In questo primo fine settimana di agosto ci avviamo verso la conclusione degli articoli estratti dal n. 9 della nostra fanzine (pubblicata nel maggio del 1997), e torniamo a scrivere di fumetti italiani, con un pezzo di Lucio Sottile (in quegli anni socio e vorace lettore di fumetti Bonelli), dedicato ad un’analisi di alcune storie di Dylan Dog.
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Il sommario del n. 9 è riportato di seguito (con i LINK ATTIVI degli articoli già pubblicati sul sito)
- 2 Ancora aumenti?…Grazie, non fumo! di Massimo Todaro
- 3 Al di là delle Alpi, di Mario Benenati e G. M.
- 7 Cages di Dave McKean, di Lorenzo Fratini
- 8 Il ragazzo e le sette sfere. Articolo su Dragon Ball di Ambrogio Isgro’
- 8 La Sailor mania e Marmelade Boy, due ‘cartoni’ manga, di Danila Franzone
- 12 Il ritorno di Luther Arkwright. Intervista a Bryan Talbot di M. Benenati e Giovanni Genovesi
- 12 Novità nei comics indipendenti? di Giorgio Cambini
- 14 Sovereign Seven: un “nuovo” supergruppo? di Salvatore Bonanzinga
- 14 Anteprima: MAGICO VENTO, di Mario Benenati
- 16 Il Corvo Presenta… di G. M.
- 16 Manovre infernali – From Hell, di Domenico Cutrupia
- 17 C’era una volta , di Lucio Sottile
- 17 Il fumetto che piace, il fumetto che vende, di D. Cutrupia
- 18 Sulle tracce di … Fumettomania – Autori vari
- 19 Internet e dintorni, notizie dal mondo dei fumetti di Mario Benenati
C’era una volta…
ovvero “Non sono i fumetti a traviare i giovani d’oggi, sono i fumetti brutti”.
di Lucio Sottile (novembre 1996)
C’erano una volta, e per i francesi ci sono ancora, gli anni ‘80. Sono stati degli anni strani, anni in cui Jovanotti rappava americano e/o faceva canzoni all’insegna del luogo comune, anni in cui se eri un paninaro troppo giusto eri O.K. e se eri fuori dal giro te la passavi male come se la passava Jay Ax.
Gli anni dei politici calvi e rotondi e sudati, gli anni delle bustarelle quasi lecite e di un Carnevale che sembrava destinato a durare in eterno. C’erano e non ci sono più, e certo è stato un bene che siano passati, anche se ora che la maschera è caduta il nostro volto ci fa orrore; però sotto certi aspetti sono stati davvero degli anni d’oro: ci hanno dato Happy days e le canzoni genuine, che come le canzoni di adesso erano in gran parte stupide ma che almeno non davano quel senso di trito tipo : “ti amo ti amo d’amore / ti amo con tutto il mio cuore”; ci hanno dato Guerre stellari e Balle spaziali e, insomma, ci hanno dato la voglia di fare, l’inventiva e l’originalità.
Questi elementi hanno caratterizzato qualunque: forma di espressione, quindi anche i fumetti. Ripenso ancora, da vecchio nostalgico in tenera età, ai primi albi di Dylan Dog, ancora così ingenui nelle trovate eppure capaci di trasmettere sensazioni: L’alba dei morti viventi o Il fantasma di Anna Never erano delle vere horror stories, leggere La zona del crepuscolo ancora oggi mi dà un senso di angoscia; persino le storie più‚ ”fuori” come Attraverso lo specchio e Cagliostro riuscivano a stare tutte‚ “dentro” la trama.
Oggi invece é già un altro giorno e purtroppo lo si vede, la crisi che tutto consuma sta uccidendo i nostri ideali e le nostre ‘ideine’, e fa sentire la sua voce anche nel mondo delle nuvole parlanti.
L’originalità scarseggia, e già questo è un problema, le storie si riciclano e gli sceneggiatori sembrano stanchi, ma la cosa peggiore é che le “sensazioni” non sono più quelle. Le belle storie non mancano, pur essendo in numero inferiore rispetto ai vecchi tempi, ma non sono le storie che dovrebbero essere. Sorvolando per non sparare a zero su orrori di fumetto stile Il picco della strega, la mia mente va a Tre per zero, una sorta di Hellzapopping basata su intuizioni e trovate assurde e arabeschi del destino.
Non vi è piaciuta?
A me si, e tanto, ma non é una storia dell’orrore, e viceversa La morte rossa è una bella storia dell’orrore ma non è un Dylan Dog. In buona sostanza ultimamente sono scarse le storie buone, e fra queste più scarse ancora sono le storie dell’orrore, una delle quali è senz’altro Abyss.
Se non mi credete andate a rileggervi il passo in cui Miriam e Dylan danno via la bambola Ketty e, tornati a casa, la vedono attraverso la porta socchiusa, comodamente seduta su un mobile! Giuda ballerino, ragazzi. Quello è DYLAN DOG. Quello è il tipo di storia che mi piace leggere, e al diavolo i gialli con le soluzioni complicate o lo splatter inutile o i racconti senza senso che spesso fanno acqua da tutte le parti.
Qui il mistero si indovina quasi subito, é vero, ma lo stesso indovinarlo crea una specie di complicità fra i lettori e gli autori, che nell’esempio in questione sono la nuova arrivata Magda Balsamo e il ritrovato TIZIANO SCLAVI il quale, passato il suo momento critico, sta vivendo una fase di rinascita che ha coinvolto e travolto anche i suoi personaggi.
Però, purtroppo oggi non é sempre Halloween, cosicché per leggere qualcosa di interessante bisogna sguazzare in un mare melmoso di buoni sentimenti e pseudo-critiche a questa società consumistica dove, tuttavia, Dylan ha le lenzuola di seta e il videoregistratore. E non parliamo poi dei seguiti che capita ogni tanto di dover sopportare, di cui se ne salvano pochissimi, tra i quali il medical-horror Il tunnel dell’orrore e l’apocalittico L’ultimo uomo sulla Terra, entrambi piuttosto vecchiotti e con pochissimi punti di collegamento con le storie che li hanno originati.
Prendiamo invece ad esempio Johnny Freak. Non era un horror ma era fatto bene. Ne hanno fatto il seguito, con tutti i personaggi principali della storia precedente; tutti più “caricati”, dall’infermiera cuore d’oro al teppistello capace di picchiare con la mano bucata da un proiettile. Eppure, la gente continua ad “assumere” questi fumetti. Ma chi li compra? I collezionisti, forse, o i seguaci delle mode. Del resto, questo stesso discorso è stato impostato su Dylan perché è un fenomeno di massa, fa “audience‚” (si può dire così per qualcosa che si legge?).
In fin della fiera, non sono i fumetti a traviare i giovani d’oggi, sono i fumetti brutti.
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NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2012
ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.