Nel corso del 24° giorno del crowdfunding di Fumettomania Factory – APS, il cui obiettivo (giusto per ricordarlo a chi ci legge per la prima volta) è quello di completare l’acquisto delle scaffalature per i locali della Biblioteca-Archivio del Fumetto che apriremo nella nostra città, riusciamo a pubblicare un nuovo articolo con dei testi estratti dalla nostra storica fanzine cartacea” il cui direttore responsabile era il nostro grande amico Luca Boschi (scomparso lo scorso 3 maggio).
Nell’ambito dei festeggiamenti dei 40 anni di Martin Mystère, il character creato dal mitico Alfredo Castelli, e pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore ci aggreghiamo anche noi con la pubblicazione (oggi e domani) sul sito di due articoli, estratti dal n. 8 di Fumettomania; il testo di oggi è questa intervista ad Alfredo Castelli del 1996, nella quale vengono sollevati dei concetti interessanti e per nulla banali, mentre domani pubblicheremo una recensione di uno dei primi Martin Mystère Gigante (del 1996) che si rivelò essere una buona storia.
L’intervista era di Massimo Todaro (giornalista di Messina), mentre l’articolo era del giovanissimo Lucio Sottile, grande lettore di fumetti della Sergio Bonelli.
Ci rivediamo tra 15 giorni!
Buona lettura
Mario Benenati, curatore del sito Fumettomania Factory Magazine
Comunicazione di servizio:
Dall’11 gennaio al 12 marzo 2023 è attiva la campagna di Crowdfunding sulla piattaforma “Produzioni dal Basso”. L’obiettivo della raccolta fondi (con ricompense) è raggiungere 5000 euro poter completare l’acquisto delle scaffalature necessarie per la Biblioteca-Archivio del Fumetto che apriremo nella nostra città!
Ecco il link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Sosteneteci con una donazione libera oppure con una donazione ‘mirata’ per far vostra una delle 20 ricompense previste.
English version.
Service communication: From 11 January to 12 March 2023 the Crowdfunding campaign is active on the Italian platform “Produzioni dal Basso“. The goal of the fundraiser (with rewards) is to complete the purchase of the shelves needed for the Comics Library that we will open in our city!
Here is the link, https://www.produzionidalbasso.com/project/apriamo-l-archivio-del-fumetto-a-barcellona-pozzo-di-gotto/
Support us with a free donation or with a ‘targeted’ donation to make one of the 20 rewards available yours.
Il sommario del n. 8 è riportato di seguito
- Introduzione – pag. 1 (copertina)
- Sfogliando un fumetto – pag. 2
- Delitti e fumetti. Intervista ad Alfredo Castelli – pag. 4 (che pubblichiamo oggi)
- Indipendence – pag.6
- Un anno di ESP erimenti – pag.6
- Hammer amore mio – pag.7
- Batman Engines – pag.8
- Esordienti in vetrina: Speciale Portfolio – pag.9
- Eightball – pag.13
- Bone notizie da MACCHIA NERA – pag.14
- Cuore di Trekker – pag.14
- Avventura e sentimento, tutto sul nuovo Martin Mystère Gigante – pag.15
- Novità dal fronte americano – pag.16
- La battaglia è iniziata, intervista a Rinaldo Traini – pag.16
- Internet e dintorni, news sui fumetti – pag.18
- Sulle tracce di Fumettomania – pag.19
Nella marea di autocelebrazioni e commenti più o meno superficiali che hanno accompagnato il centenario delle “nuvole parlanti” Alfredo Castelli ha voluto, con una punta di malizia e con l’autoironia che lo contraddistingue, ricordare il ruolo spesso sottovalutato e a volte denigrato cui il genre è stato a lungo vittima. Ne emerge un rapporto non sempre paritario e lineare tra il fumetto, gli altri media, un certo ambiente intellettuale e politico, e le diverse generazioni di lettori.
Delitti e Fumetti
Intervista di Massimo Todaro (agosto-settembre 1996 )
Tra i protagonisti del fumetto italiano, Alfredo Castelli è sicuramente il più loquace; ma, secondo me, quello che per altri potrebbe essere un grave difetto, in lui diventa un grosso pregio che, tra le altre cose, permette, a chi lo intervista, di avere a disposizione tantissimo materiale da sviluppare.
Quali sono i programmi futuri di Martin Mystère?
“Intanto abbiamo avviato un miglioramento qualitativo delle storie. Purtroppo ci eravamo resi conto che la serie stava attraversando un periodo negativo, soprattutto per quel che riguardava le storie piuttosto che per i disegni. E’ stata quindi avviata una operazione di restyling e spero che i lettori si siano già positivamente accorti del rinnovamento.
Diversi sceneggiatori della serie, tra cui Carlo Recagno ed Enrico Lotti compongono, insieme a me, quello che pomposamente definisco il team creativo della serie, il cui scopo è di ridare al personaggio quelle caratteristiche positive che ritengo abbia perduto per un certo tempo a causa di un infinità di ragioni che non sto qui ad esporre.
D’ora in poi, salvo rare eccezioni, sarò io a scrivere le storie, spalleggiato dagli autori già citati. L’ ‘altra novità è la ristampa, con periodicità semestrale, di tutto il materiale di Martin Mystère non uscito nella serie regolare. Si tratta di un progetto largamente caldeggiato dai lettori ed al quale tengo molto. Per l’occasione le copertine dei vari albi saranno ricolorate elettronicamente”.
Come mai non avete pensato a delle copertine inedite?
“Sergio Bonelli, in merito, ha una sua precisa politica e, per non tradire le aspettative degli acquirenti dei suoi albi, vuole che sia ben evidente che il prodotto in questione è una ristampa di storie già edite altrove”.
E per una nuova ristampa della serie regolare?
“In tal senso non posso dare certezze, anche se penso che i tempi siano prossimi alla maturazione di un progetto simile; comunque, a me piacerebbe una ristampa non degli albi di Martin Mystère ma delle storie a se stanti; certo, ciò comporterebbe non pochi problemi riguardo alla loro dimensione ed al relativo prezzo, ma credo che sarà questa la strada che si seguirà”.
Parliamo adesso dell’albo speciale Martin Mystere e il mistero delle nuvole parlanti dedicato ai 100 anni del fumetto.
“Come sapete, è una storia che si svolge proprio nel mondo del fumetto, un mondo dove però i nemici dei comics sono riusciti a fare in modo che questi siano messi al bando e che chi li legge, al pari dei consumatori di droghe pesanti, sia incarcerato. Ho scritto la storia con un pizzico di cattiveria proprio perchè, pur sembrando paradossale, risente di alcuni aspetti della nostra realtà.
Nonostante manifestazioni belle ed importanti come Expocartoon, la visione generale del fumetto da parte del mondo degli intellettuali e dei politici è ancora legata all’equazione fumetto uguale fonte di molti mali, non tutti per fortuna; una visione degli anni ’50 alla quale non si e ancora riusciti a sfuggire”.
Ma oggi i media sono più attenti al mondo dei fumetti, Oscar Cosulich, ad esempio, ha uno spazio fisso sull’Espresso.
“Si, forse l’impressione superficiale e che i media guardino al fumetto con una certa benevolenza ma, se scaviamo un po’ più a fondo, le cose sono diverse ed al fumetto vengono attribuite pessime caratteristiche.
Di recente, per fare un esempio, ho visto una trasmissione su Rai3 (un canale che, forse, dovrebbe essere quello più progressista anche nei confronti dei mezzi di comunicazione) intitolata “Può il fumetto indurre al suicidio?”.
Un titolo che non ha una tesi, ma che contiene già la soluzione. I fatti accaduti sono i seguenti: un ragazzo pieno di problemi si spara e, nella sua stanza, viene rinvenuta l’immancabile collezione di fumetti; quella collezione di fumetti che non è mai mancata, sin dagli anni ’50, nelle case di tutti i giovani suicidi, ma anche in quelle di criminali capaci di uccidere la propria nonna o strangolare il padre.
Una volta si trovava l’Intrepido, poi Tex e via discorrendo fino a Diabolik e poi Dylan Dog. La collezione di Martin non viene mai trovata perché vende molto meno e ciò mi rattrista parecchio … Ma vediamo di capire il perché di questo accanimento da parte del mondo della cultura, e sottolineo la c minuscola, contro il fumetto.
Secondo me è dovuto al fatto che, tra tutti i media che accompagnano il testo alle immagini, quindi cinema, televisione, videogame, ecc., il nostro è sicuramente il più povero, quello che coinvolge meno interessi. Parlare male della televisione si può fare per sport, ma è difficile attaccarla duramente perché coinvolge potere. Il fumetto, invece, è ancora un mezzo artigianale, ha un giro d’affari sostanzioso ma non si tratta certo del potere o del denaro legati alla televisione; quindi lo si tratta come capro espiatorio.
Nella trasmissione che citavo prima, addirittura si partiva dal presupposto che, essendo il fumetto un mezzo che, per sua natura, presenta storie violente e crudeli, allora è naturale che queste inducano a comportamenti distruttivi come il suicidio. I giornalisti presenti, tra i quali c’erano persone che reputo intelligenti come Gianni lppoliti, non si sono posti neanche il problema di distinguere tra il fumetto come mezzo rispetto ai suoi contenuti.
Il media fumetto è stato invece identificato con un contenuto che, tra parentesi, non è l’unico· che lo caratterizza. Spostiamoci poi agli articoli che parlano di fumetti sulla carta stampata: se si parla di un film si descrivono il suo contenuto, la colonna sonora, la fotografia ecc., se invece si parla ai fumetti si tende a ricercarne il lato buffo, quello circense, l’aspetto che li rende un fenomeno da baraccone. Un esempio: quanti articoli di quelli scritti su Dylan Dog si sono occupati di capire la formula del successo di questo personaggio e quanti invece si sono soffermati sul fatto che il suo creatore Tiziano Sciavi sia una persona che non esce mai di casa e che trascorre tutto il suo tempo con dei gatti o altre cose simili?
E come tratta la stampa Martin Mystere?
“Devo ammettere che non posso lamentarmi del modo in cui sono stato trattato finora dalla stampa. E’ molto diffide che Martin venga trattato in termini folkloristici e, d’altronde, visto che su di me si può dire talmente poco, è naturale che i giornalisti si concentrino sul prodotto piuttosto che sulle mie abitudini… Comunque, ribadisco, non è così in generale; pensate al povero Bonvi.
E’ stato necessario che raggiungesse la grande edicola dei cieli perché uscissero degli articoli in cui gli si riconosceva di aver contribuito notevolmente al fumetto italiano, mentre erano anni che si parlava di lui solo quando andava in giro vestito da Sturmtruppen o cose simili”.
Ma le colpe sono solo degli altri?
“Sicuramente no. Anche noi che facciamo fumetti abbiamo le nostre, così come nel mondo del cinema esistono registi e produttori che fanno brutti film. Quello che dico però è che, nei confronti del cinema, l’atteggiamento è diverso: se un film non piace, ci si limita a dirlo senza con questo arrivare alla tesi che tutto il cinema è uno schifo; per il ‘fumetto è, invece, il contrario. C’è un atteggiamento negativo che, se vogliamo trovare una giustificazione storica, risale secondo me a quando il primo direttore del Corriere dei Piccoli, nel pubblicare le storie di Arcibaldo e Petronilla provenienti dall’America, decise che tenere le nuvolette era diseducativo e le sostituì con delle lineette, marchiando indelebilmente il fumetto di questa caratteristica.
In Francia, pur attraversando alti e bassi nel gradimento, il fumetto è considerato un media normale e le trasmissioni che ospitano autori sono sobrie e pacate; non c’è bisogno, come in Italia, di sagome giganti dei vari personaggi e di altri fenomeni mirati ad infantilizzare l’argomento”. Questo mi fa subito pensare alla puntata dedicata al fumetto della trasmissione Corto Circuito, condotta da Daria Bignardi su Italia1, con ospite, tra gli altri, anche Sergio Bonelli.
Tornando a Martin , un dubbio dei lettori riguarda il suo rapporto con Diana; si sposeranno mai?
“A questa domanda rispondo che, non avendo nulla in contrario al matrimonio tra umani, sono del tutto favorevole a quello tra personaggi dei fumetti, sicuramente caratterizzato da minori implicazioni. Per Martin, l’unico freno che ho riguarda la gestione del personaggio dopo un tale evento.
Ricordo ancora che, quando un vecchio personaggio dei fumetti, l’Agente Segreto X9, si sposò, il suo sceneggiatore, dopo poche settimane fece uccidere la moglie perché non sapeva più come fare a portare avanti le storie”.
Ultima domanda: Martin sta invecchiando anagraficamente (ricordiamo che è nato a New York il 26/6/1942); come risolverà questo problema?
“Fin dall’inizio della serie, scelsi di dare al personaggio una data di nascita precisa. Adesso quindi me lo ritrovo decrepito, rincoglionito e morente, visto che ha 54 anni. La cosa, peraltro, non mi incoraggia molto, dato che ho anch’io quell’età e quindi capisco cosa pensino i lettori di me …
Comunque io difendo i cinquantenni e penso che, essendo Martin Mystère un personaggio a fumetti, magari gli si possa perdonare anche qualcosa in più rispetto ai suoi coetanei umani. Devo dire però che, con l’astuzia che mi contraddistingue, all’interno della storia Affari di famiglia, disegnata da Alessandrini, seppur marginalmente, ho inserito un elemento che mi permetterà di rispondere a chi in futuro avrà qualcosa da obiettare sull’età del Buon Vecchio Zio Martin. Leggete la storia e vedrete”.
L’INTERO NUMERO OTTO DI FUMETTOMANIA
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NOTE EXTRA
FUMETTOMANIA INDEX 1990 – 2012
ovvero, tutte le informazioni e tutti i contenuti relativi ai 20 numeri pubblicati della rivista cartacea Fumettomania.