Questa seconda puntata di “4 passi fra le nuvolette” si sofferma un eroe divertente, creato da Antonio Rubino, proposto sul Corriere di Piccoli, e sue due eroi avventurosi i giovanissimi Cino e Franco, che vivono le loro avventure nell’Africa in piena era coloniale, e Ken Parker mai dimenticato anti-eroe western creato da Giancarlo Berardi e disegnato a lungo da Ivo Milazzo) , pubblicato origine per 58 splendidi numeri da Sergio Bonelli Editore e negli ultimi anni oggetto di riproposta con due collane edite da Mondadori Comics, la prima delle quali nel formato A4 di 50 volumi, compreso un inedito che conclude la saga dell’anti-eroe creata dalla coppia Berardi-Milazzo.
Mario B.
luglio 2016
Quadratino e la geometria
di Carlo Scaringi
(riproposta, prima pubblicazione 06-11-2011)
Il Corriere dei Piccoli ha proposto sin dal primo numero una serie di piccoli eroi di carta, ormai entrati nella storia dell’immaginario e del costume. Merito soprattutto di Antonio Rubino (1880-1964), sanremese, una laurea in legge e tanta voglia di raccontare, soprattutto col disegno. Entrato giovanissimo al Corriere dei Piccoli, ha subito sfornato una serie infinita di figurine che hanno divertito i ragazzi italiani. Erano per lo più coppie di bambini, di solito allegri, gentili, contenti, raramente dispettosi o antipatici come quelli americani. Avevano nomi semplici, ma facili da ricordare, come quasi tutti i protagonisti delle filastrocche che lo stesso Rubino spesso inventava. Si passa dal classico Pierino a Pino e Pina, da Lola e Lalla a Luca e Gianni, per arrivare al caprone Barbacucco, a Italiano (contadinello patriottico che in tempo di guerra si fa beffe degli austriaci), a Quadratino, che è forse quello più noto e riuscito tra i tanti.
Rubino era uno spirito allegro, ottimista, senza ombre, come mostrano i suoi disegni, quasi sempre in stile floreale, liberty, rotondo. Quello di Rubino è un universo illuminato, senza angoli né spigoli, nel quale sembra non esserci posto per Quadratino, un bambino con la testa quadrata, un monello “cercaguai” che finisce per mettersi sempre nei pasticci e la sua testa si trasforma in esagono, triangolo, circolo. Ma l’intervento di Nonna Matematica, di Mamma Geometria o dell’Aia (intesa come istitutrice) Trigonometria restituisce al nostro piccolo eroe la sua testa quadra, in senso reale e metaforico. Rubino è stato per anni disegnatore del Corrierino, che ha anche diretto a lungo, prima di passare al Topolino mondadoriano. Ma è sempre stato fedele alle origini, tanto che nel dopoguerra, quasi in età da pensione, è tornato a disegnare per il Corrierino. In una scanzonata autobiografia scritta nel 1958 si definisce “autore di libretti e di commedie, decoratore di ambienti, scenografo, attore, polemista, filosofo, regista di cartoni animati e perfino, nei ritagli di tempo, raccoglitore di olive, passando con la massima indifferenza da un lavoro all’altro e facendo del lavoro il mio più nel divertimento”. Che dire di più?
Due ragazzi in Africa
In piena era coloniale (l’impero sarebbe arrivato nel maggio 1936) la casa editrice Nerbini, visto il successo dell‘Avventuroso, nel 1935 varò anche il “Giornale di Cino e Franco“, in larga parte dedicato alle storie di Tim e Spud (questi i loro nomi originali) che già uscivano sull’altro settimanale. I due ragazzi facevano parte della Pattuglia dell’Avorio, incaricata di mantenere l’ordine tra le tribù africane, e le loro avventure – ideate da Lyman Young fin dal 1928 – ebbero un grande successo anche in Italia per lo scenario esotico, l’originalità dei personaggi, come la mitica regina Loana e una pantera nera, Fang, che segue come un cagnolino Cino e Franco. Il settimanale nerbiniano visse per 126 numeri, prima di venir inglobato in “Giungla“, altra testata dello stesso editore. La guerra vera ormai vicina e anche Cino e Franco avrebbero indossato la divisa, quella della Marina americana.
Ken Parker, un eroe crepuscolare
Quando nel 1977 Giancarlo Berardi creò il personaggio di Ken Parker (disegnato a lungo da Ivo Milazzo) volle farne un antieroe, non tanto per demolire il mito di Tex, quanto per dare qualche picconata a quella violenza diffusa che c’era in Italia. Ken Parker non è un violento, non spara, difende i pellerossa, lotta contro le ingiustizie e la pena di morte, “Con gli indiani ci ho vissuto – dice in una storia – ho imparato a conoscerli e apprezzo la loro intelligenza e la loro giustizia”. E poi: “Non mi piace uccidere, nemmeno se necessario, io caccio gli animali, non gli uomini”. La conclusione? “Sono l’ultimo dei romantici, o dei fessi”.