34° giorno di crowdfunding per Fumettomania Factory – APS.
Torniamo a scrivere di fumetti, grazie a Damiano Gallinaro che, reduce dalla sedicesima edizione del Küstendorf Film & Music Festival, ha dedicato questo bell’articolo ad Alan Ford ed al fumetto italiano in terra Jugoslava.
Buona lettura
Ci scusiamo se in queste settimane gli articoli pubblicati sono pochi, anche se di alta qualità e con contenuti interessanti, ma il massimo dello sforzo è dirottato sulla campagna di crowdfunding (A proposito siamo arrivati a 2680 euro).
Mario Benenati,
curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Comunicazione di servizio:
Fino al 12 marzo 2023 è attiva la campagna di Crowdfunding sulla piattaforma “Produzioni dal Basso”. L’obiettivo della raccolta fondi (con ricompense) è quello di completare l’acquisto delle scaffalature necessarie per la Biblioteca-Archivio del Fumetto che apriremo nella nostra città!
Ecco il link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Sosteneteci con una donazione libera, oppure con una donazione ‘mirata’ e riceverete una delle 20 ricompense previste.
English version.
Service communication: Until the 12 March 2023 the Crowdfunding campaign is active on the Italian platform “Produzioni dal Basso“. The goal of the fundraiser (with rewards) is to complete the purchase of the shelves needed for the Comics Library that we will open in our city!
Here is the link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Who are you waiting for! Support us with a free donation, or with a ‘targeted’ donation and in this case you will receive one of the 20 rewards provided.
IN PRINCIPIO FU ALAN FORD:
COME IL FUMETTO ITALIANO CONQUISTO’ LA JUGOSLAVIA
di Damiano Gallinaro
Nel 2005 iniziai a viaggiare nei luoghi che un tempo facevano parte della Jugoslavia, non immaginavo allora che quei primi viaggi sarebbero stati solo l’inizio di un cammino di scoperta che si sarebbe sviluppato in ben trenta successive avventure in cui ho avuto modo di visitare tutti i paesi di quella che ora viene chiamata Jugosfera.
Il lungo viaggio balcanico non poteva non iniziare dalla bella capitale slovena, Lubiana, che nel 2005 era già la più “europea” delle capitali ex Jugo. La città, infatti, si era salvata dalle devastazioni delle guerre “civili” degli anni novanta, ed era già pronta a divenire parte dell’occidente europeo.
Passeggiando con curiosità per le strade in cerca di angoli curiosi mi fermai stupefatto davanti alla vetrina di un bar che aveva il nome e riproduceva le fattezze, di uno dei protagonisti del celebre fumetto di Max Bunker e Magnus, Alan Ford e il Gruppo TNT: il vecchio Grunf. Ecco la foto sgranata reperto di un’epoca in cui ancora scattavo in analogico:
La cosa mi incuriosì molto tanto che iniziai a chiedermi, da neofita dei Balcani, se il bar fosse stato aperto da un nerd dei fumetti, magari da un italiano che si era portato con sé nella sua nuova vita slovena, un pezzo di Italia e di ricordi d’infanzia.
Non sapevo allora, ma l’avrei scoperto poco dopo, che ero completamente fuori strada.
Se, infatti, vi avventurerete nei paesi della ex Jugoslavia troverete decine di bar, pub, birrerie che portano il nome di personaggi del famoso fumetto, come, ad esempio un ulteriore Cafè Grunf a Zagabria o le birrerie Alan Ford a Podgorica nel Montenegro e a Subotica nella Vojvodina serba. Non solo, esistono gruppi musicali ispirati alla serie, tra cui la Rock band croata Prljavo Kazaliste e la punk rock band macedone Superhik (chiaro omaggio a Superciuk).
Non solo, anche il cinema ha spesso omaggiato la serie di culto, in almeno due film del grande e controverso regista Emir Kusturica, infatti, “Gatto nero, Gatto bianco” e il più recente “Promettilo” troviamo riferimenti al fumetto e uno dei protagonisti del primo film citato legge Alan Ford in una delle scene.
Sorprendente vero?
Ma come mai il fumetto italiano e quello di Max Bunker e Magnus in particolare hanno avuto e ancora hanno una così grande diffusione?
Le storie del Gruppo TNT, fin dagli anni settanta, diventano un vero e proprio cult in Jugoslavia, ma la diffusione del fumetto italiano in generale nei paesi della ex Jugoslavia è stata fin dagli esordi molto ampia ed è per molti versi ancora da spiegare. Vero è che esiste un amore profondo per alcuni personaggi venuti dall’Italia e in molti casi neanche percepiti come italiani e sono stati tanti in ex Jugoslavia ad essere cresciuti con le storie dei nostri autori, tanto che si può affermare che, forse, al momento le storie di Max Bunker e Magnus, siano tra le pochissime cose che ancora uniscono questi popoli lacerati.
Tra i tanti affascinati dal mondo creato da Max Bunker e Magnus c’è sicuramente il fumettista serbo Alexandar Zograf, al secolo Sasa Rakezic, nato nella città serba di Pancevo, un autore di fumetti che per gran parte della sua carriera ha percorso un sentiero inverso alle storie di Alan Ford, divenendo famoso in Italia, prima che nel suo paese.
La prima apparizione di un fumetto italiano, racconta Zograf, fu “Saturno contro la terra” apparso sulla rivista serba Truba. Anche sulla storica rivista di fumetti, la Politikin Zabavnik apparvero negli anni ’40 alcune puntate di un fumetto assolutamente sperimentale “Virus“, dopo di che fu il turno di Sandokan e del grande Jacovitti negli anni ’50, per non parlare delle storie Disney arrivate anch’esse attraverso l’Italia. Negli anni ’60 e ’70, poi, alcuni personaggi dei fumetti italiani sono diventati delle vere e proprie leggende metropolitane, penso ad Alan Ford e ai personaggi di Hugo Pratt seguiti poi dal boom delle edizioni Bonelli”.
“In Serbia, racconta Darko Perovic autore di punta di Bonelli fin dai primi anni duemila, o meglio dire nella ex-Jugoslavia, il pubblico ha letto i fumetti praticamente dalla loro comparsa. Molto prima della Seconda Guerra Mondiale, i fumetti in Jugoslavia erano creati soprattutto dai russi fuggiti dalla rivoluzione bolscevica, Solovev, Kuznicov, Nikola Navoev, Djordje Lobacev per menzionarne solo alcuni… Dopo la Seconda Guerra Mondiale è cominciata la pubblicazione dei fumetti italiani, che hanno subito trovato un terreno fertile. Il Comandante Mark, Tex, Il Grande Black…In quel periodo esisteva un grande interesse generale per la cultura italiana, per i film, la musica, la moda… Una sorta di “tendenza” nei confronti dell’Italia era più evidente che, per esempio, nei confronti della Francia. Forse a causa di un modo di pensare e un umorismo simili… o semplicemente una mentalità simile”.
Nella Jugoslavia socialista, venivano pubblicate praticamente tutte le “scuole”: la Bonelli italiana, i fumetti francesi, quelli americani della Marvel e della DC, ma anche le strisce, e poi addirittura gli argentini e gli spagnoli, oltre naturalmente agli autori nazionali, ed era facile trovare in libreria, fumetti di autori italiani molto popolari come Gallieno Ferri, Hugo Pratt, Ivo Milazzo, Sergio Toppi, Dino Battaglia, Attilio Micheluzzi, per citarne solo alcuni, oltre naturalmente agli insuperabili fumetti di Max Bunker e Magnus, che ancora oggi sono un cult insieme ad Alan Ford, e tutta la costellazione degli sceneggiatori e autori della Bonelli Editore. Un altro fumetto considerato cult in tutta la ex-Jugoslavia è Zagor e Gallieno Ferri viene ritenuto tra i fedeli di Zagor un vero fenomeno, e ne parleremo nel finale.
E davvero, ancora oggi, nelle librerie di Belgrado su Kneza Mihala, è possibile trovare bellissime edizioni e riedizioni di classici del fumetto italiano, e nuove produzioni bonelliane, di cui mi sono portato qualche esempio a casa.
Nei miei viaggi ho potuto apprezzare come tra noi dirimpettai mediterranei e i nostri cugini balcanici ci siano molte cose in comune. Avete, ad esempio, mai provato ad ascoltare una canzone neomelodica napoletana o una canzone popolare bosniaca cantata ad esempio dal noto cantante Al Adin? Troverete ben più che una similitudine.
Ma tornando alla domanda iniziale perché proprio tra tutti ebbe e ha ancora un successo clamoroso il Gruppo TNT?
Ce lo spiegano bene e con un ricco corredo bibliografico, Goranka Rocco e Alaksandra Scukanec nel saggio “La vita di Alan Ford oltre i confini linguistici” pubblicato sulla rivista Slavica Trgestina n. 27 vol. II del 2021.
Uno dei motivi è sicuramente quel tono di humor nero che permea la serie, molto apprezzato nei paesi della ex Jugoslavia, e una “convergenza socioculturale in senso lato, che comprende parallelismi negli aspetti politico-sociali, nei trends e nei gusti culturali dei lettori“(Rocco/Scukanec p. 412)
I personaggi dello scalcinato gruppo non solo rappresentavano alla perfezione la società italiana della seconda metà del novecento, appena uscita dalla guerra e in ricostruzione, evidenziandone e ridicolizzandone i cliché, ma finiva per rappresentare al meglio anche il mondo della Jugoslavia socialista, con i suoi pregi e difetti.
Lazar Dzamic citato da Rocco e Sckucanec, evidenzia questi tratti comuni tra la disfunzionalità del sistema capitalistico emergente e la parallela disfunzionalità uguale e contraria del nuovo socialismo jugoslavo.
Non è difficile vedere nel Numero Uno, la personificazione di Tito o di uno degli altri politici importanti dell’epoca, il prototipo del burocrate pigro e incompetente, nel cane Cirano colui che con le moine ottiene tutto dal potente, in Grunf il prototipo del vecchio nazista fedele, stupido e nostalgico, in Geremia, un vero e proprio croato che piagnucola costantemente, mentre anche in Bob Rock è possibile trovare tratti in cui riconoscersi.
Sir Oliver, poi, rappresenta perfettamente la vecchia borghesia austro-ungarica impoverita, che deve accontentarsi del poco che resta ostentando una dignità che ormai non ha più.
E allora potevano mancare i nostri eroi nel mitico Cafè Tito a Sarajevo?
Ma poteva bastare questo per decretarne il successo? Mancava un elemento fondamentale, una traduzione geniale capace di tradurre non solo le parole, ma i ruoli e le dimensioni del personaggio arrivando a creare una sorta di neo lingua. L’uomo che rese possibile tutto questo si chiamava Nenad Brixy.
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L’IMPORTANZA DELLA TRADUZIONE E LA COSTRUZIONE DELLA NEO LINGUA
«Certo Alan Ford è indimenticabile – afferma una ragazza intervistata nell’ambito di una delle mostre dedicate al fumetto – c’erano delle frasi del Numero 1 che erano entrate nel linguaggio. E chi lo sapeva che era italiano?».
Eh già perché proprio ad un grande traduttore si deve gran parte della fortuna del fumetto.
Lazar Džamić, esperto di marketing digitale e giornalista, che abbiamo già citato in precedenza, nonché autore del saggio “La fioreria nella Casa dei fiori” (“Cvjećarnica u kući cveća”, ed. Jasenski & Turk, 2012) ed uno tra i più noti ammiratori di Alan Ford della regione, rileva l’importanza di Nenad Brixi e della sua “resa” in croato.
“Il fumetto viene tradotto in croato da Nenad Brixi nel 1972 e diffuso in tutta l’ex-Jugoslavia, ottenendo un immediato ed incredibile successo, in particolare in Croazia, Bosnia Erzegovina e Serbia. Il trapianto di questo prodotto culturale italiano nel tessuto sociale e culturale dei paesi balcanici avviene in maniera molto naturale e il fumetto diventa presto un fenomeno”, scrive Džamić.
La bravura di Nenad Brixy, il traduttore che fino alla morte avvenuta nel 1984 si occupò dei numeri usciti in serbo croato (in seguito l’attività fu portata avanti dal figlio), fu il saper interpretare lo spirito del fumetto e trovare buone alternative ai giochi di parole e ai riferimenti non traducibili letteralmente, aggiungendone ulteriori significati fino ad arrivare alla creazione di una sorta di neo lingua, l’“alanfordiana” (un miscuglio simpatico e divertente di serbo-croato) che divenne propria di quelle persone che, utilizzando l’ironia, si ribellano al sistema politico-sociale in qualsiasi epoca e in qualsiasi luogo.
Una vera e propria attività creativa che ha in qualche modo ricreato il linguaggio dei personaggi senza stravolgerne la natura.
La fama di Max Bunker continua imperitura anche lontano dalle storie a fumetti di Alan Ford, come si può vedere dal lancio di un suo libro in una delle più importanti librerie di Zagabria nell’estate 2021, il mio primo “ritorno ai Balcani” dopo la prima fase pandemica.
Un altro personaggio di culto nei paesi della ex Jugo è stato, ed è ancora, Zagor, che ha avuto un grande successo anche in Turchia, e chiaramente anche lui non poteva mancare sulle mura del Cafè Tito.
I primi fumetti di Zagor in Jugoslavia vennero pubblicati nel 1968 e raggiunsero velocemente grande successo grazie a un accordo sulle licenze tra Bonelli e la casa editrice Dnevnik di base a Novi Sad.
La circolazione regolare di stampe di fumetti per Dnevnik era tra le 50.000 e le 80.000 copie, alcune che raggiunsero le 200.000 copie in un mercato di 17 – 20 milioni di jugoslavi.
Nel 1990, Zagor, Chico e altri personaggi della serie erano nomi ben conosciuti, e lo sono ancora oggi come dimostra questa foto che ho scattato a Sarajevo nel 2021.
Dopo la disgregazione della Jugoslavia, diversi editori locali negli stati successori continuarono a pubblicare le avventure di Zagor. I più degni di nota tra questi sono Veseli četvrtak , (“Giovedì Gioioso”) in Serbia e Ludens in Croazia, che continuano a pubblicare ancora oggi, come si evince da un mio recente souvenir.
Altro grande personaggio più recente è chiaramente Dylan Dog, che avuto grande successo anche in Nord Macedonia, mentre nelle librerie di Belgrado è possibile trovare nuovi e vecchi numeri di Dylan Dog, Zagor e Alan Ford ma anche di Martin Mystere e Dampyr.
E allora vi è piaciuto questo breve viaggio nei Balcani sulle orme di Alan Ford?
Fatecelo sapere e chissà che non ci siano nuove puntate anche su altri personaggi del fumetto italiano all’estero.
E mi raccomando continuate a sostenere il crowdfounding di Fumettomania (che terminerà il 12 marzo, NdR).
Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
NOTE EXTRA
Gli articoli precedenti dello stesso autore, del 2023:
Articolo del 13 gennaio
Gli articoli precedenti dello stesso autore, del 2022:
7 ottobre 2022 – https://www.fumettomaniafactory.net/bruno-premiani-tra-fumetto-e-antifascismo/
14 luglio – https://www.fumettomaniafactory.net/lettera-ad-hector-german-oesterheld-di-damiano-gallinaro/
23 giugno – https://www.fumettomaniafactory.net/da-fierro-al-futuro-de-las-historietas-di-damiano-gallinaro/
9 giugno – https://www.fumettomaniafactory.net/lepoca-doro-delle-historietas-1950-80-di-damiano-gallinaro/
6 aprile : https://www.fumettomaniafactory.net/mort-cinder-storie-delleterno-viaggiatore/
22 marzo: https://www.fumettomaniafactory.net/mort-cinder-luomo-dalle-mille-vite/
8 marzo: https://www.fumettomaniafactory.net/marcianeros-cera-una-volta-la-fantascienza/
22 febbraio: https://www.fumettomaniafactory.net/watami-le-due-vite-di-un-cheyenne/
8 febbraio: https://www.fumettomaniafactory.net/bull-rocket-di-oesterheld-e-solano-lopez/
25 gennaio: https://www.fumettomaniafactory.net/black-poppy-storie-di-guerra-quella-vera/