Nel n. 4 della Pro-zine Fumettomania (uno dei più bei numeri della nostra pubblicazione) uno degli approfondimenti che abbiamo pubblicato era dedicato ad Angoulême, ed all’edizione del 1993 del Festival, rileggiamone insieme in questa nuova puntata di Fumettomania Story!
In questa prima parte di questo Itinerario turistico, alla scoperta dei fumetti francesi, troveremo tanti protagonisti: Marcel Gotlib, Art Spiegelman, Isabelle Rabarot, ad esempio, ma anche Michel Edouard Leclerc, l’uomo d’affari che ha salvato Angoulême con 3,5 milioni di franchi e che ne ha investito altri 10 per il Centro Lecler per il ’92.
Ancora una volta abbiamo recuperato questi testi di archivio completando con immagini e testi.
Per i ricordi legati al Salone di Lucca del 1991, invece, bisognerà aspettare qualche altra settimana.
Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.
AL DI LA’ DELLE ALPI
Itinerario turistico alla scoperta di Autori, tendenze, e fumetti francesi
PRIMA PARTE
Testo estratto dalla rivista cartacea fumettomania:
<<Ancora fortissimamente Angoulême
Non crederete ai vostri occhi. Rieccoci a parlare di Angoulême, per scrivere qualcosa di credibile ed interessante anche a distanza di sei mesi….. >>
La Dargaud ha iniziato a pubblicare nel settembre del ’91, la pubblicazione La Lettre, formato A4, ha (nel 1991, NdR) come obiettivo, di comunicare, informare e fustigare l’universo dei fumetti, e di dare la parola agli autori, ai lettori, ai giornalisti, ai librai … con 16/ 24 pagine in b/n è stampata in 12000 copie richiedibile presso Dargaud (fino a quando è stata stampata su carta, NdR) .
Nel n. 2 (nov ’91, qui di lato la copertina, NdR) Michel Edouard Leclerc, l’uomo d’affari che ha salvato Angoulême con 3,5 milioni di franchi e che ne ha investito altri 10 per il Centro Lecler per il ’92, viene intervistato. Sotto viene riportato uno stralcio dell’intervista.
Nel n.3 l’intervistato è uno dei migliori autori esistenti nel panorama internazionale, François Boucq, pubblicato più volte su COMIC ART, a proposito a quando uno yellow kid a Lucca? (intervista che prensenteremo e leggeremo tra due settimane, NdR).
Nota: l’intervista di M. E. Leclerc era stata realizzata prima di Angoulême, per cui la composizione delle risposte è al futuro e non al passato.
DARGAUD E … LA LETTRE
Domande di DIDIER CHRISTMANN, traduzione di Joe SOTTILE. (gen.- sett. 1992)
Lettre: II salone di Angoulême ha avuto, fino ad oggi, un’immagine un pò “Intello”. Contate di allargarlo alla vera realtà di mercato e farlo diventare un Salone di ‘specialisti’? Qual’è il vostro ruolo esattamente?
M.E.L.: Lecler non cerca di dirigere il Salone. Ci siamo semplicemente consultati su tutte le decisioni, la struttura esistente è da modificarsi e da rinforzarsi, esiste infatti un Comitato strategico che raggruppa la città, i diversi editori, i collaboratori finanziari e i rappresentanti della vita associativa (particolarmente la Cassa di Risparmio e Leclerc).
Esiste ugualmente un comitato artistico, dove Isabella Collombet è presente (rappresentante del progetto dei centri Leclerc in materia di librerie). Ciò che converrebbe fare, sarebbe di legare un pò più gli editori alla vita del Salone, per arrivare a far ‘muovere’ l’editoria dei fumetti (che è attualmente una grossa lacuna).
Fare del Salone di Angoulême un Salone mondiale del fumetto. Abbiamo constatato che regna in questo settore un aria di malinconia. Penso che ciò dipenda dal fatto che gli editori hanno una percezione malinconica del loro mestiere. Sono, in generale, una cattiva immagine di ciò che producono e hanno delle idee ugualmente sbagliate sui loro lettori. Alcuni dubitano, altri pensano che il fumetto è finito.
Per noi, per Angoulême e dal punto di vista del grande pubblico, il fumetto ha ancora un gran seguito che permette l’accesso non d’elite alla cultura, una ventata d’aria fresca nelle pubblicazioni. Bisogna vivere ad Angoulême per sapere ciò che rappresenta realmente il fumetto e per apprezzare quanto questo pubblico del fumetto sia vario.
Detto ciò, è certo che ci sia una certa frustrazione da parte del grande pubblico, che viene ad Angoulême per scoprire autori e disegnatori ma che riparte spesso a mani vuote. In realtà A. non è abbastanza aperta sul mondo, non è abbastanza “mondiale”, non è abbastanza produttrice d’informazioni. E su ciò che dobbiamo, con gli editori. imperniare i nostri sforzi.
L.: E il ritorno del fumetto per ogni pubblico?
M.E.L.: Ognuno sa cosa converrebbe fare prima di tutto: allargare l’audience del salone, questo già succede nelle pubblicazioni per il grande pubblico. Bisogna andare a cercare il pubblico, restaurare la fiducia, e forse triturarsi un pò meno le meningi con il fumetto per adulti.
La nostra azione sarà d’aprire il pubblico al fumetto grazie all’azione dei negozi valorizzando, sul piano delle mediazioni, la novità, gli autori e i giovani e, perché no, gli editori stessi.
Abbiamo previsto delle campagne pubblicitarie che porteranno i nostri punti vendita, a livello commerciale, a fare dei grossi sforzi sulla diffusione del fumetto prima, durante e dopo il Salone e, a livello di comunicazione, a far conoscere i nuovi autori.
L.: Quali sono state le vostre prime letture fumettistiche?
M.E.L.: Leggo fumetti da sempre. Devo avere a casa mia, fra quattro e cinque mila volumi.
Per essere più precisi, ho dovuto leggere prima di tutto i grandi classici, quali Astérix, TinTin, I Puffi, Spirou. Sono ugualmente un grande divoratore di fumetti tipo Spiderman, Mandrake, Benoit Brisefer, ecc.
Devo dire anche che, grazie a PILOTE, sono arrivati sul mercato un certo numero d’autori che hanno prodotto su di verse pubblicazioni francesi, e che mi hanno permesso di conoscere meglio il fumetto. Amo molto gli eroi come XIII, e egualmente i fu metti che parlano della Bretagna, del mare, dei velieri …. Essendo bretoni abbiamo passato la nostra infanzia in un piccolo porto del Finistere.
Già dividiamo la nostra casa, un’ enorme abbazia chiamata “La baia degli angeli”, con il disegnatore di Becassine. Mio padre, stesso, ha molte collezioni.
L.: Qual’è il vostro pensiero sull’ambiente che vi circonda e qual’è il vostro avvicinamento agli editori di fumetti?
M.E.L.: Il problema è che gli editori si muovono in un microcosmo a se stante, sono troppo corporativisti (cosa che succede anche in Italia, a nostro avviso. N .d.R.). Ragionano in seno alla loro corporazione, predeterminando dei bersagli di lettori, non cercano di soddisfare che questi bersagli e non sono pronti a cambiare metodi. Il cambiamento li spaventa. Per loro, l’editoria è qualcosa d’ essenzialmente familiare.
FINE DELLA BREVE INTERVISTA
NOTA EXTRA 1
La rivista La Lettre terminerà la sua corsa editoriale in formato cartacea con il numero 100 del 01/04/2008. Per ulteriori informazioni vi raccomandiamo il sito https://www.bedetheque.com/, continuando ad esistere solo nella versione digitale.
Per quanto riguarda la Dargaud siamo stati attratti dalla serie Douglas Dunkerk .
Il Titolo del primo volume è Sharkville, di formato 24×32 cm. 58 pagine a colori, volume cartonato di 68 FF.
Douglas Dunkerk, è un designer, un poco squattrinato, come tutti i disegnatori dopotutto, con i suoi occhiali e il suo look da figurino. Ha anche una compagna, Miss Andalucia, che per mestiere fa la psicoterapeutica. Anche lei un bel tipino. Infine … c’è Sharkville, una città di 23 milioni di abitanti (mica pochini!’), tra le più dinamiche dell’impero, niente di più semplice. A cominciare dalla vita quotidiana, consumismo, divertimento e paura.
Paura degli Affari Speciali, una forza d’intervento antiterrorista dal potere mal definito; paura della polizia; paura del “Drapeau Brun” una banda di aderenti alle idee totalitarie.
Il nostro Douglas, sarà chiamato un giorno a disegnare e lanciare sul mercato una nuova medicina, gli abitanti di Sharkville adorano le medicine. Tutto questo lavoro dovrà essere sviluppato in condizioni tutt’altro che favorevoli.
Rifiutando il suo strano contratto, Dunkerk, sprofonderà allora nella clandestinità. I soggetti sono di Jean Paul Midant, i disegni di Patrick Lesueur, di lui ricordiamo che iniziò con la rivista PILOTE nel 1971. Insieme banno firmato alcuni manifesti cinematografici quali Saint Charlot, Bogey, Les Marx e Errol Flynn.
Estratto dal n. 4 de La Lettre (Marzo-aprile ’92).
TESTE DI SERIE
Traduzione DI Anna Stagno (gen.- sett. 1992)
Patrick Lesuer e Jean-Paul Midant (già proprio loro!) sono andati ad incontrare a casa sua a Sharkville, Douglas Dunkerk, per fargli qualche domanda nel momento in cui il primo volume dedicato alle sue avventure esce in libreria. Dunkerk; anche se mal volentieri, specie nell’incontrare i suoi due autori, si è piegato al rituale dell’intervista.
Passare l’atrio d’entrata degli uffici della “Douglas Dunkerk’s Graphics”, significa penetrare in una specie di palazzo dedicato a dieci di anni di produzione di arredamento per interni. Il nostro uomo è un designernon l’ho dimentichiamo, nella città più pazza del continente, quella dove la ricca borghesia è la più dinamica dell’impero. Una creatura da sogno, in realtà un androide di alto livello, ci indica la strada. li massimo è la pavimentazione che non presenta il solito marmo di Carrara. Decisamente moderno, Dunkerk, ci aspetta nel suo abito di lavoro.
P.L. e J.P.M.: Parlaci della tua prima storia che esce questo mese in libreria.
D.D.: Hum! Anzitutto, potete darmi del tu, dovete sapere che non ho mai desiderato figurare in un fumetto. E’ una vostra idea e ali’ inizio ero un poco terrorizzato di quello che mi aspettava. Voi d’altronde avete combinato di tutto, creato un casino nella mia vita privata, cambiato completamente il mio comportamento. Avevo finito per farmi una ragione, ma mi aspettavo di tutto tranne che mi avreste cercato per rivedermi così presto.
P.L./J.P.M.: Qual’è stata la reazione mentre noi disegnavamo e scrivevamo quello che ti stava succedendo?
D.D.: E’ stata una esperienza abbastanza stremante. Non la vorrei rivivere tutti i giorni una storia come quella lì. Avevo delle difficoltà ad abituarmi alla sceneggiatura. Con i tagli che sono stati adottati, non sapevo mai veramente come avrei reagito. Ci sono stati dei momenti in cui avevo voglia di partire e subito dopo mi sentivo sempre più implicato in quello che facevo.
In effetti più avanzavamo, più mi sentivo un buon personaggio, con delle reazioni più sane di quelle che avrei immaginato. A dire il vero, ho avuto l’impressione di divertirmi e nello stesso momento di maturare, sembrerà stupido ma trovavo un senso alla mia vita.
P.L./J.P.M.: Raccontaci un pò quello che ti è passato per la mente quando tutto è cominciato?
D.D.: Quando Carla Blaton è arrivata qui proponendomi di lavorare per gli Affari Speciali?
P.L./J.P.M.: Si.
D.D.: Ho avuto paura. Erano 10 anni che conducevo una vita tranquilla, facendo tutto quello che volevo e dove tutti mi apprezzavano. A forza di lavorare ero libero, soprattutto libero di dimenticare il passato. Di questo non dovrei parlarvene perché sarebbe come svelare un pò della storia …
Questa Carla mi ha sedotto adulando il mio ego, che è molto sviluppato, dovreste averlo capito. Ho capito nello stesso momento che lei ce l’aveva personalmente con me. Per tutto quello che avevo fatto. Prima. Ma mi sembrava talmente improbabile che lei fosse al corrente … E’ stato quando mi hanno tolto Andalucia che ho cominciato a scaldarmi veramente.
P.L./J.P.M.: Chi è questa Andalucia?
D.D.: Una mia amica. Una ragazza geniale che adoro, è una psicoterapista e nello stesso momento un pò medium. Lei ha trasmissione televisiva che si chiama “S.O.S psi”. E’ grazie a lei che mi sono rimesso.
P.L./J.P.M.: Che cosa hanno voluto farti fare quei marci degli Affari Speciali?
D.D.: Oh, questo ve lo posso dire. Loro volevano che disegnassi un nuovo prodotto da lanciare sul mercato. Dovevo concepirlo dalla A alla Z, essendo un prodotto che secondo me avrebbe potuto servire a tutto e a niente, perché appunto non sapevo a che cose servisse ….
P.L./J.P.M.: ???
D.D.: Il problema, era quello: mi mettevo al loro servizio (e voi sapete che non è tanto facile dal punto di vista degli scrupoli, di mettersi al servizio di questi cretini) e non facevo nessun imbroglio. P
Pensavo a un trucco irresistibile e dovevo trovare un espediente che piacesse a chiunque, per essere universale. Dalla loro parte, loro si impegnavano a fabbricare quello che avevo creato in milioni di esemplari. Una sorta di contratto con il diavolo se volete, perché loro avevano in mente un idea naturalmente.
P.L./J.P.M.: E tu l’hai fatto ???
D.D.: Questo sarà il lettore a scoprirlo.
NOTA EXTRA 2
Di questa serie uscì anche un secondo tomo, nel 1993, intitolato Douglas Dunkerk: Soulage moi endors. Per ulteriori informazioni vi rimandiamo alla pagina web https://www.bedetheque.com/BD-Douglas-Dunkerk-Tome-2-Soulage-moi-endors-toi-33365.html