Aprile 1930: arriva il nemico di Topolino, Gambadilegno
di Carlo Scaringi
Pirata, traditore, bandito, rapinatore, sergente della Legione Straniera, gangster, perfino spia dei nazisti durante la seconda guerra mondiale: questi, e molti altri, sono i panni indossati da Gambadilegno nella sua lunga e disonorevole carriera di avversario principale di Topolino. Una storia iniziata nei fumetti 80 anni fa, il 12 aprile del 1930, quando comparve – prima appena abbozzato, poi qualche giorno dopo a figura intera – nel racconto “Topolino nella valle infernale”, primo di una serie infinita di fumetti ormai popolari in tutto il mondo. Ma in realtà Gambadilegno è molto più vecchio, anzi è stato il primo personaggio dell’affollato universo disneyano. Il suo debutto risale ad “Alice”, la prima serie animata e anche il primo insuccesso di Walt Disney. Era il 1925 e Gambadilegno non era ancora il gattaccio che conosciamo, ma solo un gattone zoppicante, con una gamba di legno, la testa seminascosta da un cappellaccio da cow boy, la bocca digrignante e la mano sulla pistola. Lo ritroviamo nel 1928 in “Steamboat Willie” mentre infastidisce Minnie: è ancora abbastanza anonimo, è solo Peg-Leg Pete, che diverrà Pietro Gambadilegno in Italia quando cominciarono ad arrivare le prime storie di Topolino. La fama di questo personaggio è dovuta proprio alla sua proverbiale cattiveria che lo porta a escogitare i più fantasiosi e complicati tranelli nel tentativo, vano, di sconfiggere l’odiato Topolino. Non c’è da stupirsi dei suoi insuccessi, perché il simpatico topo, in quel momento difficile com’erano gli anni Trenta, impersonava tutti gli ideali di cui l’America si sentiva orgogliosamente depositaria: patriottismo, onestà, generosità, impegno civile. Un simile paladino dello spirito d’oltre Atlantico non poteva certo venir sconfitto da una personificazione del Male, come Gambadilegno il cui unico obiettivo era quello di prendersi una bella rivincita sull’infallibile “topastro”. Nelle prime storie Gambadilegno è ancora un inesperto apprendista del crimine, al servizio di Sylvester Slyter (Lupo nella versione italiana), figura in fondo scialba destinata a scomparire quando il suo allievo avrà imparato il mestiere. Gambadilegno invece diverrà una presenza quasi fissa, perché gran parte delle storie ruotano intorno all’eterno scontro fra Bene e Male.
Il cattivo indosserà ogni volta una maschera sempre diversa: è stato addirittura un corsaro in una storia del 1935, “Topolino e Minnie contro il pirata e contrabbandiere Gambadilegno” mentre un anno dopo in “Topolino giornalista” si presenta con un completo gessato e ghette per trasformarsi in un gangster senza scrupoli a capo della criminalità organizzata che terrorizza Topolinia. Nel 1941 in “Topolino boscaiolo” Gambadilegno appare quasi una persona normale, con la gamba di legno sostituita da un più pratico arto artificiale. La decisione fu presa perchè talvolta i disegnatori sbagliavano a collocare al posto giusto la gamba di legno. Nel frattempo era scoppiato il secondo conflitto mondiale e quel terribile gattaccio si schierò subito dalla parte sbagliata, tentando di trafugare per conto dei nazisti l’ultimo aereo segreto degli Alleati. L’impresa fallì per merito di Topolino, ma anche perchè, per riuscirvi, Gambadilegno doveva fare scomode alzatacce e lunghe scarpinate che gli fecero rimpiangere “i bei tempi in cui erio un rapinatore di banche: le spie si alzano troppo presto”. Il resto è storia recente, o quasi, e come altri personaggi disneyani anche Gambadilegno è stato disegnato da molti autori italiani, come Romano Scarpa che gli ha affibbiato una degna compagna, Trudi, una gattaccia grossa e sgraziata, perfida e tozza, goffamente ingentilita da lunghe ciglia nere, trucco pesante e abiti femminili. Più astuta e malvagia dello stesso Gambadilegno, lo aiuta nelle sue imprese condividendone i sogni di gloria, ma soprattutto le loro sconfitte.
Per saperne di più

Gambadilegno è comparso per la prima volta nei fumetti nell’aprile del 1930 nella storia “Topolino nella valle infernale” pubblicata tra il 1. aprile e il 20 settembre dello stesso anno. E’ stato il primo racconto lungo, dopo tre mesi di strisce giornaliere e autoconclusive sceneggiate per lo più da Walt Disney e disegnate da Ub Iwkers. Dal primo aprile la lunga storia fu iniziata da Win Smith che insieme allo stesso Disney creò molti celebri personaggi, da Clarabella a Orazio, ad appunto Gambadilegno. Tutti sarebbero poi stati perfezionati da Floyd Gottfredsson – il più grande disegnatore di Topolino – che subentrò a Smith il 5 maggio del 1930. Questa prima storia è una delle migliori: inizia con Slyster che annuncia a Minnie l’eredità di una villa lasciatale da un lontano zio. Minnie ignora che nella villa si nasconde, forse, la mappa di un tesoro su cui Slyster e Gambadilegno hanno già fatto un pensierino. Ovviamente Minnie non si farà imbrogliare, e verrà rapita dai due lestofanti. Topolino e i suoi amici partono alla sua ricerca e inizia così un’avventura ben congegnata, prima di una serie infinita di storie, quasi tutte di Gottfredsson, che hanno assicurato emozioni e divertimento a milioni di lettori, grandi e piccoli, in tutto il mondo.