“4 PASSI TRA LE NUVOLETTE”, SETTIMA PUNTATA: GUIDO BOZZELLI

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Negli ultimi anni si assiste nel blog-mondo al dibattito sull’uso del termine graphic novel, sulla sua data di nascita e se si debba scrivere al femminile o al maschile. Carlo Scaringi, scrivendo dell’opera “La rivolta dei Racchi”, da il suo personale contributo al dibattito. Gli altri passi sono dedicati a Steve Canyon, ed al simpatico funghetto Pon Pon.
Nota bene: L’immagine della copertina del volume La rivolta dei Racchi ( Alessandro Editore) è stata scaricata da internet.
Mario Benenati
23-07-2016

Guido Buzzelli tra realismo e profezia

di Carlo Scaringi

(riproposta. prima pubblicazione 22-02-2012)

4P_07_09-02-2012 - copertina del volume "La rivolta dei Racchi" (Alessandro editore)

Quando nel 1967 Guido Buzzelli – un maestro del fumetto, più apprezzato all’estero, soprattutto in Francia, che in Italia, scomparso il 24 gennaio del 1992 – realizzò “La rivolta dei Racchi“, nessuno si accorse che in pratica era nata la graphic novel, perchè quella definizione dal sesso incerto non era ancora entrata nell’uso comune. Abbiamo detto di sesso incerto, perchè molti la considerano maschile, traducendo, giustamente, novel in romanzo, ma altri, forse la maggioranza, preferiscono l’altro sesso, e per assonanza trasformano novel in novella. Lasciamo il dilemma ai linguisti, e torniamo alla famosa “rivolta” che col senno di poi è facile giudicare profetica, in quanto alla base di tutto c’è la ribellione degli individui anonimi, senza futuro, in una parola racchi contro una società che insegue e privilegia la bellezza, assicurando successo e copertine platinate soprattutto ai belli, o meglio alle belle del pollaio. La storia inizia col popolo dei Racchi che, stanco di essere tenuto in schiavitù dai Belli, decide di fare la rivoluzione. Si affida a Spartak che, più fortunato dello Spartaco dell’antica Roma, porta i Racchi alla vittoria. Ma sarà una soddisfazione di breve durata, perchè subito scopriranno che nulla è cambiato: chi tiene le fila e condiziona il popolo vincitore è sempre lo stesso signor Trust, che era già dietro il popolo dei Belli. E’ una conclusione amara, gattopardesca, anche profetica, con il potere che resta sempre nelle solite mani.  Su questa falsariga, seppure con visioni differenti, si muovono quasi tutte le altre storie di Buzzelli, pubblicate spesso prima in Francia e poi in Italia, per lo più su Alterlinus, quando era una rivista da biblioteca. In “H. P.” Buzzelli affronta il tema del dopobomba e della crisi energetica dei primi anni Settanta, con i cavalli che hanno sostituito le automobili ridotte a ferrovecchio. Nei “Labirinti” siamo in un mondo dopo l’apocalisse nucleare, dove imperversa una banda di sadici aguzzini che compiono grotteschi quanto improbabili trapianti tra uomini e animali, mentre nella “Guerra videologica” c’è una chiara critica, portata talora ai limiti del paradosso, di una società meccanizzata e televisiva, violenta e disumana, che oggi ben conosciamo, ma che trentacinque anni fa Buzzelli già individuava con profetica lucidità.
Nato a Roma il 27 luglio 1927, Guido Buzzelli è entrato nel mondo dell’illustrazione e della pittura già a 18 anni, realizzando con eguale successo quadri, fumetti, vignette, privilegiando per lo più temi e situazioni della società, che “rileggeva” con occhio critico, in forme talora grottesche, più spesso realistiche. Spesso si raffigurava come un omino piccolo e nero in qualche tavola dei suoi fumetti, ma non  era una civetteria alla Hitchcock, bensì un modo per partecipare concretamente alla vita e alle vicende dei suoi personaggi.

Quegli aviatori sempre in guerra

All’inizio del 1947 il secondo conflitto mondiale era ormai un ricordo, ma per Milton Caniff – uno dei maggiori autori americani che dal 1934 alla fine del ’46 disegnò la saga di Terry e i pirati (diventata poi Terry Lee quando il giovanottone si arruolò nell’Aviazione), le guerre come gli esami non finiscono mai, per cui nel gennaio 1947 creò il personaggio di Steve Canyon, all’inizio solo un reduce di guerra in cerca di lavoro, come pilota ovviamente, poi un aviatore in divisa (non sempre) impegnato su tutti i fronti di un dopoguerra infinito (Berlino, Corea, Cortina di ferro, Medio Oriente, Vietnam, e così via). E’ protagonista di imprese spericolate e di difficili missioni di spionaggio, che Milton Caniff illustra e racconta con la sua bravura di straordinario autore e con la partecipazione da vero patriota a stelle e strisce.

Pon Pon, un simpatico funghetto

In un mondo di funghetti umanizzati vive Pon Pon, protagonista di una lunga serie di avventure umoristiche disegnate per decenni, dai primi anni Settanta, da Luciano Bottaro sul Giornalino. Quasi tutte le storielle, contenute nello spazio di una sola tavola, sono state ideate insieme a Carlo Chendi, forse il maggior sceneggiatore italiano di storie disneyane, e poi disegnate da Bottaro. Pon Pon, Colombina, Pestello e gli altri personaggi della serie si muovono in un universo di fantasia nel quale si ritrovano in versione umoristica situazioni e fatti mutuati dalla realtà di tutti i giorni. A differenza del mondo di animali quasi umani di Disney, qui siamo in una dimensione ecologica, in un bosco strutturato come una città degli uomini, con gli stessi problemi delle metropoli, che tuttavia vengono risolti con un sorriso.

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