’89 in comics USA! V for Vendetta. Da Fumettomania n. 0 (feb. 1990)

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-8 giorniai TRENT’ANNI DELL’ASSOCIAZIONE CULTURALE FUMETTOMANIA FACTORY

Ormai siamo vicinissimi ai ’30!
Trent’anni dalla fondazione dell’Associazione culturale “Laboratorio Giovani Esordienti”, così ci chiamavano originariamente, ovvero Fumettomania.

Oggi, nuovo articolo (il primo) dal n. zero della fanzine cartacea Fumettomania, con i testi estratti dalla rubrica Obiettivo Su Stavolta i protagonisti sono i Comic USA pubblicati nel 1989, con un bell’articolo di Giorgio Cambini.

Mario Benenati, responsabile del Web Magazine Fumettomania.

Non prendete impegni venerdi 14 maggio , o almeno tenetevi liberi per un’ora!

Anche se non potremo fare nulla in presenza nella nostra città,
Sarà un giorno di festa,
con ricordi e aneddoti di tanti amici,
con tante belle foto ed un video clip,
ed anche con una diretta alle ore 19:00

Seguiteci!

Fumettomania da 0 a 30, Trent’anni straordinari!

Copertina del numero zero di Fumettomania (Febbraio 1990)
La COPERTINA di FUMETTOMANIA N.ZERO (FEBBRAIO 1990) © Fumettomania Factory

RICORDI DI OLTRE TRENT’ANNI FA – quarta parte

Inverno del 1989″.

Dicembre 1989 si lavora sull’impaginazione del numero zero della rivista Fumettomania!

Mentre il signor Gaglio, di professione giornalista, scriveva l’editoriale, il gruppo della redazione preparava il sommario (lo vedete sotto impaginato, NdR).

Si trascriveva l’intervista di Alfredo Castelli e si scrivevano tutti gli articoli (alcuni arrivavano per lettera, e dunque erano scritti a mano), che andavano a comporre la parte editoriale della fanzine, cioè la rubrica Obiettivo Su, che stiamo ri-leggendo in queste settimane. Infine alcune nostre amiche traducevano dal francese dei testi che riguardavano la produzione della Bande dessinée.

Mario

Continua oggi pomeriggio …

Il SOMMARIO di FUMETTOMANIA N. ZERO (FEBBRAIO 1990) © Fumettomania Factory

OBIETTIVO SU… FUMETTO USA NEL 1989

Rubrica di recensioni sui fumetti segnalati dai nostri collaboratori

(di Giorgio Cambini da Livorno, di Salvatore Bonanzinga da Messina, ed altri Autori vari)

Cover+of+the+first+issue+of+Watchmen+by+Alan+Moore+and+Dave+Gibbons (DC Comics)

’89 in comics USA.  
di Giorgio Cambini

Remember, remember the fifth of November, the gunpower reason should ever be forgot“, da una filastrocca inglese.

La più grande novità del 1989 è stata un’aspettata conferma.

Nei 2 anni precedenti si era iniziata una tendenza verso un tipo di comics intelligente nel testo, oltre che accattivante nel disegno. Ecco così che, accanto alle insulse Mutant-series della Marvel (X-Men, X-Factor, X-Terminators, New Mutants, …), e alle ancore peggiori serie della DC Comics (Super Man di John Byrne, Teen Titans, …), venivano alla luce alcuni capolavori che in precedenza erano stati appannaggio esclusivo delle lndipendent Publishers come First, Eclipse o BlackThorne.

“Fumetti troppo intelligenti non venderanno mai”, era il motto delle BigTwo (Marvel e DC): d’altra parte Mutanti e Titani vendevano bene: che bisogno c’era di fare dei tentativi?

Alla DC però la situazione non era tanto rosea: il revamping di SuperMan da parte di Byrne era fallito miseramente, e l’altro titolo “guida”, BatMan, non vendeva più come ai tempi di Neal Adams (’72- 78).

Frank Miller, aveva già lavorato per la DC, ma il lavoro ‘Ronin”, non aveva venduto granché, tanto che la DC aveva permesso a Miller di trasferirsi alla Marvel, qui aveva ricostruito la testata di Daredevil, dandole una nuova nobiltà, e soprattutto consegnando alla storia dei comics la stupenda saga di Elektra (che stiamo leggendo anche in Italia, NdR).

Miller, contattato dalla DC, partorì dopo lungo tempo uno dei fumetti più belli degli ultimi vent’anni: The Return of the Dark Knight. La DC, che aveva pubblicato l’opera in Prestige Format (Carta Lucida, Bound) solo dietro richiesta contrattuale, di Miller, non credeva molto in questo lavoro. La prima stampa andò esaurita in 10 giorni, la seconda in un mese, la terza in 45 giorni, e lo stesso successe per il 2° numero.

Il pubblico americano si accorse che i fumetti potevano essere anche intelligenti, e così fecero le BigTwo.

La Marvel, che continuava nonostante tutto a vendere le sue X-cretinate, si limitò a ingaggiare il grande Mike Baron (autore di Badger, Nexus, Blood Sword) per ‘Punisher“.

La DC invece partì in quarta, e tra gli altri, mise sotto contratto un autore inglese, Alan Moore, che, come tutta la “British lnvasion”, proveniva dalla ormai mitica rivista 2000 A.D. (Creatrice di Judge Dredd).

Joker da Batman:Killing Joke di Alan Moore e Briian Bolland

Moore si cimentò con BatMan, come la moda imponeva, ma lo fece a modo suo: creò le origini del Joker e, così facendo, lo rese quasi umano, istituzionandolo come rivale principale del Dark Knight. (Qui vaaperta una parentesi: molti si sono chiesti proprio Joker è il rivale di BatMan nell’omonimo film. D’altronde Penguin è il più “anziano”, e anche gli altri avversari sono stati tenaci come Joker, basti citare Due Facce, R’as AI-Ghul, Riddler. Ebbene, la risposta è proprio grazie a Killing Joke). Killing Joke vendette benissimo (4 stampe anche per lui), tanto che la DC dette il via ad una Maxi-serie confidando nel nome che Moore si era fatto. Appena arrivato alla DC, infatti Moore creò, insieme al “Fellow English Man”, David Gibbon, lo stupendo Watchmen, maxi-serie di 12 numeri recentemente pubblicata anche in italiano, in una versione vergognosa che dimostra che l’editore nulla ha capito dell’opera di Moore.

Watchmen era stata la serie del 1986, e tutt’oggi la serie sta per diventare il soggetto di un Film della Warner (proprietaria della DC).

La DC nell’89 ha deciso di riprovarci, rispolverando una serie pubblicata in versione incompleta alcuni anni prima: V for Vendetta.

pagina 1 tratta da questo capolavoro, nella prima versione, pubblicata sulla rivista Warrior © degli aventi diritti. immagine utilizzata solo a fini divulgativi

V for Vendetta, creata da Moore con disegni di David Lloyd, era stata pubblicata in b/n sulla rivista inglese Warrior nel 1982. L’edizione americana, oltre ad essere stata colorata, contiene numerose pagine in più, che completano la storia, conferendole ancor più un sapore di angoscia e di disperazione per il futuro.

La storia parla di un’Inghilterra del dopo-bomba, che, ritiratasi in un altezzoso isolamento tenta di ricostruire una vita normale assumendo come legge principale il razzismo e il perbenismo ipocrita. La nuova realtà è Orwelliana: telecamere riprendono costantemente cittadini: la prostituzione e l’espressione di opinioni contrarie al regime sono punite con la morte, così come l’omosessualità e la diversa razza. Nella sua torre d’avorio, il Leader consulta il suo Computer, l’unico funzionante, che controlla la vita dell’Inghilterra.

In questo quadro tetro e drammatico nasce la figura di V, uno scampato alle purghe che tenta di far riacquistare coscienza al popolo inglese.

Il resto della storia va letto, anzi, come il buon whisky, assaporato lentamente, in modo da gustare le immagini “cinematografiche” di Lloyd e da soffrire per un’Inghilterra che Moore immagina ridotta ad un gregge da condurre al macello. È chiara la satira net confronti del criminale governo di Margaret Thatcher, accusata chiaramente di calpestare diritti più elementari dei cittadini in nome di un “English Pride”, retaggio di epoca vittoriana. In questo Moore riesce di sicuro, immergendo il lettore in un mondo angoscioso e senza speranze, da cui risaltano solamente la figura di V, Roussoviano fino all’eccesso, pronto a preferire l’anarchia alla schiavitù, e quella di Edward Finch, capo del “Naso”, l’ente di Polizia della Nuova Inghilterra e rivale acerrimo di V. La figura di Finch è quella del coscienzioso e geniale investigatore, incapace però di inquadrare la realtà del suo paese al di là della routine casa-lavoro. Una volta costretto a prendere atto del crollo dell’istituzione, Finch crolla. Gli uomini come lui hanno senso solo se inquadrati in un sistema: privati di questo crollano. L’inquadratura finale è per lui, nei sobborghi di Londra pervasi da tumulti, non cerca neanche più di salvare sé stesso, consapevole che la propria esistenza non ha più senso.

V for Vendetta, è un capolavoro assoluto, un’opera che fa la storia del fumetto, come 1984 fa quella della letteratura e Metropolis quella del cinema.

È un obbligo leggerla e amarla, come è obbligo ringraziare Moore e Lloyd per averla prodotta.

3A – continua

POTETE SCARICARE L’INTERO NUMERO ZERO DI FUMETTOMANIA DAL SITO ISSUU.COM

https://issuu.com/fumettomania/docs/fm0_1990


NOTE EXTRA

FUMETTOMANIA INDEX 1990 -2021

DALL’ARCHIVIO DI QUESTO WEB MAGAZINE

Per “gustarsi” l’intero numero zero potete digitare l’articolo sottostante,
che contiene tutte le scansioni di tutto il numero zero)

2020-03-18: Articolo sulla nostra prima volta a Lucca

articolo del 2019-01-19

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