FUMETTOMANIA continua anche nel 2024 a celebrare i 60 ANNI di DOCTOR WHO!
Dopo tanti articoli provenienti dal Regno Unito, tutti interessanti, arriva un intervento fuori dagli schemi: un racconto di Damiano Gallinaro che vi piacerà di sicuro e vi emozionerà (come è successo a me), perché oltre Doctor Who, c’è un altro viaggiatore del tempo … anzi due…
Due personaggi indimenticabili che sono la Storia del Fumetto, ognuno a loro modo.
Il racconto termina con un ‘fotogramma’ di vicende attuali.
Damiano è in compagnia della giovane disegnatrice Milena Rigucci, che torna a partecipare ad un nostro progetto, dopo la sua doppia opera per Anthropocene del 2021-22. Non mi dispiacerebbe che qualche altro autore leggesse il racconto e realizzasse una sua illustrazione….
Il Dottore è tornato, ed anche il suo pubblico!
Auguri per i suoi 60 anni.
Importante: Questo Speciale di Fumettomania si concluderà a fine febbraio. La Terza ed ultima data utile per consegnare le opere è quella del 31 gennaio 2024
Nota bene: Doctor Who © 2023 BBC Studios. Le immagini che pubblichiamo sono solo a fini divulgativi.
Mario Benenati
Presidente di Fumettomania Factory APS
e direttore culturale di questo sito-magazine
P.S.: Continuiamo a ringraziare a John Freeman (che ripubblichiamo oggi) per la sua strip e per gli altri articoli e tutti gli altri amici ed amiche che abbiamo pubblicato e che pubblicheremo nelle prossime settimane: Elena Casagrande, Fabio Ciaramaglia, Bryan Talbot, Sonia Saturno, Alessandro Bottero, Tim Robins Luigi Iannelli, Antonino Barreca, Maria Celeste Arena, Gabriela Pinzaru, Damiano Gallinaro (che pubblichiamo oggi), Milena Rigucci (che pubblichiamo oggi), e Federica Manfredi.
I nostri ringraziamenti sono molto sentiti, perché sappiamo bene che non è facile per un autore professionista partecipare a questi tipi di progetti, immerso com’è nei vari impegni di lavoro. Grazie di cuore a tutti.
WE CELEBRATE 60 YEARS OF DOCTOR WHO
(Celebriamo i 60 anni della serie televisiva Doctor Who)
Una notte d’inverno … tre viaggiatori,
un racconto di Damiano Gallinaro (illustrazione di Milena Rigucci)
Gli scarponi militari schiacciano le foglie autunnali che crepitano sotto il peso del mio corpo, il fiato caldo provoca volute di vapore nell’aria, tutto intorno, gli alberi, che sembrano morti, sono semplicemente in attesa di una nuova primavera. Fa freddo, neanche tanto in realtà, mi muovo con cautela in questo meriggio che sfuma in sera.
Non dovrei essere qui, in realtà nessuno dovrebbe essere qui, almeno per la scienza, o per l’apparato dello stato. In questo luogo, affermano gli scienziati, la vita umana potrebbe ritornare soltanto tra 70.000 anni, eppure c’è vita in queste case che solo all’apparenza sembrano abbandonate.
Sono i Ritornati, coloro che non potevano immaginarsi se non in questo luogo, che hanno deciso contro tutto e tutti di tornare a vivere nelle terre dell’Assenzio, dove era stata costruita Prypiat, la città del futuro, un futuro che non è mai arrivato e che è divenuto passato remoto.
Io sono uno stalker, non una persona che perseguita un’altra, no, sono uno stalker come lo immaginava Tarkowski nel film omonimo del 1979, un uomo solitario che attraversa la “zona”, un territorio rurale desolato e in rovina, dove le normali leggi naturali sono sovvertite per cause ignote. Così almeno una volta ogni due settimane mi avventuro in quella che viene chiamata Zona d’Esclusione di Chernobyl, a volte da solo, spesso con altri come me? Pazzi? Non direi. Almeno nel mio caso attraverso queste lande, ora quasi desolate, alla ricerca di storie, nascoste, appena sussurrate, mai sbocciate, e che permeano questi edifici abbandonati che la natura si sta riprendendo.
Prypiat è destinata a sparire, fagocitata dalla natura che trova la sua vendetta, ed io verrò qui fino a quando avrò le forze, o fino a quando non crollerà l’ultimo block costruito dal sovietico apparato.
E così come accade spesso, salgo le scale di uno dei palazzi abbandonati in quella che era la piazza principale di Prypiat, l’Hotel Polyssia, dal nome della Regione in cui si trova la città, domina il panorama. Guidato solo dal mio istinto e dalla luce della torcia, entro in quasi tutte le stanze, non resta molto delle suppellettili, chi non ha avuto rispetto delle memorie ha depredato tutto. Eppure accade ancora che riesca a trovare memorie del passato per il mio piccolo museo personale.
Sono finalmente arrivato sul terrazzo, il vento qui punge, il freddo entra nelle ossa, accendo un fuoco da campo, il fornelletto a gas mi serve per cucinare qualcosa di caldo, l’acqua è la cosa più importante, bisogna portarsela con se, l’acqua dei fiumi è radioattiva.
Una zuppa, un paio di bicchieri di vodka, mi avvolgo nel sacco a pelo e mi godo, come sempre accade, il silenzio e le voci nel vento. Gli occhi si chiudono, sprofondo in un sonno incredibilmente profondo come non accade mai quando dormo del comodo letto di casa.
All’improvviso una luce, una luce blu, mai vista in questi luoghi con tale intensità. Sembra provenire dalla piazza, che sia la polizia? Spesso accade che entrino nella Zona alla ricerca proprio di noi stalker, ma no, è una luce differente.
Incuriosito mi affaccio dal balcone e non riesco a credere a quel che vedo, forse l’effetto della vodka o , chissà, delle radiazioni. Che stia ancora sognando?
Scendo le scale con cautela, ma al tempo stesso mi accorgo di essere preda di un’ansia incredibile mai provata prima, devo vedere da vicino, scoprire se quel che ho visto è vero e….
Nella piazza principale di Prypiat, ed è assurdo anche per me che di cose assurde ne ho viste nella Zona, c’è … una cabina telefonica di colore blu come quelle che si trovano in Inghilterra.
Mi avvicino con circospezione, in una delle tasche del mio pantalone tattico ho un coltello che porto con me per tagliare erbacce, allontanare animali, e nel caso anche per difendermi, sono pronto a tutto.
Ma non sono pronto ad affrontare quello che mi si para davanti.
Dalla cabina esce qualcuno, un uomo, una donna, non saprei dire in realtà, forse è la luce che deforma tutto, questo essere si guarda intorno e poi posa lo sguardo su di me.
Ora vedo meglio, e mi sembra una donna, si è proprio una donna, e anche decisamente bella direi.
Mi guarda e poi si avvicina ad ampie falcate e mi tende la mano sorridendo: “Sono il Dottore”.
“Chi?” rispondo io di rimando.
“Proprio così” risponde ridendo, “sono il Dottor Who”.
Sono perplesso, è tutto del tutto innaturale, ho solo domande banali: “Come sei arrivata qui?”.
“Sono un viaggiatore degli spazi e del tempo, posso viaggiare indietro o avanti nel tempo, e ora sono qui … ma dove?”
Si era persa? O mi stava testando: “ Questa è Prypiat, la città del futuro, e a poche centinaia di metri da qui c’è la Centrale di Chernobyl il cui reattore 4 è esploso nell’aprile del 1986 provocando morte e abbandono e…”.
Alza la mano come a fermarmi: “ Ok … ok allora sono nel posto giusto … Ti va di viaggiare?”.
“E dove?” altra domanda banale.
“Indietro nel passato o avanti nel futuro?”
“Il passato si … se è vero quel che dici portami al 25 aprile 1986 il giorno prima del disastro voglio vedere le storie che rivivo qui nelle notti d’inverno, nella realtà … “.
“E allora seguimi nel Tardis …”.
Entro nella cabina, che è un’astronave che a sua volta è … non so … è tutto incredibile. Tutto ruota intorno a me, mentre il Dottore sembra semplicemente surfare nel tempo.
“Ti avverto, accuserai un senso di sbandamento … è normale”.
Pochi secondi di smarrimento, poi il Dottore (o la Dottoressa ?) mi invita ad aprire la porta e … sono a Prypiat in quel giorno di sole e di festa a poche ore dall’inaugurazione del parco giochi e della famosa ruota panoramica, è tutto così bello, così incredibilmente brillante, pulito, sereno. Tanti giovani in cerca del futuro che tra poche ore sarà drammaticamente distrutto. E mi prende un senso forte di angoscia.
Il Dottore deve aver percepito il mio turbamento, sembra penetrare nella mia anima, mi guarda: “Sei contento di essere qui?”
“Non so … sono stranito, forse triste non so … forse vorrei tornare indietro … puoi …”.
Sorride in modo dolce e al tempo stesso ironico: “Sono il Dottore, posso tutto … ma non sarò io a portarti indietro o in viaggio … sarà un altro viaggiatore a portarti nel secondo passaggio … vieni seguimi verso l’ospedale…”
L’ospedale che ho sempre visto vuoto, ma al tempo stesso pieno di memorie, ma ora bambini e adulti escono dal nosocomio, quasi tutti pieni di speranza, le speranze di giovani vite.
Seguo il Dottore in un anfratto semibuio ed è lì che un nuovo essere mi si para davanti, una sorta di Cristo, di Messia, “Io sono Luther e ti porterò in questo stesso luogo, ma divergente … seppur di poco … hai avuto la fortuna di conoscere il Dottore … ora sarà tempo di conoscere nuove forme di vita … seguimi”.
Ormai sono preso completamente da tutto quel che accade, non importa cosa, voglio vivere questi momenti, fosse soltanto un sogno.
Mi volto verso il Dottore, di nuovo le sue sembianze si confondono, ora sono di nuovo insicuro se sia uomo o donna: “Grazie Dottore” , ma il Tardis è già in volo. Lo rivedrò?
Prendo la mano del nuovo venuto chiudo gli occhi, come viaggeremo?
Non ho tempo chiedermelo, chiudo gli occhi e … sono a Prypiat, di nuovo?
Sembra che tutto sia come prima, dov’è questa divergenza?
Luther, il viaggiatore, mi invita a guardare verso la sommità di uno dei block, con mio sconcerto scopro che non è la stella rossa a troneggiare e non è la bandiera rossa a svolazzare nel vento, ma una nera svastica e un’altrettanta nera bandiera.
“La realtà”, inizia a spiegarmi il mio demiurgo del tempo, “ è divisa in paralleli. Esiste un parallelo, lo 0.000, in cui la storia è andata come doveva andare, e che fa da margine tra i vari paralleli, e poi ci sono migliaia di paralleli ulteriori in cui la storia diverge di qualche particolare o in cui addirittura la storia come la conosciamo è stata rovesciata, come in questo caso … eppure … guarda, la gente sembra la stessa e sembrano tutti presi dal sogno del sol dell’avvenire, solo che questo sole è nero e terribile …”.
Non è questo il mondo in cui voglio vivere, penso tra me, no: “ Mi manca il fiato … voglio andare via … voglio tornare nella “mia Prypiat” li mi sento al sicuro … qui è tutto sbagliato … “.
Sorride, poi mi prende la mano: “ Ti riporto nel tuo parallelo e quindi non indietro ne avanti, ma probabilmente per il tuo modo di pensare a destra o a sinistra del parallelo in cui siamo adesso … Ma non dimenticare … è importante”.
Un nuovo turbamento, una sorta di mancanza del se e sono di nuovo nella piazza di Prypiat, nella mia Prypiat. Non voglio più viaggiare nel tempo nello spazio … altrove.
Ma sento che qualcosa deve ancora accadere.
Un uomo nella piazza è di spalle, sembra che abbia una tuta da pilota d’aereo, che sia un altro stalker come me?
Mi avvicino, si volta verso di me, in qualche modo mi somiglia, sembra stanco, come se provenisse da un viaggio infinito.
“E’ Prypiat questa? In che anno siamo? “, chiede l’uomo.
“Gennaio 2021 …”
L’uomo sospira: “Quindi sono nel posto e nel tempo giusto …”, mi porge la mano “Mi chiamo Juan Salvo ma molti mi chiamano l’Eternauta sono un viaggiatore …”.
“Anche lei …” dico spazientito “ è la notte dei viaggiatori dunque…”.
L’uomo che ha detto di chiamarsi Juan Salvo sembra interdetto: “ Vengo dal futuro e ho visto una guerra che avverrà in questi luoghi …”
Sono decisamente stanco e non posso credere a quel che dice l’uomo: “ Una guerra qui? In un luogo dove nessuno potrebbe e dovrebbe vivere? E chi ne avrebbe interesse? Non ci credo …”.
“Eppure mio caro amico” , mi prende le mani “ sarà così come a Buenos Aires anni fa … entreranno carri armati, soldati scaveranno trincee nella terra radioattiva , il paese sarà invaso dagli uomini Z …”
“Chi sono gli uomini Z? Alieni” gli chiedo.
Scuote il capo “magari … sono umani come me e te … ma come gli uomini Robot senza anima ne memoria … esseri mossi solo dal volere di altri … “.
Abbasso il capo: “ E io cosa posso fare …?”
Nel mentre pronuncio queste parole l’uomo che è davanti a me sembra divenire instabile come l’immagine in una tv che sta perdendo la sintonia, sembra che voglia dire qualcosa ma non ci riesce e scompare.
Scomparso come il Dottore e Luther, in uno spazio tempo che non riesco a comprendere.
Ritorno nel mio rifugio e sprofondo in un sonno senza sogni, al risveglio ho solo voglia di tornare a casa….
… Poche settimane dopo accendo la Tv, è quasi tutto pronto per la mia nuova escursione nella Zona, ma … vengo preso da brividi e da un pianto irrefrenabile, le immagini che vedo in tv non possono essere vere … carri armati dalla Bielorussia entrano in Ucraina in direzione Chernobyl … sulla pancia quella lettera Z…”.
Guardo fuori nel piazzale interno al block in cui vivo, una cabina blu e un uomo (almeno mi sembra) che mi invita a scendere. In mano ha un cacciavite, sembra dirmi, “con questo possiamo aggiustare tutto”.
Ma il tempo è fuori sesto e ho solo voglia di seguire il Dottore.
Entro nel Tardis e spero che il futuro mi prospetti un mondo senza guerra.
Damiano Gallinaro
NOTA A MARGINE DELLA REDAZIONE
Questo racconto fantastico è dedicato a Doctor Who, a Luther Arkwright, e all’Eternauta; è dedicato alla BBC, al direttore degli sceneggiati di DW, il canadese Sydney Newman, al capo sceneggiatore Donald Wilson e a C. E. Webber, allo sceneggiatore Anthony Coburn, al redattore David Whitaker, alla produttrice Verity Lambert; al maestro inglese Bryan Talbot; all’immenso e mai dimenticato Hector German Oesterheld ed al mitico Solano Lopez.
Grazie a tutti voi per questi personaggi eterni.
GLI AUTORI
Damiano Gallinaro Breve biografia
Antropologo è socio e ricercatore per l’Associazione Nazionale Professionale Italiana Antropologi (ANPIA). Nel 1996 si laurea in Giurisprudenza e nel 2004 in Teorie e Pratiche dell’Antropologia. Nel 2011, dopo un percorso di ricerca di tre anni ottiene un PhD in Etnologia e Etnoantropologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Da sempre appassionato di fumetti ha collaborato alla rivista Glamazonia e nelle sue pause dal lavoro di ricerca antropologica si diletta nello scrivere storie che spera un giorno possano diventare fumetti. E’ sempre più convinto che da grandi poteri nascano grandi responsabilità.
Sotto trovate il link per accedere la suo nuovo sito
https://www.damianogallinaro.it/
MILENA RIGUCCI
Tecnica: disegno e colorazione in Digitale
“La parte del racconto da cui è stata tratta l’illustrazione è la prima, in cui la cabina appare. Da appassionata (ma non praticante) di Urbex l’immaginare la cabina apparire in un’ambientazione come quella mi ha subito ispirata.”
Biografia
Appassionata di arte, scienza e musica, Milena decide di lavorare concretamente per realizzare i suoi sogni frequentando il corso triennale in Illustrazione e Fumetto al NID – Nuovo Istituto Design Perugia.
Sostenitrice dell’idea che l’arte può essere veicolo di emozioni e bellezza, ad oggi ha collaborato a progetti di privati e piccoli editori nell’ambito del fumetto, dell’illustrazione per bambini e realizzazione di cover per progetti musicali emergenti.
https://www.behance.net/milenarigucci
I FUMETTI DI DOCTOR WHO IN ITALIA
I fumetti di Doctor Who, attualmente sono pubblicati dall’editoriale Cosmo, digitando il link seguente vedrete quali sono i volumi in vendita e come acquistarli.
https://www.editorialecosmo.it/serie/doctor-who-editoriale-cosmo/
UN PO’ DI RASSEGNA STAMPA SUL LANCIO DEL NOSTRO PROGETTO SUI 60 ANNI DI DOCTOR WHO
Sul web
https://magazinepausacaffe.blogspot.com/2023/11/festeggiamo-i-60-anni-di-doctor-who.html
https://www.tempostretto.it/news/fumettomania.html
https://www.orawebtv.it/barcellona-pg-lultima-stagione-di-fumettomania/
https://24live.it/2023/09/28/lultima-stagione-di-fumettomania/