Nuova puntata di Fumettomania Story!
Tra Oggi e domani pubblichiamo due interviste del 1992, estratte dal n.4 della Prozine fumettomania. La prima ad Antonio Serra, co-creatore e sceneggiatore di Nathan Never, che faceva il punto sulla serie dopo 13 numeri, la seconda (che pubblicheremo domani) al mitico Giuseppe Palumbo, che a quel tempo insegnava alla Scuola del Fumetto di Milano. Buona lettura
Questo mese di marzo chiuderemo il capitolo legato ai testi estratti dal n.4 della rivista cartacea per passare a quelli del n. 5 (molto brevi, una sola puntata), in modo che ad aprile potremo pubblicare gli articoli estratti al n. 6 del 1995.
Per i ricordi legati al Salone di Lucca del 1991, invece, bisognerà aspettare qualche altra settimana.
Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.
Introduzione estratta dal n. 4: <<Dopo lo speciale “Un anno di interviste” pubblicato nel numero passato, ci siamo trovati davanti alla possibilità di avere in ogni numero questo spazio per le interviste.
FM … Intervista diventa la rubrica dedicata agli autori; vediamo di conoscere meglio coloro che ci deliziano ogni mese, con le loro storie e che ci fanno evadere dalla nostra quotidianità.
In questo numero abbiamo chiacchierato con Ade Capone e del suo nuovo progetto: Lazarus Ledd (Ed. STAR COMICS), Dino Caterini (responsabile della Scuola internazionale del Fumetto di Roma), Antonio Serra (writer del ‘popolare’ Nathan Never (ed. SERGIO BONELLI), Giuseppe Palumbo (autore di Ramarro). >>
Dopo quella ad Ade Capone (la settimana scorsa), oggi è la volta di Antonio Serra.
M.B.
IO E NATHAN.
Intervista ad Antonio SERRA
(da Fumettomania n. 4, ottobre 1992)
di MARIO BENENATI
Dopo una serie di contatti telefonici, abbiamo avuto l’impressione che Antonio Serra, uno dei tre sceneggiatori di Nathan Never, avesse qualcosa da ribadire e punti da chiarire sulla serie dopo 13 mesi. E’ nata così l’idea di questa intervista, realizzata via posta.
Fumettomania.: Biade Runner n. 10, Delta n. 1, le mostre di Lucca ’90, appuntamenti dell’ 8- 9 giugno ’91 sempre a Lucca, il 14- 15-16 ad Impruneta, a Montecalvoli il 6- 7 luglio, Fumettomania n. 2 (Cover di Castellini), Fumo di China n.10 (Speciale Nathan), il Nathan Never n.0 targato AD, Flex n.1, Nocturnia n. 5, Boomerang n. 1, City Light n. 2, Fumettando n. 1 e 2, ·Graffiti n. 14, Aleph n. 2, Comic Art n. 85 (nov. ’91), Lugano (dal 14 al 23 maggio ’92); FdC n. 13 … e chissà quante altre riviste …
Nathan Never è stato il personaggio del quale si è parlato di più negli ultimi 24 mesi, con quale risultato Antonio?
A.S.: Nessun risultato, sostanzialmente, se non quello di aver deluso le aspettative di un certo gruppo di lettori. L’eccessiva attesa ha provocato un’aspettativa ingiustificata nei confronti del personaggio, cosa che poi ci ha tirato addosso molte critiche. Ma, come si può notare anche dal tuo elenco, la Casa editrice Bonelli ha fatto per Nathan esattamente lo stesso che fece a suo tempo per lanciare gli altri suoi personaggi.
Solo che stavolta l’ambiente del fumetto (e in particolare fanzine e pro-zine) è stato più sensibile facendo immaginare ai lettori più interessati chissà quale spaventoso lancio pubblicitario (che non è mai esistito) e chissà quale personaggio rivoluzionario (quando, fin dagli inizi, sulle pagine del progetto, noi avevamo scritto di volere un personaggio tradizionale che ripristinasse la figura dell’eroe buono e positivo, che ormai era andata perduta).
Ritorniamo indietro nel tempo: Novembre ’90. Proprio tu ci dicesti (a me e a Vito Di Domenico, nel palazzetto dello Sport di Lucca) che il rispetto per i canoni bonelliani era solo nel formato e nella periodicità, è stato veramente così? A noi non sembra … (interpella la tua coscienza prima di rispondere).
A.S.: Anche qui c’è un fraintendimento.
Noi (Michele, Bepi e io) abbiamo rispettato i nostri canoni. Se questi coincidono, almeno parzialmente, con quelli della Sergio Bonelli Editore, la cosa non è un caso … se avessimo aspirazioni diverse, se volessimo fare una “rivoluzione” totale nel campo del fumetto, non lavoreremmo per Bonelli.
Io penso, però che Nathan, per le sue caratteristiche, sia un personaggio che si distingue da tutti gli altri della Casa editrice, e questo è più che sufficiente.
“Volevo la fantascienza” dice Sergio Bonelli a FdC n. l0, … ” quindi ho accettato con piacere la proposta dei tre sardi, anche perché, avendo delle radici diverse dalle mie e da quelle degli altri sceneggiatori della mia età li ritengo in grado di condurre il progetto seriamente”.
Ma è stato più facile convincere Bonelli o i lettori di Nathan, visto che quest’ultimi dimostrano una certa insofferenza sul vostro personaggio? E’ inutile che neghi ne abbiamo le prove.
A.S.: E’ stato senza dubbio più facile convincere Bonelli.
I lettori (o meglio, i commenti dei lettori, dato che le vendite sono andate subito benissimo) sono stati un pò freddini, ma ora, dopo più di un anno, un certo entusiasmo per il personaggio sta cominciando a farsi strada, e le circa 200.000 copie vendute ogni mese lo dimostrano. Noi autori, comunque, aspettiamo di vedere come va a finire.
Sempre in un intervista a FdC n.10, hai considerato le tue letture preferite: Il Corriere dei Piccoli, molte pubblicazioni francesi; le pubblicazioni della editoriale Corno ed ultimamente Byrne, Miller, Moore; e i manga in questa scaletta dove stanno, visto che molti lettori e ‘pseudo’ lettori ti rimproverano un Nathan Never “giapponesizzante” (non solo per l’ambito tecnologico), più che “amerikano”?
A.S.: I giapponesi non sono stati per me una “lettura”. Non capisco un acca di giapponese, e guardavo solo le figure. Ho visto decine di cartoni animati in italiano (questo si ) ma il più delle volte la fantascienza dei cartoni giapponesi è ispirata a classici della letteratura di SF che io ho letto, quindi…
Per quanto riguarda l’accusa di “giapponesizzante”, è ridicola. Anche Miller è “giapponesizzante”, ma nessuno lo ha rimproverato per questo. Mi sembra invece interessante avere un Italia un personaggio malleabile, pronto a raccogliere i suggerimenti che arrivano dalla fumetterie estere più avanzate, e in grado però di rielaborarle per suo conto. E non mi sembra poco.
I disegnatori hanno avuto una certa difficoltà a seguire le tue indicazioni, specialmente quelle tecnologiche, da cosa dipende?
A.S.: I nostri disegnatori, per quanto giovani, erano troppo legati a una visione del futuro “sudamericana” o, al massimo ,”Marvel”. Educarli a una visione· più realistica non è stato (e non è ) facile, ma speriamo di aver raggiunto una certa uniformità.
Sappiamo che in redazione arrivano lettere di tutti i generi, anche quelle in cui il miglior complimento è << andate a fare in c …. >>, come mai? Evidentemente la tua faccia è poco simpatica ….
A.S.: La mia faccia per fortuna la vedono in pochi, e in ogni caso non c’entra nulla. Non è neanche vero che si ricevono lettere così “dirette” nel linguaggio (sarà capitato una o due volte al massimo).
Come ho detto sopra, l’accoglienza di Nathan è stata sicuramente fredda, soprattutto da parte dei lettori specializzati in fantascienza che avrebbero preferito (a giudicare dal tono delle loro lettere di protesta) degli adattamenti puri e semplici dei loro romanzi preferiti, piuttosto che un personaggio principale.
Facciamo una carrellata sui tredici numeri fin qui pubblicati.
Premessa: a nostro avviso tutte le storie superano abbondantemente la sufficienza, sia nei disegni che nelle storie, con delle punte molto alte nei n.ri 1, 7, 8, 11 e 12.
Numero Zero: A pag.14 Nathan Never “Sono un agente dell’Agenzia Alfa, e sono qui per riportarti a casa”. Risposta del numero zero “Casa? lo non ho casa signor agente … e non mi riporterai in uno squallido istituto dove gli scienziati giocano a palla col mio cervello “.
Una prima impressione. Il primo impatto di Nathan: un ESP, un arma letale nelle mani di chiunque; cambiamo l’ambientazione, da una stazione orbitante a Washington, e mi ritorna in mente Martin Mystere n. 37/38 (La mente che uccide), C’è qualche legame tra i due racconti?
A.S.: Nessuno. La storia (che è debole per mille altri motivi) da quel punto di vista è perfetta così. Gli ESP sono un argomento tipicamente fantascientifico e non vedo nessun collegamento con quella “classica” avventura di Martin.
Nel NN n. 1 c’erano gli splendidi disegni di Claudio Castellini. In quel numero facciamo anche la conoscenza di Legs, che non mi sembra essere una di quelle donnine facili di Dylan Dog, ma … già, che cos’è Legs e fino a che punto sarà portato avanti questo personaggio?
A.S.: Una premessa. Non farò commenti sulla considerazione che voi avete fatto sulle storie e ai disegni.. .. Bene … ora la risposta: Legs è una agente, come Nathan Never, ed è il primo caso di comprimario femminile “alla pari” nei fumetti bonelli (una vera “rivoluzione” di cui nessuno si è accorto (quasi nessuno), anche se esiste il precedente illustre di Bella, ideata da Gino D’Antonio, ma la situazione era diversa … Bella e Bronco si amano, Legs e Nathan no!).
Dove arriverà il personaggio? Ancora non lo sappiamo, ma cercheremo al più presto di raccontare la storia del suo passato, ricca di colpi di scena (speriamo) imprevedibili.
Le leggi della Robotica ed Isaac Asimov, vedremo altre citazioni riprese dalla sua immensa opera, o è stato solo un caso?
A.S.: Nessuno ha capito che quella storia (tra le righe) voleva dire cha Asimov aveva fatto il suo tempo, e che ormai le sue idee e i suoi libri sono superati (anche se, ovviamente, hanno fatto la storia della fantascienza). In ogni caso, per ribadire questo concetto, sto preparando un’altra storia, dove chiarirò meglio il rapporto tra i robot degli albi di N. N. e le leggi della robotica.
NN n.2 “Il monolito nero” con Bonazzi ai disegni.
Pag. 76 Marcus Hackman ” … Gli uomini hanno bisogno di qualcosa in cui credere, Never …. ed io gliela offro … “. N.N. “Certo … per poi sfruttare i pellegrinaggi di migliaia di persone nella Suo Valley e guadagnarci sopra miliardi .. “; è la solita storia che si ripete da centinaia di anni a questa parte, una setta religiosa che sfrutta l’ignoranza del popolo per i suoi fini.
Volevate lanciare qualche messaggio particolare o era solo un modo per rendere noto questa ‘truffa’ tipica nella nostra era.?
A.S.: Non capisco bene la domanda (colpa dell’intervista per lettera … N.d.R.).
Secondo noi l’idea di una setta che usa, nel futuro, come ” cargo cult” un film, o un elemento di un film del passato, era davvero buona (e ce lo hanno confermato anche Sclavi e Castelli, a cui la storia è piaciuta moltissimo). Quindi l’idea “nuova” c’era.
I fumetti poi sono fatti per divertire, non per lanciare messaggi (e infatti, vedi risposta precedente, quando ci provano falliscono in pieno).
N.N.3 “Operazione Drago”, disegni di Stefano Casini.
Una trama scontatissima a nostro avviso. Pag.46 Reiser: “E’ una missione difficile, Nat … tu sei l’unico che può farcela” ed il generale Powers “Renditi conto che quei batteri rappresentano un pericolo per l’intera umanità; mi sembra di averla già sentita questa frase …. un infinità di volte!!
Sei d’accordo con me che Vigna poteva affrontarla meglio questa storia?
Puoi dirci qualcosa? ·
A.S.: Rispondo: è una storia rivoluzionaria. E’ una avventura di spionaggio impostata come i film di James Bond. E’ la prima volta che si è fatto qualcosa del genere in ambito Bonelli, ma anche qui nessuno ha notato la cosa.
Oggi come oggi penso che Bepi la scriverebbe in modo diverso, ma io per primo riscriverei daccapo in numero uno … sono passati quasi due anni da quando queste storie sono state scritte e molte cose (tra cui anche Nathan) sono cambiate ….
N.N. 5 “Forza invisibile”, disegni di Toffanetti. In un ambiente metropolitano futuribile non potevano mancare i mutanti e forse Medda (ammiratore del ‘mutante’ Claremont) era l’unico in grado di darci una sua personale visione. Ma con tutte le sue buone intenzioni, non mi sembra esserci riuscito (se mai ci ha provato).
Gli Esp sono invece una chiave di lettura per leggere di prostituzione e di una sensazione di malessere tipica dei giovani; ma niente a che vedere con i diversi di Claremont. Come la pensi tu sull’argomento mutante?
A.S.: Perché, Claremont non usa i suoi mutanti per realizzare storie che sono metafore del mondo di oggi, e della gioventù americana di oggi? Non capisco proprio.
N.N. 7 “La zona proibita”, disegni di Nicola Mari.
Questa storia ha aperto un varco non solo nell’ambientazione e nel personaggio di Nathan Never, ma anche nel modo di impostare un fumetto che dovrebbe essere ‘popolare’ ma che in realtà è molto di più.
A Pag.65 ” Vivere …. è incredibile come ogni essere umano sia attaccato alla vita, come cerchi, sempre e comunque di restare su questo dannato mondo … in poche ore ho visto uomini rassegnati alla loro malattia, incattiviti.. .. con la mente ormai sconvolta o degradata a livello infantile e ciò nonostante vivi! E confrontandosi con loro mi sento un debole …. questi uomini sono riusciti ad adeguarsi a condizioni di vita nelle quali io forse mi sarei ucciso … ” e così via.
Mi sembra un inno a continuare ad andare avanti, un manifesto per la vita, ma specialmente il passaggio ad un Nathan maturo, è proprio così?
A.S.: No. Anche se questa è la storia che preferisco tra quelle mie finora pubblicate, l’ho scritta prima di quella del numero uno, e il Nathan Never “maturo” deve ancora venire. Inoltre non è piaciuta granché ai lettori. L’accoglienza è stata buona, ma nessun entusiasmo. Un’altra “rivoluzione” mancata, secondo me. Il pubblico è un giudice spietato del tuo lavoro.
N.N.8 “Uomini Ombra”. Non ho parole per elogiare la storia, vuoi aggiungere qualcosa tu; cosa hai lasciato fuori dal mosaico di questa storia da utilizzare in futuro?
A.S.: Fuori è rimasto quasi tutto. In ogni caso, come avete potuto vedere, la trama della fratellanza Ombra si sta sviluppando, e le sorprese non sono certo ancora finite.
N.N. 9 “Gli occhi di uno sconosciuto”, Stefano Casini ai disegni.
Interessante il legame musica/fumetto, sicuramente ben strutturato in una storia tutto sommato ben riuscita. Nathan Never sembra assumere una linea di riferimento abbastanza chiara: Medda cura delle storie più psicologiche, introspettive; tu quelle miste dove alla riflessione si miscela la sana avventura; Vigna quelle più classiche. Ma è e sarà sempre così?
A.S.: No. E’ proprio falso. Aspettate e vedrete.

N.N.10 “Inferno”, disegni di Dante Bastianoni. Ancora mutanti, ancora azione in una storia veloce nella lettura e nei disegni.
E passiamo al N.N.11 “Fanteria dello Spazio”, disegni De Angelis.
La storia mi è sembrata buona anche i personaggi sono ben caratterizzati. Addirittura, se mi permetti, un fumetto bonelliano ha come protagonista delle donne: Susan Connery, Sonia Lockhart, Lupe Vasquez “E’ imperfetto, come tutti gli uomini…mi sono illusa inutilmente… non riuscirà mai a capire … ad accettare la nuova realtà di cui potevo renderlo partecipe … “. Cavolo non è cosa da poco, dicci qualcosa sulla genesi di questa storia sicuramente innovativa. Non mi raccontare le solite quattro balle su ALIEN!
A.S.: La storia è nata da considerazioni fatte mentre ero militare. E’ piaciuta moltissimo ai lettori, ma io sono personalmente insoddisfatto. Non sono riuscito a metterci dentro tutto quello che volevo, soprattutto nel finale, che i molti hanno giudicato “militarista”.
Io, invece, volevo solo far notare che, se bisogna certamente fare tutto il possibile per la pace, è inutile illudersi che l’uomo la smetta di fare la guerra. E’ nato per quello, e non finirà mai di combattere contro i suoi simili (e il mondo di oggi ce lo dimostra con grande chiarezza). Non nego però che mi piacerebbe trovare qualcuno che mi dimostri il contrario.
N.N. 12 (continuazione del n.11). La storia è veramente bella, mi ha suscitato una domanda che sicuramente ti avranno fatto un milione di volte.
L’ 11 il 12 sarebbero stati eccezionali a colori. Nathan mi sembra l’unico personaggio bonelliano che viene pensato e sceneggiato a colori, che poi ritroviamo solo in copertina. Ma mi rendo conto che 98 pagine a colori mensili sono impossibili da realizzare. Come cerchi di gestire questo handicap?
A.S.: L’handicap non esiste, e i colori sono tecnicamente ed economicamente irrealizzabili in un albo mensile di circa cento pagine.
Ti ringrazio per la pazienza dimostrata Antonio, Ciao.
A.S.: Ciao Mario.
L’INTERO NUMERO QUATTRO DI FUMETTOMANIA
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NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2021





