L’audace avventura delle edizioni Bonelli
di Carlo Scaringi
La casa editrice Bonelli celebra quest’anno (nel 2010, NDA) i 70 anni di un’audace avventura – come dice il titolo di una mostra aperta in questi giorni a Napoli – iniziata nel lontano 1940 quando Gianluigi Bonelli acquistò il settimanale “Audace” che in quel periodo l’editore Lotario Vecchi aveva ceduto alla Mondadori. La grande casa editrice milanese era interessata ai fumetti (infatti pubblicava già da tempo Topolino, Paperino e altri albi disneyani), ma preferiva il filone umoristico, mentre l’Audace ospitava soprattutto storie di avventura. Era quello il mondo preferito da Bonelli, che già aveva diretto l’Audace, il Vittorioso e altri periodici, ma soprattutto aveva scritto infinite storie di avventura, quasi sempre western.
Il numero 331 dell’Audace – il primo gestito da Bonelli – uscì all’inizio del 1941, trasformato in “Albogiornale Audace”, con storie non più centellinate in infinite e brevi puntate, ma raccolte in albi praticamente monografici. Il primo di una lunga serie di eroi bonelliani fu Furio Almirante, un giovane italiano emigrato negli Stati Uniti dove faceva il pugile e ogni tanto salvava qualche compatriota finito nelle mani della delinquenza americana. I disegni erano di Carlo Cossio che insieme al fratello Vittorio fu uno dei primi, e più bravi, autori della piccola casa editrice. All’inizio Gianluigi Bonelli dovette affrontare le difficoltà della guerra e del dopoguerra, ma le superò ideando e pubblicando un personaggio dopo l’altro, con l’aiuto prezioso della moglie Tea, dalla quale si sarebbe poi separato, lasciandole la cura della casa editrice e dei figli, soprattutto di Sergio, allora quasi ragazzo di bottega che già studiava da sceneggiatore ed editore.
Per lungo tempo la casa editrice restò un’azienda quasi artigianale, che nel corso degli anni assunse vari nomi (Araldo, Daim, Cepim, ecc.) prima di prendere l’attuale denominazione di “Sergio Bonelli Editore”, da tempo garanzia di fumetti di qualità. Il vero anno di nascita della casa editrice è stato forse il 1948, quando Gianluigi Bonelli ideò le avventure di Occhio Cupo e di Tex, disegnate entrambe da Aurelio Galleppini. Il primo, più raffinato nel disegno e meglio articolato nella storia, non fu accolto dal favore dei lettori, un po’ freddini anche nei confronti di Tex. Ma mentre Occhio Cupo concluse la sua esistenza troppo presto, Tex resistette e un anno dopo l’altro divenne un eroe popolare e amato dal pubblico, anche perché si inseriva in un universo western che Gianluigi Bonelli aveva reso familiare. In tutti questi anni le edizioni Bonelli hanno raccolto i migliori autori del fumetto italiano: almeno 400 fra sceneggiatori e disegnatori hanno realizzato personaggi e storie ancor oggi popolari. Da Galleppini a Gallieno Ferri, da Castelli a Nizzi, da Crepax a Pratt, da Berardi a Manfredi, da Toppi a Milazzo, a tantissimi altri, tutti hanno contribuito al successo della casa editrice e del fumetto italiano nel suo complesso, con storie originali, disegni precisi e personaggi indimenticabili. E’ difficile elencarli tutti, ma tutti hanno portato qualcosa di nuovo e di inedito, da Mister No, pilota americano impantanato nella giungla brasiliana negli anni post-bellici, ai personaggi dello straordinario ciclo “Un uomo un‘avventura”, un vero e proprio viaggio nella storia degli ultimi secoli, dai tanti quasi anonimi eroi della “frontiera” evocati nelle due serie dei “Protagonisti”, ultimo lavoro di Albertarelli o nelle decine di albi della “Storia del West”, ai personaggi delle varie e recenti miniserie, ultimo esempio dell’evoluzione editoriale dell’azienda, sempre attenta ai gusti del pubblico. Nei prossimi mesi e nell’anno che verrà Sergio Bonelli proporrà diverse novità nelle sue collane. A maggio, per esempio, terminerà la miniserie “Caravan” di Michele Medda, aperta da un episodio inquietante, che oggi appare quasi profetico: l’esodo degli abitanti di una cittadina americana per evitare una misteriosa nube. Nei mesi successivi si concluderà, dopo 130 albi, il ciclo di Magico Vento, singolare eroe western creato da Gianfranco Manfredi, e termineranno le avventure del bizzarro inventore Greystorm e dell’esperto di pittura Jan Dix. Ma altre storie sono già in cantiere per colmare i vuoti, per esempio una miniserie con protagonista Ugo, l’amico-nemico di Volto Nascosto (un’altra opera di Manfredi), che dopo l’Africa fine Ottocento sarà impegnato nella Cina primo Novecento. L’uscita è prevista per il 2011, anno di anniversari per Zagor e Nathan Never. L’eroe di Darkwood è stato infatti ideato da Sergio Bonelli nel 1961, e il compleanno verrà festeggiato con un albo a colori (nel mese di giugno), cui seguirà un altro ciclo di avventure che porteranno Zagor nel Sud America. Nel prossimo anno uscirà anche il primo albo gigante dedicato a Zagor, analogo ai ”Texoni” che da molti anni accompagnano i successi di Tex. Oltre a Zagor, anche Nathan Never compirà gli anni, venti essendo nato nel 1991. All’inizio appariva un “alieno” (è il caso di dirlo, trattandosi di fantascienza) nell’universo western e avventuroso delle edizioni bonelliane, ma il pubblico lo ha subito apprezzato, spingendo in pratica la casa editrice a imboccare coraggiosamente nuove strade.
La mostra napoletana – accompagnata da un ricco catalogo – raccoglie tavole originali e molte testimonianze sulla lunga storia della casa editrice, una storia che non è certo conclusa e che viene scritta giorno dopo giorno, anche attraverso varie manifestazioni previste in varie località, per esempio a Stradella dove dal prossimo 8 maggio sarà presentata la vasta produzione di Guido Nolitta, ovvero Sergio Bonelli padre letterario di Zagor e Mister No nonché autore di molte storie di Tex.