Bryan Talbot è un artista eclettico ed imprevedibile.
Nel 1978 con” The Adventures of Luther Arkwright ” è stato un precursore del graphic novel; negli anni ’80 e ’90 ha prestato le sue matite ad alcuni racconti di Neil Gaiman, di Tom Veitch, di Rick Veitch; ha stupito il mondo del fumetto con il suo capolavoro “The Tale of One Bad Rat, (La storia del topo cattivo), affrontando per la prima volta degli effetti secondari dell’abuso sessuale su minori, questo suo romanzo è utilizzato in diversi centri di pedofilia in Gran Bretagna, America, Germania e Finlandia.
Nel 2009 gli è stato conferito il Dottorato honoris causa per il suo “Eccezionale contributo all’arte come scrittore e artista grafico” dalla Sunderland University e, nel luglio 2012, un dottorato in Lettere della Northumbria University.
Nel 2013 ha vinto, insieme alla moglie Mary Talbot, il Costa Award Book (equivalente in UK del Premio Pulitzer), per il graphic novel Dotter of Her Father’s Eyes; ha scritto e disegnato una sequenza impressionanti di graphic novel pregevoli, alcuni dei quali legati alla serie thriller steampunk chiamata Grandville (5 romanzi a fumetti a partire dal 2011) della quali pubblicheremo le note.
Bryan e Mary, insieme all’artista Sean Phillips, sono i mecenati fondatori del The Lakes International Comics Art Festival, giunto alla sesta edizione (era l’anno 2018, NdR), il primo festival di fumetti in stile europeo nel Regno Unito.
Ho il piacere di presentarvi, insieme a Cesare Giombetti (Preston, UK) e ad Alberto Conte (Genova, Italia), collaboratori più di una volta del magazine Fumettomania e di questo sito, le traduzioni e l’adattamento del “Dietro le quinte della serie Grandville“, delle Annotations, che sono in fase di pubblicazione da James Robertson (il curatore del sito dedicato al pluripremiato autore inglese Bryan Talbot).
Ringraziamo Bryan per averci dato la possibilità di pubblicare in Italia questi interessanti articoli e James per l’ottimo lavoro che sta facendo sul sito dedicato a B.Talbot.
Mario Benenati
BENVENUTI NELLE NOTE DI GRANDVILLE
di James Robertson e Bryan Talbot,
edizione italiana di Cesare Giombetti, Alberto Conte e Mario Benenati
Questo delle Note (Annotation) è un concetto simile a quello di
DirectorsCut of Heart of Empire creato da Bryan e James Robertson: si tratta di un tentativo di rispondere all’eterna domanda “da dove prendi le tue idee?”, ed è un modo per presentarvi le influenze e le immagini che fanno parte de i 5 tomi in cui è stato pubblicato Grandville.
Mentre James sta pubblicando le varie puntate di “Annotation“, ogni domenica, a partire dal 24 giugno, noi di Fumettomania iniziamo a farlo (nella versione in italiano), da oggi (metà novembre) con una puntata ogni 14 giorni.
Publicheremo le Note di Grandville nello stesso ordine degli articoli in lingua inglese, ed a seguire tutte le note di Grandville Mon Amour (il link, per ora è delle versione inglese), di Grandville Bête Noire (anche questo link, per ora è delle versione inglese). etc.
Le note al 1° volume di Grandville. PARTE PRIMA
a cura di Cesare Giombetti
(articolo originario: http://www.bryan-talbot.com/grandvilledirectorscut/index.php)
Le mie graphic novel sono di norma il risultato di anni di considerazioni, alcune delle quali richiedono più tempo di altre. Io di norma penso, cerco, prendo appunti, nel mentre che si sviluppa lentamente il concetto fino a quando non mi senta soddisfatto. Il primo volume di Grandville fu esattamente l’opposto. Immediatamente dopo aver finito Alice in Sunderland, stavo riordinando la pila di libri che avevo usato come fonti e presi un libro che avevo da decenni. Era un libro sull’illustratore francese degli inizi del XIX secolo Jean Ignace Isadore Gérard, il quale ebbe una grande influenza su John Tenniel, illustratore dei primi libri di Lewis Carroll su Alice. Confrontate l’illustrazione di un vitello di Gérard’s con quella della Falsa Tartaruga di Tenniel.
I suoi fumetti brillanti, che facevano satira nei confronti dei costumi sociali e delle attitudini francesi, usavano gli animali per rappresentare i caratteri. Firmava i suoi disegni col nom-de-plume di J.J.Grandville. A quel punto ebbi un’ispirazione: “Grandville” avrebbe potuto essere un nomignolo per Parigi nella storia ambientata in una realtà alternativa popolata da personaggi antropomorfi nella quale Parigi è la città più grande del mondo.
Sono un grande fan dei gialli e, ovviamente, di Sherlock Holmes. Non avevo scritto un giallo dai tempi di Brainstorm Comix’s Amazing Rock and Roll Adventures nel 1977, e l’idea di scriverne un altro, ma con ambientazione fantastica, catturò la mia immaginazione. Non avevo mai fatto un fumetto con personaggi antropomorfi e dunque accettai la sfida. Spostai il periodo di tempo in avanti, in una Belle Époque steampunk, un periodo incredibile sotto vari aspetti.
Con tutti i miei libri, inclusi gli altri 4 volumi di Grandville, normalmente impiego tanto tempo a lavorare sulla struttura prima di scrivere la prima parola. Con questo primo volume invece, dopo aver passato una settimana a pensarci, e mentre lavoravo alla parte disegnata della mia graphic novel sperimentale Metronome (2008, ora disponibile a pochissimo presso Sequential ), mi sono seduto al computer, ho scribacchiato la trama in dieci minuti e scritto tutta la sceneggiatura nei cinque o sei giorni successivi. I personaggi arrivarono già formati e mi giunsero già pronte persino le loro sembianze. Era come fare un dettato. Per tutti i miei fumetti precedenti dovetti preparare dei bozzetti meticolosi di ogni pagina prima di iniziare a scrivere. Stavolta invece non ne ebbi bisogno poiché potevo visualizzare nitidamente ogni pagina. Fu qualcosa di nuovo per me. La creazione di una graphic novel ti fa sgobbare, e tutto ciò che ti fa risparmiare tempo è un regalo.
Dunque sì, in pratica questo primo volume si scrisse da solo. Io l’ho poi migliorato nel testo e nei disegni, ma il risultato finale non è molto diverso dalla prima bozza.
Perché Le Brock è un tasso? Guarda pagina 12 delle note.
La Torre Eiffel è un dispositivo perfetto. Basta metterla in un disegno e non hai bisogno di etichettarlo come “Parigi”. La stessa cosa vale per il Big Ben e Londra.
A parte l’introduzione che prepara la scena presente in ogni volume, normalmente, dopo la pagina con il titolo che segue il prologo, non ci sono didascalie in Grandville. Allo stesso modo non ci sono balloon con dei pensieri o effetti sonori, a parte qualche “clic” occasionale quando Roderick innesca il grilletto della sua pistola a canne. Questi “clic” appaiono in balloon rettangolari. All’inizio volevo utilizzare degli effetti speciali in Grandville, ma, mentre scrivevo il primo volume, ho realizzato che sarebbero sembrati ridicoli, specialmente nelle sequenze d’azione nei pressi della fine, che sarebbero diventate pagine su pagine di “Boom Bang Ratatattat blam”.
Mentre scrivevo il primo volume, ero sicuro che sarebbe stata una graphic novel autoconclusiva, ma, mentre finivo la parte relativa al disegno,mi sentii rapito.
Pagina 2
Ho pensato che una carrozza che corre a tutta velocità sferragliando sui ciottoli sarebbe stato un buon inizio, finché non è uscito il primo film di Sherlock Holmes con Robert Downey Junior, che inizia con… una carrozza che corre a tutta velocità sferragliando sui ciottoli.
Credetemi, è molto più semplice scrivere “gli assassini indossano stivali guidati da pistoni a vapore” che immaginarli e disegnarli. In questo caso l’ispirazione fu data da questa idea del XIX secolo che però non prese mai piede.
Pagina 3
C’è una ragione per cuil’assassino principale è una volpe. Vedete a pagina 38.
Pagina 8
Vignetta 1
“Nome di cane!” Imprecazion efrancese decisamente d’antan: “Nom d’un chien!”
Vignetta 2
Ci sono vari giochi di parole offensivi nei libri di Grandville. Questo è il primo: (Raymond) Leigh-Otter (Ray Liotta).
Pagina 11
Da quando avevo 5 anni in poi, il regalo di Natale da parte di mio padre fu ogni anno il nuovo almanacco annuale di Rupert the Bear, scritto e disegnato da Alfred E Bestall, e Rupert ha ovviamente molto influenzato Grandville. Questo villaggio è Nutwood, e la casa sulla strada è la casa di Rupert. Questa era l’ambientazione di tutte le sue storie ed è dalla sua casa che partono tutte le sue storie. Potete vedere qui suo padre che taglia l’erba del prato. Bestall si è ispirato a Nutwood on Betws-y-Coed, il villaggio gallese dove aveva un cottage per le vacanze e dove poi andrà in pensione.
Algy, l’amico diRupert compare nelle vesti di detective in Grandville Force Majeure.
Pagina 12
Questo disegno di LeBrock non è mai apparso in nessuno dei libri di Grandville (eccezion fatta per la copertina della prima edizione italiana). L’avevo disegnato per accompagnare la proposta di soggetto che avevo inviato al mio editor, Dan Franklin della Jonathan Cape, per mostrare lo stile illustrativo che intendevo usare. Uno dei miei vanti è quello di avere lo stesso editor di Salman Rushdie!
LeBrock: “Brock”è, chiaramente, il nome in Old English per tasso.
I libri di Rupert avevano un ampio cast di personaggi, e uno dei tanti amici era Bill Badger, che ho sempre pensato avesse l’aspetto più bello. Probabilmente era qualcosa correlato alla colorazione bianca e nera del muso, che crea l’effetto di una maschera. Volevo un protagonista che, oltre ad avere capacità deduttive alla Sherlock Holmes, fosse estremamente tenace e che potesse, talvolta, essere feroce. Gli ultimi due attributi mi fecero optare definitivamente per un“tasso”
Un tasso è anche uno dei personaggi più capaci de Il vento tra i salici, un’altra opera che ha fortemente influenzato Grandville. Lui è quello grosso che risolve tutto.
Volevo anche un personaggio proletario. I tassi sono terricoli, tipi pratici, non avvezzi al non-sense e sembravano dare al caso mio, come in questa illustrazione da una carta da gioco degli anni ’30 della serie Woodland Happy Families e come nell’eroe eponimo della serie di libri degli anni ’60 di “BB”, Bill Badger.
Bill sembra apparire spesso come nome per tassi nelle storie di fantasia. Un altro esempio è Billy Brock’s Schooldays, una striscia a fumetti degli anni ’50 che usciva sul fumetto Playhour. Questo è il motivo per cui l’amante di LeBrock, dal secondo volume in poi, si chiama “Billie”. Per ulteriori notizie sul suo nome, vedete le annotazioni a Grandville Mon Amour.
Per tutti quelli interessati ai tassi, consiglio fortemente l’eccellente Badgerlands di Patrick Barkham.
Pagina 13
Vignetta 5: “Nutkin”:La storia di Squirrel Nutkin di Beatrix Potter.
Pagina 14
Il quadro sullo sfondo è Monarch of the Glen di Edwin Landseer, un quadro molto popolare in epoca vittoriana. Landseer è l’autore dei leoni di Trafalgar Square.
Vignetta 3
Roderick Ratzi èstato ispirato dal detective aristocratico Lord Peter Wimsy di Dorothy Sayer, da Bertie Wooster di PG Wodehouse e da Ratty di Kenneth Graham, ne “Il vento frai salici“. Il nome viene da Roderick Rat, uno dei principali protagonisti dello spettacolo televisivo di lungo corso per bambini Tales of the Riverbank, i cui personaggi erano animali reali.
Pagina 15
Vignette 4 e 5
Il padre di Rupert Bear, che indossa i suoi soliti calzoni alla zuava, chiaramente visibile sullo sfondo.
Pagina 16
Vignetta 3
Il segnale che indica la stazione: Nutwood
Ah, Vecchio PappaRatzi! Scusate, un altro gioco di parole con paparazzi
E troviamo finalmente Papa Ratzi in Grandville Noël. Fu James (l’umile webmaster della fanpage dedicata a Bryan Talbot) a suggerire che sarebbe stato un bravo fotografo! Sia questa invenzione sia la sua origine italiana arrivarono molto facilmente mentre progettavo l’elaborata ambientazione di Grandville: Force Majeure.
Vignetta 4
Ai lettori è subito chiaro di aver ascoltato del francese! Napoleone e il regime francese hanno ovviamente soppresso la lingua inglese negli ultimi 200 anni e il francese è ora la lingua ufficiale della Gran Bretagna. Tutti libri di Grandville, tutti i cartelli, poster ecc. sono in francese. Nella vignetta 2, l’uscita è indicata come “sortie” e nella vignetta 3 potete distinguere il famoso poster del 1908 “Skegness è così corroborante” di John Hassall, se non per il fatto che qui invece dice “Skegness est tellement vivifiant”! Il poster riappare a pagina 22, vignetta 1 di Grandville Force Majeure.
Pagina 17
Vignetta 1
La didascalia, che inquadra la scena, appare in tutti i libri, leggermente modificata col passare del tempo. Io mando sempre le pagine dei fumetti all’editore senza testi e con i balloon in un livello differente per far sì che sia più facile per un editore straniero far stare i testi in un’altra lingua. Per qualche ragione, il livello della didascalia era stato dimenticato nella prima edizione Cape di Grandville Mon Amour.
Negli anni ’70 (del secolo scorso) ci furono dei piani e dei progetti architettonici per un ponte sulla manica che però non si concretizzarono mai. Nei progetti c’era una grande area al centro, una sorta di isola artificiale per negozi duty-free, ristoranti ecc. Vidi le bozze in quel periodo sul supplemento a colori del Sunday Times, ma non riuscii mai a recuperarli.
Il design del ponte èbasato più o meno sul Pont Neuf di Parigi.
Vignetta 2
La carrozza, e le due signore struzzo rimandano a The Travelling Companions di Augustus Egg, un quadro popolare durante l’era vittoriana.
C’è però anche un rimando nell’illustrazione di John Tenniel in Attraverso lo specchio e ciò che Alice vi trovò, realizzato dopo che l’autore vide l’opera di Egg presso la mostra annuale della Royal Academy.
Pagina 19
Vignetta 1
Hotel Marianne: Marianne è, ovviamente, un simbolo della Francia, la Dea della Libertà (vedete anche a pagina 47). L’ho ritratta con una testa di gallo con un rimando all’altrosimbolo della Francia.
Vignetta 2
La domestica è Becassine, probabilmente la prima donna protagonista di un fumetto e il primo esempio di bande dessinée moderna, pubblicata dal 1905 e disegnata da Joseph Pinchon. Lo stile ligne claire (linea chiara) della striscia ebbe una grande influenza su Hergé. Il personaggio si trova ancora oggigiorno, in varie forme.
Vignetta 3
Il quadro è Napoleone che attraversa le Alpi di Jacques-Louis David, con una testa di leone in più!
Vignetta 4
Il facchino nasce da Spirou, il personaggio della BD francese estremamente popolare, creato da Robert Velmernel 1938, e poi disegnato da altri artisti come André Franquin.
Il suo verso qui “I arrive” è la traduzione letterale di “J’arrive!” (“I’m coming”).
© Bryan Talbot and James Robertson 2009-18. All rights reserved.
Per gentile concessione di Bryan Talbot e James Robertson
Tra 15 giorni:
Grandville Annotations parte 2^,
che copre le pagine da 21 a 40 del primo Grandville.
SOME IMPORTANT LINKS:
http://www.mary-talbot.co.uk (author’s website)
http://www.bryan-talbot.com/ (The Official Bryan Talbot fan page)
Le edizioni italiane dei primi due volumi di di Grandville sono acquistabili presso il sito di Comma 22, presso il sito Fumetto-online, su Amazon, e credo anche altrove, basta cercarli.
Recenti Articoli in questo sito, dedicati a Mary e a Bryan Talbot.
http://fumettomaniafactory.net/anche-fumettomania-e-contro-la-violenza-sulle-donne/
https://fumettomaniafactory.net/2012/10/06/grandiville-mon-amour-di-bryan-talbot/
NOTE BIOGRAFICHE
Per leggere l’intera biografia di Bryan Talbot cliccare QUI
Cesare Giombetti
Laureato a Cagliari nel 2006 in Lingue e Culture europee ed extraeuropee con una tesi sul tema della diversità del supereroe nel fumetto statunitense. È stato responsabile editoriale Green Comm Services. Si occupa da anni di traduzione dall’inglese e diffusione del fumetto statunitense in Italia. Ha tradotto Bloody Mary di Ennis (2008), L’ira dello spettro di Fleisher (2008), JSA Classic 5 di Thomas (2009) per la Planeta DeAgostini, tradotto e curato le pubblicazioni Archivi del fumetto 1-2-3 (Daniele Tomasi Editore) e co-tradotto Cruel and unusual di J. Delano (2012, Green Comm Services). Si è occupato inoltre della cura editoriale di 2020 Visions di Delano (2011, Green Comm Services). Ha curato la rubrica “Seriali sul serio”, sull’uso del seriale come strumento narrativo, per la rivista Continua… (2010/11, Daniele Tomasi Editore). È stato ideatore e organizzatore della rassegna di incontri con autori e operatori del fumetto Crêpes Dessinées, che si è tenuta a Cagliari fino al 2011 raggiungendo le 5 edizioni annuali. Attualmente, nel poco tempo libero a disposizione tra un cambio pannolino e l’altro (non perché nel frattempo sia invecchiato così tanto da diventare incontinente) scrive qualche breve saggio sul fumetto per Fumettomania, per European Comics Journal, traduce libri, London Macabre di Savile e un libro di ricette e si è anche dato alla scrittura di un radiodramma, Problems , ed all’attivitàdi agente letterario. Per Dana editore sarà infatti pubblicato il primo romanzo di J. Delano.
[…] prima parte delle note di Grandville – pagine da 1 a 20 […]