Buon Lunedi a tutti voi. Vi presentiamo l’ottavo articolo scritto dello speciale Licence to kill – 70 YEARS OF 007 (che ricordiamo è dedicato al settantesimo anniversario dal primo romanzo di Ian Fleming, con protagonista James Bond. Il romanzo era “Casino Royale” del 1953, NdR).
Completiamo il discorso cinematografico dedicato a James Bond, iniziato il 27 novembre con l’articolo di Rino Monreale (che si fermava al 1997 ed all’interpretazione bondiana di PIERCE BROSNAN) e continuato lunedi 11 dicembre dall’ esperto di cinema Antonio Nunzio Isgrò, che ha ripercorso gli ultimi 7 film.
Oggi arriva l’approfondimento di Roberto Leoni, che abbiamo già apprezzato lo scorso 14 novembre (con il pezzo sui fumetti in formato striscia dedicati a James Bond), che opera anche una sorta di ‘ricucitura’ e collegamento tra i due articoli precedenti.
Inoltre Roberto non contento del bell’articolo che ha scritto ha anche aggiornato e migliorato la cronologia dei film ed ha pure realizzato una cronologia con i Compositori musiche film ufficiali e title track.
Ringraziamo di cuore Roberto per questo articolo e per le due cronologie, e porgiamo i nostri ringraziamenti alla Ian Fleming Pubblication per la loro liberatoria che ci permette l’utilizzo dei vari nomi, e per il banner dello speciale che trovate anche in ogni loro newsletter.
Ricordo a chi ci legge che l’approfondimento che stiamo leggendo è l’ampliamento ed il miglioramento di quello pubblicato sullo storico sito di Glamazonia tra il 1997 ed il 1998, ed ancora leggibile. Nella loro odierna riproposizione, i 5 articoli di Glama sono stati rivisti ed aggiornati diventando il fulcro dello speciale. Abbiamo iniziato proprio con questi testi (non abbiamo ancora finito, NdR) e poi continueremo alternando gli omaggi disegnati, di vari disegnatori, con altri testi.
P.S.: vi diamo appuntamento a giovedi lunedi per un nuovo articolo dello speciale “WE CELEBRATE 60 YEARS OF DOCTOR WHO“ e a martedi 26 dicembre per un nuovo articolo dello speciale sui 70 anni di James Bond.
Mario Benenati, curatore di Fumettomania Factory Magazine e di Glamazonia.it
Riepilogo breve: fino ad ora abbiamo pubblicato una panoramica sulla vita di Ian Fleming, l’approfondimento sui suoi romanzi, un articolo sui fumetti in formato striscia dedicati a James Bond, la prima illustrazione dedicata all’agente 007, un articolo sui film realizzati dal 1962 fino al 1997, un bel testo ‘panoramico’ e celebrativo legato ai discorsi cinematografici, di Stefano Avvisati (un nuovo collaboratore che ha scritto del suo ‘amore’ per James Bond) insieme alla seconda opera disegnata dedicata a James Bond, a cura di Antonio Barreca nostro socio sostenitore e collaboratore. Lunedi l’ esperto di cinema Antonio Nunzio Isgrò, ripercorreva gli ultimi 7 film di Bond.
L’Associazione FUMETTOMANIA FACTORY – APS, che opera dal 1991 a livello nazionale – senza mai dimenticare le attività svolte nel territorio della propria sede operativa a Barcellona P.G., – ha come finalità la promozione, la divulgazione e la valorizzazione delle tematiche correlate al linguaggio del fumetto.
La “mission” di Fumettomania, è quella di attrarre ragazzi di tutte le età promuovendo progetti a loro dedicati, che parlino di argomenti attuali e coinvolgenti, utilizzando il fumetto, che si profila come forma d’arte autonoma che contiene in sé il codice linguistico della letteratura (le parole), le sue modalità di fruizione, ma anche la sequenzialità del cinema e l’attenzione figurativa delle arti visive tradizionali.
L’impegno dell’Associazione – a 32 anni dalla fondazione – è quello di diffondere la cultura del Fumetto e, fra i nostri obiettivi, c’è la volontà di continuare i progetti culturali e sociali sul territorio con laboratori rivolti a giovani appassionati e alle scuole, mostre personali e collettive dedicate al fumetto, all’illustrazione e affini, presentazioni di fumetti ed incontri con gli autori
Qualche modesta considerazione sui film di Bond
di Roberto Leoni
Sono molti i personaggi della letteratura di genere che arricchiscono il mio affollato immaginario. James Bond è sul podio, insieme a Philip Marlowe e Jack Reacher.
Dirò subito che il Bond che preferisco è quello interpretato e definito da Sean Connery. I primi cinque film con lui, più “Al Servizio segreto di Sua Maestà”, sono le basi su cui hanno costruito, con variazioni su tema, le successive avventure cinematografiche della serie.
Sono quelli con le sceneggiature migliori, con i design di titoli, gun barrel sequence in primis, più sorprendenti, eleganti e innovativi, con le belle melodie di John Barry (“We have all the time in the world” è una meraviglia) e il tema inconfondibile di Monty Norman. Soprattutto, con i cattivi migliori: Julius No, Red Grant e Rosa Klebb (“un’ottimo centrattacco” come Bond la definisce alla fine, con una battuta che solo Connery poteva rendere al meglio), Auric Goldfinger e Oddjob, Emilio Largo e Fiona Volpe … ed Ernst Stavro Blofeld.
Il numero 1 della SPECTRE, l’organizzazione criminale e terroristica che spesso Bond si trova ad affrontare, appare per la prima volta in “Dalla Russia con amore”. Di lui, vediamo le mani mentre, seduto, accarezza Solomon, un gatto persiano cincillà bianco che tiene sulle proprie gambe e sentiamo la sua voce ferma e crudele che nel doppiaggio italiano è quella vellutata e inconfondibile di Giulio Panicali, E qui, devo per forza menzionare Pino Locchi, voce per me inscindibile da Connery e da James Bond, che doppiò fino a “Bersaglio Mobile”, ultimo 007 interpretato da Roger Moore, di solito doppiato da Cesare Barbetti.
Blofeld si vedrà interamente in “Si vive solo due volte”, interpretato dal bravo Donald Pleasence e nei successivi due film, interpretato prima dall’istrionico Telly Savalas, poi da Charles Gray. Comparirà anche negli ultimi due film del ciclo di Daniel Craig, interpretato da Christoph Walz, ma di questo Bond scriverò più avanti. Verrà interpretato anche Max Von Sydow nel fuori serie “Mai dire mai”.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Fino ad “Al servizio segreto di Sua Maestà” – film che Connery avrebbe fatto bene a fare, perché è uno dei migliori di tutta la serie e perché Bond/Connery che flirta e sposa Teresa Draco/Diana Rigg-Emma Peel sarebbe stata una cosa tutta da godere – la serie è un fiorire di idee brillanti e di soluzioni in anticipo sui tempi, come la sequenza di combattimento alla Osato Chemical e quella nel porto in “Si vive solo due volte”, 1967, dove Connery, cintura nera del Kyokushin (era Shodan onorario), utilizza la propria conoscenza del karate.
Bisognerà aspettare “L’investigatore Marlowe”, 1969, per vedere Bruce Lee in azione nel suo primo film occidentale e l’utilizzo delle arti marziali che dal 1970 si è diffuso sempre di più con notevole successo e sempre miglior livello qualitativo.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
I film di 007, producono molti epigoni più o meno riusciti e sono fenomeno di spettacolo e di costume per quasi un decennio come lo sono, da una sponda differente, i Fab Four. “Licenza di uccidere” esce il 5 ottobre 1962, lo stesso giorno in cui viene pubblicato il primo singolo dei Beatles “Love me do”.
A partire da “Una cascata di diamanti” la produzione si preoccupa di mantenere l’alto standard raggiunto, tiene d’occhio le produzioni di successo del momento e introduce temi più “americani” contaminando lo stile registico e narrativo britannico, ma i risultati non sempre sono apprezzabili.
In “Vivi e lascia morire”, che ha forse la più bella title track della serie, composta da Paul McCartney, i riferimenti alla Blaxploitation sono numerosi e accettabili, lo sceriffo Pepper, invece, strizzata d’occhio al genere Dixie, e credo alla serie Hazzard, risulta a dir poco imbarazzante, insopportabile.
Con Roger Moore, Bond ha una maggiore allure british e quell’ironia che conosciamo e ci aspettiamo dall’attore londinese, ma con Connery certe ironie non erano scontate e per questo funzionavano meglio.
Qualche zampata, qualche bella impennata, la serie riesce ancora a produrla: le scene d’azione sono sempre di alto livello e qualche personaggio, primo fra tutti Jinx/Halle Barry è una piacevole sorpresa, ma i tempi in cui i film di Bond dettavano le regole del genere sono ormai lontani. Con “La morte può attendere”, ultimo film dove Bond è interpretato da Pierce Brosnan, la serie si chiude, quarant’anni dopo l’uscita del primo film.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Scrivo “si chiude” serenamente, sapendo di contrariare o sorprendere molti, ma anche di interpretare il pensiero degli appassionati di 007 come me.
Il Bond parallelo di Daniel Craig
Quello di Daniel Craig (invitiamo il lettore a leggere il precedente articolo dell’11 dicembre di Antonio Nunzio Isgrò, NdR) non è James Bond: è un Bond parallelo. È il frutto di un’operazione simile a quella fatta nei fumetti su certi personaggi di successo della Marvel o della DC. Sicuramente, Craig ha ridato quella fisicità al personaggio persa soprattutto con Roger Moore e che Pierce Brosnan, dopo la breve parentesi di Timothy Dalton, aveva in parte recuperato, ma è un Bond discontinuo, tormentato e condizionato dal politically correct.
Dalton è stato il Bond migliore dopo Connery, il più vicino alla descrizione data da Ian Fleming. Purtroppo, ha avuto la sfortuna di interpretarlo in due film che, nonostante potessero contare sugli ultimi scampoli dei romanzi e dei racconti scritti da Fleming, hanno sofferto problemi di sceneggiatura, i cattivi erano tutto sommato poco incisivi e il regista era il meno abile della serie. Ma giustamente, Dalton/Bond sta avendo la meritata rivalutazione.
Da “Goldeneye” in poi le sceneggiature sono originali e la regia è tornata nelle mani di registi esperti come Martin Campbell, che ai suoi esordi aveva diretto episodi della bella serie televisiva britannica The professionals.
Torniamo a Craig e al suo 007 parallelo. Se prendiamo “Casino Royale”, il primo da lui interpretato, Bond risente molto della moda dell’epoca, in cui non si doveva fumare e ci si doveva attenere a situazioni politically correct. Cosa insopportabile in generale e a maggior ragione in un personaggio che non è affatto politicamente corretto.
Ricordo che in una delle nostre chiacchierate, lo scrittore Sergio Altieri, anche lui appassionato di 007, parlando di Bond/Craig ironizzò simpaticamente su come era stato, per così dire, “svirilizzato” il personaggio.
Nei film seguenti, gli autori hanno via via corretto il tiro, ma senza una linea coerente continua. Anche la sequenza gunbarrel, che fino a “La morte può attendere” era posta in apertura, subisce continui cambiamenti e in “No time to die” la colata di sangue non compare più. Il fatto che in quest’ultimo film Bond abbia una storia d’amore, come se la moglie Tracy Draco non fosse mai esistita, che abbia una figlia e nel finale si sacrifichi morendo, condanna tutto il ciclo a essere effettivamente un Bond parallelo. E stendo un velo pietoso sui commenti del regista del film, Cary Fukunaga, secondo cui il Bond di Connery era misogino, fondamentalmente uno stupratore, dimostrando di fatto di non essere adatto a lavorare su 007. Del resto, è l’unico regista statunitense della serie, i precedenti erano tutti britannici o del Commonwealth.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Ora che questo ciclo è finito, sarebbe interessante sapere che sviluppo potrà avere il personaggio, perché James Bond tornerà sicuramente.
Se verrà ripreso da dove lo ha lasciato Brosnan, dovrà confrontarsi con due serie che in questi anni sono cresciute da molti punti di vista e che, come si dice, “spaccano”: Mission Impossible, ispirata all’omonima serie televisiva (1966-1973) e soprattutto Jason Bourne, trasposizione del personaggio ideato da Robert Ludlum. Due competitor di tutto rispetto per 007, considerando che la serie di Bourne ha riscritto le regole del cinema d’azione spionistico e Bond ultimamente non ha avuto brillanti sceneggiature: gli autori hanno ruminato i meccanismi delle storie precedenti, riveduto e adattato dei cliché con mestiere.
Una soluzione, potrebbe essere riportare 007 negli anni ‘60, col muro di Berlino in piedi e con la SPECTRE a tramare contro l’umanità.
O ancora meglio, ripensarlo come serie tv, suddiviso in varie stagioni di 4/6 episodi, come i britannici sanno fare. Potrebbe consentire una narrazione di respiro più ampio e un approfondimento dei personaggi migliore. Con quei bei cattivi, che ultimamente sono un po’ mancati, perché è il cattivo a dare la cifra dell’eroe.
La scelta della serie tv è stata fatta recentemente per “Ipcress”, il cui protagonista è l’agente senza nome di Len Deighton che al cinema ha avuto il volto di Michael Caine e un nome che nei libri non viene mai detto: Harry Palmer.
Protagonista di tre bei film tra il 1965 e il 1967, Palmer non è l’anti Bond, come erroneamente ritenuto, ma un’altra faccia, più verosimile, dell’agente segreto britannico. Mentre Bond è un ufficiale dei servizi segreti della marina, poi assegnato all’MI6, Palmer appartiene al MI5 il controspionaggio britannico interno. Porta gli occhiali, sembra un impiegato, ma è irriverente verso il potere, ironico e efficiente quanto 007.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Ambientare la serie tv di Bond negli anni dei primi film, permetterebbe agli autori anche una maggiore libertà e tranquillità di narrazione, dando spazio all’azione e all’avventura. Il periodo è lontano e non si rischierebbe di entrare troppo in conflitto con fatti e situazioni come potrebbe accadere con un’ ambientazione legata ai fatti attuali.
Ricordo in “007 Zona pericolo”, girato mentre si consumavano gli ultimi anni del conflitto russo-afghano, Timothy Dalton/Bond vestito come un mujaheddin combattere con tanto di “arrivano i nostri” contro i Russi, con un risultato alla fine forzato e un po’ ridicolo. In passato, gli autori avevano usato la SPECTRE là dove nei libri di Fleming comparivano la Smersh (Smert Shpionam, in russo “morte alle spie”) e il KGB.
Ambientare ai giorni nostri la serie tv di Bond, ma anche i film, comporterebbe invece una particolare attenzione all’estrema diffusione delle moderne tecnologie per cui James Bond, così come lo conosciamo, avrebbe sempre più problemi a muoversi indisturbato come in passato. A meno di non farne una serie sullo stile di Jack Reacher tratta dall’omonima serie di libri scritti da Lee Child o di Shooter con protagonista lo sniper Bob Lee “The nailer” Swagger, tratta dalla serie di libri scritti da Stephen Hunter.
Interpretato da Ryan Phillippe (immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Del resto, sarebbe un po’ un ritorno alle origini. La prima apparizione di James Bond fu in televisione, nell’ episodio “Casino Royale” della prima stagione della serie antologica statunitense Climax! (https://it.wikipedia.org/wiki/Climax!). Realizzato in diretta, vedeva Barry Nelson nei panni di Bond, diventato per l’occasione agente della CIA, mentre Felix Leiter diventava agente britannico, e il bravo Peter Lorre nei panni di Le Chiffre. L’episodio riscosse un successo in linea con gli altri episodi trasmessi eFleming propose la realizzazione di una serie di 32 episodi, ma il progetto non ebbe mai seguito.
(immagine utilizzata solo a fini divulgativi © degli aventi diritti)
Solo nel 1961, Albert R. Broccoli, che già nel 1958 aveva mostrato interesse per l’adattamento dei romanzi di 007, questa volta in collaborazione con Harry Saltzman, comprò i diritti su tutti i libri di Fleming escluso Casino Royale e riuscirono a iniziare la produzione cinematografica con “Dr.No- Licenza di uccidere” dopo molte difficoltà, perché come film d’azione era ritenuto troppo inglese e troppo osé.
Intorno al nuovo ciclo di 007 e all’attore che dovrà interpretarlo ci sono molte voci e alcune lasciano un po’ perplessi. Ma Bond non può essere che Bond. Rimaniamo in fiduciosa attesa.
CRONOLOGIA FILM – AGGIORNATA AL 2022
Serie ufficiale
No. | Titolo italiano | Titolo originale | Anno | James Bond | Regista | Soggetto Sceneggiatura |
1 | 007 Licenza di uccidere | Dr. No | 1962 | Sean Connery | Terence Young | Ian Fleming Johanna Harwood, Richard Maibaum, Berkely Mather |
2 | 007 dalla Russia con amore | From Russia with love | 1963 | Sean Connery | Terence Young | Ian Fleming Richard Maibaum, Johanna harwood |
3 | 007 Missione Goldfinger | Goldfinger | 1964 | Sean Connery | Guy Hamilton | Ian Fleming Richard Maibaum, Paul Dehn |
4 | 007 Thunderball Operazione tuono | Thunderball | 1965 | Sean Connery | Terence Young | Ian Fleming, Kevin McClory, Jack Whittingham Richard Maibaum.John Hopkins |
5 | 007 Si vive solo due volte | You Only Live Twice | 1967 | Sean Connery | Lewis Gilbert | Ian Fleming Roald Dahl |
6 | 007 Al servizio segreto di Sua Maestà | On Her Majesty’s Secret Service | 1969 | George Lazenby | Peter R. Hunt | Ian Fleming Richard Maibaum |
7 | 007 Una cascata di diamanti | Diamonds Are Forever | 1971 | Sean Connery | Guy Hamilton | Ian Fleming Richard Maibaum. Tom Mankiewicz |
8 | 007 Vivi e lascia morire | Live and Let Die | 1973 | Roger Moore | Guy Hamilton | Ian Fleming Tom Mankiewicz |
9 | 007 L’uomo dalla pistola d’oro | The Man with the Golden Gun | 1974 | Roger Moore | Guy Hamilton | Ian Fleming Richard Maibaum. Tom Mankiewicz |
10 | La spia che mi amava | The Spy Who Loved Me | 1977 | Roger Moore | Lewis Gilbert | Ian Fleming Richard Maibaum, Christopher Wood |
11 | Moonraker – Operazione spazio | Moonraker | 1979 | Roger Moore | Lewis Gilbert | Ian Fleming Christopher Wood |
12 | Solo per i tuoi occhi | For Your Eyes Only | 1981 | Roger Moore | John Glen | Ian Fleming Richard Maibaum, Michael G. Wison |
13 | Octopussy Operazione piovra | Octopussy | 1983 | Roger Moore | John Glen | Ian Fleming George MacDonald Fraser, Richard Maibaum, Michael G.Wilson |
14 | 007 – Bersaglio mobile | A View to a Kill | 1985 | Roger Moore | John Glen | Ian Fleming Richard Maibaum. Michael G. Wilson |
15 | 007 – Zona pericolo | The Living Daylights | 1987 | Timothy Dalton | John Glen | Ian Fleming Richard Maibaum. Michael G. Wilson |
16 | 007 – Vendetta privata | Licence to Kill | 1989 | Timothy Dalton | John Glen | Ian Fleming Michael G. Wilson, Richard Maibaum |
17 | GoldenEye | GoldenEye | 1995 | Pierce Brosnan | Martin Campbell | Michael France Jeffrey Caine, Bruce Feirstein |
18 | Il domani non muore mai | Tomorrow Never Dies | 1997 | Pierce Brosnan | Roger Spottiswoode | Bruce Feirstein |
19 | Il mondo non basta | The World Is Not Enough | 1999 | Pierce Brosnan | Michael Apted | Neal Purvis, Robert Wade Bruce feirstein, Neal Purvis e Robert Wade |
20 | La morte può attendere | Die Another Day | 2002 | Pierce Brosnan | Lee Tamahori | Neal Purvis e Robert Wade |
21 | Casino Royale | Casino Royale | 2006 | Daniel Craig | Martin Campbell | Ian Fleming Neal Purvis e Robert Wade, Paul Haggis |
22 | Quantum of solace | Quantum of solace | 2008 | Daniel Craig | Marc Forster | Paul Haggis, Neal Purvis e Robert Wade |
23 | Skyfall | Skyfall | 2012 | Daniel Craig | Sam Mendes | John Logan, Neal Purvis e Robert Wade |
24 | Spectre | Spectre | 2015 | Daniel Craig | Sam Mendes | John Logan, Neal Purvis e Robert Wade John Logan, Neal Purvis e Robert Wade, Jez Butterworth |
25 | No Time to Die | No Time to Die | 2021 | Daniel Craig | Cary Fukunaga | Cary Fukunaga, Neal Purvis e Robert Wade Cary Fukunaga, Neal Purvis e Robert Wade, Phoebe Walker-Bridge |
Film apocrifi
Titolo italiano | Titolo originale | Anno | James Bond | Regista | Soggetto Sceneggiatura |
— | Casino Royale | 1954 | Barry Nelson | William H. Brown jr. | Ian Fleming Charles Bennett, Anthony Ellis |
James Bond 007 – Casino Royale | Casino Royale | 1967 | David Niven | John Huston, Ken Hughes, Val Guest, Robert Parrish, Joseph McGrath | Ian Fleming Wolf Mankowitz, John Law, Michael Sayers |
Mai dire mai | Never Say Never Again | 1983 | Sean Connery | Irvin Kershner | Ian Fleming, Kevin McClory, Jack Whittingham Lorenzo Semple jr. (e non accreditati) Dick Clement & Ian La Frenais |
CRONOLOGIA Compositori musiche film ufficiali e title track
Film apocrifi
Film | Year | Score composer | Title song | Composed by | Performed by |
Casino Royale | 1954 | Jerry Goldsmith | |||
Casino Royale | 1967 | Burth Bacharach | Burt Bacharach | Herb Alpert & Tijuana Brass Band | |
Never say never again | 1983 | Michel Legrand | “Never say never again” | Alan & Marilyn Bergman, Michel Legrand | Lani Hall |
Biografia
Roberto Leoni nasce a Genova il 23 novembre 1958, dove consegue la Maturità Artistica presso il liceo statale “Paul Klee”.
Come disegnatore di fumetti, dopo un breve passaggio presso lo “Staff di If” di Gianni Bono, pubblica la sua prima storia nel 1976 sul “Sgt.Kirk” di Florenzo Ivaldi, a cui seguono altre tre storie su testi di Ferruccio Giromini, dei fratelli Origone e propri. Collabora a “La Bancarella” di Gualtiero Skiaffino e realizza parte delle matite di “Arako – l’uomo dell’Alaska” per l’Editoriale Lo Vecchio.
Appassionato anche di musica, cinema, televisione e varia letteratura, collabora fino al 1985 con varie emittenti radio e tv locali e dal 1986 al 2011 lavora come Informatore editoriale scolastico.
Nel 2000 realizza alcuni degli studi grafici per “Churmo” di Riccardo Moni e ne cura la supervisione storica e narrativa. L’anno seguente, nell’ambito del “Primo Euraduno” dell’Eura editrice, collabora all’allestimento della mostra dedicata a Dago, curata da Riccardo Moni. Dal 2002 al 2013 cura mostre e modera incontri con gli autori per “Lucca Comics & Games” e il Museo del Fumetto di Lucca; nel 2006 fa parte della giuria del Gran Guinigi.
Nel 2010 presta il proprio volto a padre Ambrogio nella serie Dago, amichevole omaggio degli autori Robin Wood e Carlos Gomez e l’anno successivo, sempre per Dago, collabora con Uchronia Comics all’edizione svizzera della saga “Notre-Dame di Losanna”. Due anni dopo, legati alla saga verdiana del personaggio, organizza con Giancarlo Liuzzi del teatro Regio di Parma e modera, la serie di incontri pubblici “Dago incontra Verdi”, tenuti a Busseto, Parma e Lucca. Nel quadro di questa iniziativa, traduce l’episodio lucchese della saga pubblicato nell’albo curato e stampato per l’occasione dal Museo del Fumetto di Lucca. Durante gli anni scolastici 2009/2010 e 2012/2013, tiene lezioni sul fumetto, con relativa produzione grafica, a cui partecipano gli allievi delle classi medie inferiori dell’Istituto S.Marta di Chiavari.
Nel 2017 è editor degli ultimi tre numeri della serie “The professor” e con i figli Davide e Vincenzo cura la veste grafica del nuovo cd del gruppo prog “Struttura e Forma”. Nel 2019 collabora con il festival del fumetto “Albissola Comics” ed è editor del n° 0 di “Tesla and The Secret Lodge”. Inizia a lavorare al reboot di “The professor”, d’accordo col suo ideatore Andrea Corbetta, come soggettista, sceneggiatore ed editor.
Nel 2021 esce il primo albo “Nistarim”, pubblicato a puntate l’anno dopo su LancioStory, seguito nel 2023 da “La notte del maleficio”, secondo capitolo della trilogia del Tanakh nero. Attualmente continua a tradurre fumetti dal francese per l’Editoriale Aurea con cui collabora dal 2013 e sta lavorando alla sceneggiatura del terzo è conclusivo capitolo di The Professor.
NOTE EXTRA: GLI ALTRI ARTICOLI DI QUESTO SPECIALE
2023–12-11
2023–12-04
2023-11-27:
2023-11-21: SILVANO BELTRAMO
2023-11-14: (REVISIONE ED AMPLIAMENTO DEL PRECEDENTE ARTICOLO)
2023-11-03:
https://www.fumettomaniafactory.net/licence-to-kill-70-years-of-007-i-fumetti-prima-parte/
2023-10-26:
2023-10-18: PRIMO ARTICOLO
ARTICOLO INTRODUTTIVO
2023-10-06
ARTICOLO INTRODUTTIVO
2023-08-12
ARTICOLO DI LANCIO DEL PROGETTO
2023-07-17
Potete leggere le info per partecipare al progetto nella seconda pagina