Black Poppy: storie di guerra … quella vera.

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A volte ritornano!
A novembre 2020 ci siamo salutati con Damiano Gallinaro, dopo 4 articoli molto intensi ed approfonditi dedicati a L’Eternauta, con una promessa anzi con varie promesse.

Nell’ultima parte del 2021 Damiano ha mantenuto quelle promesse ed eccolo qui, di nuovo su Fumettomania Web Magazine per una nuova serie di articoli sulle opere a fumetti scritte da Hector German Oesterheld.

Inizia il Secondo progetto di quest’anno per questo web magazine che, per alcuni mesi, si alternerà a “DRAGON AGE dal videogame ai fumetti!” di Fabio Ciaramaglia. Bentornato Damiano.

Mario Benenati
Curatore del web magazine Fumettomania

P.S.: Damiano è venuto in Sicilia, lo scorso 13 novembre 2021, per partecipare alla gioiosa serata nella quale lui, e i disegnatori di fumetti Lelio Bonaccorso, Val Romeo, Michela De Domenico e Maurizio Gemelli, hanno festeggiato con noi i 30 anni dell’associazione, e ne sono stato molto contento.


La copertina dell'albo brossurato I GRANDI MAESTRI 59: OESTERHELD / SOLANO LOPEZ – BLACK POPPY (Edizione COSMO)

Black Poppy: storie di guerra … quella vera.

di Damiano Gallinaro

Chi non ha mai letto anche solo per curiosità un albo di Supereroica?

Chi non ha mai sognato di essere un aviatore solitario che sfida le forze dell’Asse come il leggendario Barone Rosso reso immortale da Snoopy?

Molti fumetti, soprattutto quelli supereroistici, ci hanno abituato ad immagini stereotipate della guerra, in cui comunque in qualche modo il bene (assoluto) vince sempre sul male (anch’esso assoluto), dove l’eroe bello e impavido supera indenne ogni prova (un esempio su tutti Capitan America), dove squadroni d’assalto come gli Howling Commando di Nick Fury, superano il tempo e lo spazio nella loro guerra infinita contro il nemico (qualunque esso sia), rimanendo per lunghi decenni immutabili come Tex.

Ma la guerra reale è un’altra cosa. La gente muore davvero, muoiono anche i buoni in modo drammatico e a volte senza senso, e spesso coloro che dovrebbero difendere il paese dal nemico che avanza, sono impreparati o pavidi, soli davanti al dolore che provoca la morte di un altro essere umano.

Tutto questo troviamo in Black Poppy, Amapola Negra in lingua originale (Papavero nero in italiano), un altro, poco conosciuto, capolavoro della premiata ditta OesterheldSolano Lopez, pubblicato per la prima volta integralmente in Italia da Cosmo edizioni.

copertina Amapola Negra Fierro ed.  - Immagine tratta dal sito https://thecribsheet-isabelinho.blogspot.com/2014/02/hector-german-oesterhelds-and-francisco.html

La storia è quella del team di un bombardiere americano facente parte di uno degli squadroni mandati a portare la “pace” e la “vittoria” in Europa. Un gruppo di uomini all’apparenza male assortiti, che in molti casi mal si sopportano e che rappresentano tutti i clichè di un paese, gli USA, in quel periodo storico impegnato anche in una guerra interna, la mai vinta lotta al razzismo e all’intolleranza verso il diverso.

Conosceremo le vite e il temperamento di nove uomini. I tenenti: Abner Stiles, pilota, texano, cresciuto in un Ranch, taciturno e riflessivo, Hugh Probst, copilota, sognatore del New England, William Gibson, navigatore, newyorkese, studente di ingegneria, Marcello Frami, bombardiere, pizzaiolo. E dei sergenti: Charles Steiner, meccanico di Chicago, fidanzato con una ragazza di colore, James Lasser , operatore radio, molto aggressivo e intollerante, Roy Foulke, mitragliere californiano, contadino, Don Harper, mitragliere della Florida, che prima della guerra era un crooner, e per finire Bob Portillo, mitragliere di appena 21 anni del New Mexico.

Questa compagnia eterogenea e per certi versi mal assortita, si trova catapultata in un’Europa che nella primavera del 1944 è piena guerra, in un campo di operazioni, quello compreso tra Francia, Belgio e Germania, che è il più caldo in assoluto.

I protagonisti hanno davanti a loro un obiettivo: sopravvivere a 35 missioni prima di ritornare alla loro casa, alla loro famiglia, non come eroi, ma come uomini che hanno visto la morte e la paura dal punto di vista “privilegiato” di un bombardiere.

Tutte le terre finiscono per assomigliarsi quando le si guarda dall’alto”, dice il copilota Hugh Probst al suo compagno di cabina Abner Stiles. Questa bella e profonda riflessione mi ha fatto tornare in mente una vecchia meravigliosa canzone di Francesco De Gregori, Pilota di Guerra, che a mio parere racconta alla perfezione cosa significa vivere la guerra dall’alto:

“Così la vita vola sotto le ali,
e passa un’altra notte su questa guerra,
e sulle case degli uomini tutti uguali,
nel grande orfanotrofio della terra.
E a cosa serve un uomo lo so solo io,
che spargo sale sopra le ferite della città.
E come a un grande amore gli dico addio,
e a cosa serve un uomo lo sa solo Dio.

Oltre le nuvole, oltre le nuvole,
o se possibile ancora un minuto più in là,
con questa notte ai miei piedi,
più nera e più buia a vederla da qua,
ma un giorno il giorno tornerà.”

E il giorno tornerà, ma non per tutti, e il buio della notte e della tempesta poterà morte anche nella piccola compagnia come vedrete nel corso della lettura, di cui non vi anticipo nulla, e alcuni dei nostri eroi volontari a cui è inevitabile affezionarsi, ci lasceranno nel corso delle 12 missioni che vengono raccontate nelle storie inizialmente pubblicate su Hora Cero Semanal.

E questi uomini presi dalla loro piccolezze, dalle loro paure, dalle loro speranze, il cui eroismo dura a volte poche ore prima di essere inghiottiti dall’anonimato della storia, numeri nella terribile statistica dei morti senza nome, sanno parlare al nostro cuore più di ogni eroe patinato, fuori da ogni retorica.

Perché la guerra è questo, uomo contro uomo, senza comprendere davvero bene perché, e questo dall’alto si capisce sempre meno perchè tutto perde senso o ne assume altro.

Il nemico non lo vedi, se non quando incroci un altro essere umano incapsulato su un’altra potenziale “bara volante”, e tutto perde senso e ciò che vuoi è soltanto tornare a casa, consapevole che, seppure resterai vivo, la tua vita in qualche modo è finita in quei giorni sospesi nel vuoto tra speranza e paura.

Eppure c’è un episodio in cui il nemico non è più solo una città anonima o un’altra fortezza volante il cui pilota poco s’intravede, non è più solo un bersaglio impersonale ma un uomo che inveisce contro il cielo prima di morire, e che lancia la sua rabbia contro altri uomini, un nemico che ha un volto ben preciso. Probst, sempre lui, non dimenticherà mai quel volto e inizia, dalla sesta missione, ad immaginare i volti delle migliaia di donne e bambini innocenti che la loro guerra “impersonale” sta mandando a morte sicura.

Cambia completamente il punto di vista, il sentire il significato della vita e della morte.

In queste dodici perle di Oesterheld e Solano Lopez troverete molti dei temi che già si sono visti nell’Eternauta che è stato concepito proprio nello stesso periodo, e nella storia che narra l’ultima missione anche uno special guest, uno dei personaggi più amati del duo, a cui Solano Lopez ha dato le fattezze dello stesso Oesterheld. Un giornalista di guerra venuto a fare reportage proprio su questo gruppo di giovani americani arrivati quasi a metà del loro percorso di gloria.

vignetta con Ernie Pike dal blog https://thecribsheet-isabelinho.blogspot.com/2014/02/hector-german-oesterhelds-and-francisco.html

Il suo nome? Beh, se non l’avete già intuito, scopritelo leggendo il volume della Cosmo edizioni.

In chiusura troverete una delle “storie mai narrate” dell’Amapola Negra, che coinvolge in realtà i soli piloti Stiles e Probst, incaricati di paracadutare in terra francese una cellula di partigiani. L’inziale diffidenza tra i piloti e i combattenti si stempererà durante il volo fino ad un finale che vi lascerà senza fiato.

E con nel cuore una riflessione: che cosa significa essere eroi?

Forse ha ragione Abner Stiles quando dice: “Un eroe è un uomo qualunque che sa far valere la sua vita e la sua morte”.

E tutto il resto è silenzio.

pagina del fumetto in originale dal blog https://luisalberto941.wordpress.com/2018/08/19/el-amapola-negra-y-el-as-de-pique-siguen-volando/

1 – FINE


Damiano Gallinaro Breve biografia

Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e  nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.

Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito

https://www.damianogallinaro.it/

NOTE EXTRA

L’Eternauta si può considerare una delle maggiori opere di letteratura disegnata di tutti i tempi, questo per una serie di motivi. Prima di tutto lo stretto legame della storia di Juan Salvo con la storia personale di Hector German Oesterheld e della sua famiglia, il dramma dei desaparecidos, e della nuova Argentina che sarebbe nata da quel terribile periodo storico.
In seconda battuta per il valore universale che la storia ha rappresentato e ancora rappresenta, come racconto della lotta degli oppressi contro gli oppressori, lotta che non sempre purtroppo porta alla vittoria finale e alla redenzione.

Ma l’Eternauta non è solo la prima opera di Oesterheld e Solano Lopez, è molto di più, è un romanzo incompiuto, una seconda parte scritta a pochi mesi dalla scomparsa di Oesterheld, il tentativo di Ongaro di continuare l’opera del grande scrittore argentino, fino alle ultime storie di Matzegui, Pol e Solano Lopez che disegnano un intero Universo Eternauta, spesso difficile da seguire anche nella stessa storia editoriale.

In tre appuntamenti cercherò di ricostruire la storia editoriale e umana dell’Universo Eternauta, cercando anche di rilevare quali sono le differenze tra le varie incarnazioni di Juan Salvo e come la figura dello stesso e dei suoi comprimari cambia nel corso degli anni al cambiare degli autori e dell’epoca di riferimento.
D. Gallinaro

Per rileggere le quattro parti di questo approfondimento critico dedicato all’universo de “L’eternauta” basta cliccare sopra le immagini di seguito:

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