 (in PDF, scaricabile dai siti issuu.com e scribd.com; mentre nel 2010, tra quelli pubblicati su vecchio sito di Fumettomania e quelli pubblicati su glamazonia, gli articoli furono 26.
Nel 2011, i comics tributi sono stati 11; nel 2012, gli articoli di Carlo Scaringi dedicati ai comics tributi, in concomitanza degli articoli dedicati a” 4 passi tra le nuvolette” furono solo 4, ed infine nel 2013, Carlo scrisse, e noi pubblicammo, un solo comics tributi, prima della sua scomparsa.
Concludo dando un benvenuto a tutti gli utenti che da oggi leggeranno per la prima volta questi articoli che, seppur risalgono al periodo luglio 2009-giugno 2013, mantengono inalterata la loro bellezza e la loro intensità.
Mario Benenati
06-07-2016
Giugno 1940: Spirit, un detective in maschera fra i supereroi
di Carlo Scaringi
(riproposta. prima pubblicazione 03-06-2010)
Con una mascherina sugli occhi e un’identità segreta è più facile combattere contro il crimine. Il mondo delle nuvolette è fin troppo affollato di giustizieri mascherati, quasi tutti copia conforme, o quasi, del primo della serie, quel Phantom che in Italia è diventato celebre col nome fin troppo ovvio di Uomo Mascherato. Ma Spirit –nato il 2 giugno 1940 dalla fantasia in un maestro del fumetto come Will Eisner – è diverso dai suoi colleghi. E’ un personaggio insolito: non dispone di superpoteri, non è ricco, va in giro in maniche di camicia, nasconde gli occhi con una mascherina nera e vive in una tomba. Già, perché Spirit è un giovane criminologo, scampato fortunatamente alla morte. Il suo vero nome è Danny Colt, e un brutto giorno, coinvolto in un’esplosione, venne dato per morto. Risvegliatosi dalla morte apparente esce dalla tomba e con l’aiuto del vecchio commissario Dolan riprende la sua guerra ai criminali, che all’inizio lo credono uno spirito. Oltre che sul commissario, Spirit può contare sull’aiuto del negretto Ebony e sulla simpatia di Ellen, la figlia del poliziotto, il che imprime alle storie anche una venatura rosa che stempera il nero delle vicende e del disegno, sempre espressivo e talora anche volutamente grottesco e caricaturale, di Will Eisner.
Condensate in sette tavole e poche decine di vignette, le avventure di Spirit sono sempre originali e mai ripetitive, pur ruotando sull’eterno scontro fra il bene e il male, tra la giustizia e la violenza.
Quando serve Spirit non esita a criticare anche i giudici: “La legge è solo punitiva, non rieducativa” dice a un magistrato che vuol condannare un giovane innocente. “Questo ragazzo non è colpevole – aggiunge – ma mandatelo in prigione, e ne farete un delinquente”. Con il commissario ha un rapporto di collaborazione, ma anche di sana competizione, tanto che una volta che Dolan è giunto prima di lui sulla scena del crimine, lo apostrofa ironicamente: “Salve Dolan, finalmente sei arrivato prima di me. Pensa se qualcuno scoprisse che un commissario se la fa con un fuorilegge…”. Anche con Ellen non tutto fila liscio: la ragazza, come tutte, vorrebbe che Spirit si trovasse un lavoro “serio”. La risposta del detective è decisa: “Lavorare? Come? Aprendo un’agenzia investigativa sui casi irrisolti? No, Ellen, non è nel mio stile. Io sono Spirit, ufficialmente morto. Come lotterò contro la criminalità?”. Le avventure di Spirit – ambientate in una Central City che talora evoca la Gotham City di Batman, due città fantastiche dietro cui è facile scoprire la vera New York – sono apparse tra il 2 giugno 1940 e il 5 ottobre 1952 per un totale di 645 episodi e circa 5000 tavole.
Recentemente sono state riprese in una serie realizzata da Darwyn Cooke e hanno avuto anche una versione cinematografica abbastanza fedele diretta da Frank Miller, apprezzato autore di fumetti e film (Batman, Sin City, 300, ecc.), e interpretata da Gabriel Macht nel ruolo del protagonista, Samuel L. Jackson che è Octopus, suo avversario in molti episodi e da Paz Vega, Scarlett Johansson ed Eva Mendez belle ragazze che nei fumetti assomigliano alla classica dark lady anni Trenta.
Per saperne di più
Will Eisner, figlio di un austriaco e di una rumena, entrambi ebrei emigrati negli Stati Uniti, è nato a Brooklyn il 6 marzo 1917 ed è morto in Florida giusto cinque anni fa, il 3 gennaio 2005. Attratto sin da giovane dal disegno, nel 1936 ha aperto con Jerry Igert uno studio, con il progetto di disegnare dei comic-book. Con loro hanno compiuto i primi passi Bob Kane e Jack Kirby, presto divenuti celebri il primo con Batman e l’altro con i supereroi Marvel. Nel 1940 Will Eisner ha ideato Spirit, eroe di successo, ma anche molto impegnativo. Per questo fu aiutato da altri disegnatori destinati a diventare famosi, da Wally Wood a Jules Feiffer, a Joe Kubert.
Negli anni Cinquanta, dopo la fine del ciclo di Spirit, Eisner è passato al ministero della Difesa, realizzando storie e disegni per l’esercito. Solo una ventina di anni dopo è tornato al fumetto classico, con “Contratto con Dio”, una lunga storia intrisa di spirito yiddish, tra realismo e spiritualità ebraica. Secondo molti è stato il primo esempio di letteratura disegnata, o graphic novel come si dice oggi. Ma in realtà su questa strada, Eisner è stato forse preceduto da Guido Buzzelli e Hugo Pratt che a metà degli anni Sessanta disegnarono due capolavori come “La rivolta dei racchi” e “La ballata del mare salato”.
Dopo il “Contratto con Dio”, Eisner ha continuato con almeno una dozzina di altre lunghe storie, con cui ha raccontato – con partecipazione, ironia, amarezza, speranza – un secolo difficile come il Novecento visto dalla parte della gente invisibile (come dice il titolo di un suo racconto), spesso vittima incolpevole di eventi troppo grandi e anche drammatici, come la guerra, la crisi, l’emigrazione, la disoccupazione. Dai quartieri poveri di New York ai ricordi della guerra, dalle beghe di condominio ai contrasti famigliari, Will Eisner ha saputo ritrarre con amara ironia il volto della società americana, ma non solo.
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