SPECIALE “DONNE NEL FUMETTO”
NONA PUNTATA

Nello Speciale “Le Donne nel fumetto“, proseguiamo dopo circa un mese e mezzo, con la seconda parte della la mini intervista di Luigi Serra ad 11 nuove autrici italiane, di fumetti, composta di 3 domande, tre uguali per tutte e le ultime due specifiche dell’attività della singola autrice
La prima parte è stata pubblicata il 30 maggio e la potete leggere QUI.
Purtroppo ricevere gli aggiornamenti di alcune interviste e qualche immagine recente è stato più complicato di quanto credevo ed alla fine pubblico questa seconda parte così com’è, tanto va già bene.
Nel sommario in PDF, pubblicato QUI le interviste ed il pezzo di Luigi sono indicate a pagina 137
Buona lettura
Mario Benenati,
direttore culturale del web magazine Fumettomania
Nota bene: Questo Articolo è stato pubblicato originariamente il 7 luglio 2009, in questa pagina sul sito Lo Spazio bianco, ed è stato aggiornato al 2011 per la prepubblicazione su Fumettomania e Glamazonia.
4 DOMANDE A UNDICI (EX) NUOVE AUTRICI DEL FUMETTO ITALIANO
SECONDA PARTE
di Luigi Serra
Sara Pichelli- Claudia Checcaglini – Ketty Formaggio – Elena Mirulla – Mirella Menciassi – MP5
SARA PICHELLI – DISEGNATRICE
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
E’ bene chiarire subito che io provengo da un piccolo paese della costa marchigiana in cui non esistono fumetterie e nelle poche edicole a disposizione la qualità e quantità dei fumetti è scarsa e discutibile. Perciò,escludendo qualche numero di Topolino letto in bagno da bambina, la mia unica passione fino a 5 anni fa è stata esclusivamente l’animazione. Solo dopo essermi trasferita a Roma ed essermi iscritta alla Scuola Internazionale di comics (nella sezione dedicata all’animazione 2D) ho avuto modo di entrate in contatto oltre che con professionisti ed appassionati di “cartoni animati” anche con gente del settore fumettistico. Mentre portavo avanti la mia carriera nel mondo dell’animazione (lavorando in diversi studi, tra cui la Rainbow CGI) ho avuto modo di stringere amicizia con molti professionisti dell’ambiente del fumetto i quali mi hanno indirizzata verso nuove letture.
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Quante volte avete sentito pronunciare da una donna una frase tipo “non vedo l’ora di essere presa dalla Marvel per disegnare Hulk!!!“, oppure da un uomo “quasi quasi vesto questo personaggio con quel modello di jeans che ho visto l’altro giorno in quel negozio!“? Esatto, NESSUNA! Generalizzando mi sento di dire che la sensibilità creativa femminile abbia molto da imparare da quella maschile riguardo alla gestione dei personaggi maschili molto muscolosi e massicci, e nel muoverli in maniera credibile,soprattutto nelle scene d’azione. D’altro canto però, la sensibilità maschile presenta delle grosse lacune nella cura del dettaglio del look dei personaggi, che mancano spesso e volentieri di personalità; per non parlare della naturalezza nel muovere gli stessi. Quello che rende un disegnatore ”di razza” è proprio il saper miscelare entrambe le sensibilità,insistendo parecchio su quelle mancanze che sono state dettate dall’assetto genetico!
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
Personalmente ho avuto contatti esclusivamente con il mercato americano, perciò non mi sento di parlare di quello italiano. La mia opinione riguardo alla visione all’esterno della donna nel mondo del fumetto, è molto positiva. Ho potuto constatare come non solo le donne siano in netto aumento, ma di come ci sia una crescente tendenza da parte degli editori nel “accaparrarsele” per primi! La sensazione che ho è che ci si veda come una “ventata di freschezza”, per portarvi un esempio: il team creativo della testata Marvel (i Runaways ) su cui ho lavorato era tutto al femminile (Kathryn Immonen, Christina Strain ed io); e dagli stessi annunci sul web della casa editrice americana si evinceva che non sia un caso ma al contrario una scelta ben precisa accompagnata da quel cristallino entusiasmo che contraddistingue gli americani.
Ci puoi dire che tecnica e materiali utilizzi per realizzare una tavola e quanto e’ importante la documentazione e l’aderenza al reale nei tuoi fumetti?
Al momento realizzo le mie tavole completamente in digitale e i miei strumenti di lavoro sono la Cinthiq 21UX della Wacom e Photoshop CS3. La documentazione e l’osservazione dal vero sono alla base del processo per creare una tavola organica e credibile in tutti i suoi aspetti, che si abbia uno stile realistico o grottesco.
Le immagini sono © Marvel Comics
Riferimento –
Il blog di Sara Pichelli: sara-pichelli.blogspot.com
CLAUDIA CHECCAGLINI – COLORISTA
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
Beh, l’incontro con il mezzo fumetto l’ho avuto, come la maggior parte di noi, iniziando con Topolino, Geppo e compagnia e poi diventando grande leggendo Dylan Dog e le riviste contenitore degli anni ’90 che mi fecero scoprire il fumetto francese. La decisione di lavorare in questo campo è arrivata in modo strano, mi divertivo per gioco a colorare le tavole del mio compagno il fumettista Fabio Lai, un giorno gli serviva una colorista e decisi di provare, mi divertii molto e allora decisi di buttarmi in quel settore.
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Ehmmm…quando rinasco uomo te lo dico 🙂
Potrei dirti che secondo me tutte le persone hanno sensibilità diverse e penso che l’esser uomini o donne sia solo una piccola differenza da sommarsi alle mille diversità del proprio percorso di crescita di ognuno di noi.
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
Come dicevo non lavoro più in Italia da tempo non so come sia qui, immagino difficile per tutti i sessi. All’estero non ho mai rilevato differenze di trattamento. In generale è a tutti noto che nonostante ci siano molte donne con l’intenzione di far fumetto in poche arrivano a farlo professionalmente. Ma i motivi sono tanti: sociali, personali… Certo è che non è un mestiere che da’ sicurezze e serve tanta testardaggine, forse, un certo retaggio culturale fa sì che gli uomini abbiano più libertà o forse le donne trovano piacere anche in altre attività a cui non vogliono rinunciare, io ad esempio adoro cucinare e quando non posso farlo come mi fare dopo un pò sento la mancanza di questa arte.
Il fumetto italiano è tradizionalmente concepito per il bianco e nero. Il formato bonelliano ha imposto formato e utilizzo del bianco e nero, riservando al colore solo momenti celebrativi. Secondo te, visto che anche la stessa Bonelli ha deciso di creare una rivista come Il Dylan Dog Color Fest, in cui il colore e’ l’assoluto protagonista, sono maturi i tempi per un costante utilizzo del colore da parte degli editori italiani?
Temo che il colore nel fumetto italiano non sia così diffuso per motivi economici e non mi sembra che sia un momento così favorevole. Però mi piace quando si prova a fare qualche albo a colori Bonelli cercando di curare maggiormente la colorazione evitando di affidare il lavoro a grosse ditte che vanno al chilo, son posti di lavoro.
Puoi dirci a cosa hai lavorato negli ultimi tempi e quali sono i tuoi progetti futuri?
Le mie ultime fatiche sono il nuovo tomo della serie “Je suis Cathare” arrivato ormai al 6° volume coi bei disegni del nostro connazionale Alessandro Calore e ai testi Il grande Makyo che uscirà per Delcourt. Ho appena finito anche il primo tomo di Zorya la noire uno spin-off della celebre serie L’epée de Cristal realizzata all’epoca da Crisse e oggi quel mondo viene reinterpretato da Fabio Lai su sceneggiature di Sylvia Douyè in uscita a Gennaio per Vents d’Ouest.
Grazie per l’intervista e visto che ormai il mio blog è morto spero di vedere te e e i lettori sulla mia pagina FB. Venite a trovarmi! 🙂
KETTY FORMAGGIO – COLORISTA
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
Leggo fumetti sin da bambina, Topolino, Lupo Alberto e Il Giornalino mi hanno fatto amare subito il fumetto. Ho iniziato a conoscere fumettisti professionisti mentre studiavo all’università e la passione è pian piano diventata un lavoro.
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Non credo le differenze tra creatività femminile e maschile siano così forti da essere riconoscibili, il rosa può piacere a chiunque. Forse si vede quando un artista può esprimere liberamente i propri gusti e scegliere particolari soggetti.
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
Non credo ci sia sessismo nel mondo del fumetto italiano. Lo vedo perchè ci sono sempre più brave artiste che si fanno strada. Nel fumetto italiano però si riflettono problemi che sono endemici dell’intero mondo lavorativo italiano, con molte donne costrette a non lavorare o a non realizzare i propri sogni.
Il fumetto italiano è tradizionalmente concepito per il bianco e nero. Il formato bonelliano ha imposto formato e utilizzo del bianco e nero, riservando al colore solo momenti celebrativi. Secondo te, visto che anche la stessa Bonelli ha deciso di creare una rivista come Il Dylan Dog Color Fest, in cui il colore è l’assoluto protagonista, sono maturi i tempi per un costante utilizzo del colore da parte degli editori italiani?
In passato credevo che il formato bonelliano non riserbasse grandi sorprese per quanto riguarda il colore, ma le testate che sono uscite negli ultimi anni mi stanno smentendo, e non posso che esserne felice! Con gioia inoltre vedo che sta nascendo una certa attenzione al target più giovane e questi sono fumetti a colori. Senza contare molti webcomics a colori che stanno sbarcando anche in edizione cartacea.
Puoi dirci a cosa hai lavorato negli ultimi tempi e quali sono i tuoi progetti futuri?
Nel 2016 e 2017 inevitabilmente subisco un rallentamento dovuto alla mia maternità, ma sono con piacere parte del team colori di Dragonero. Ho colorato e colorerò nei Magazine di Dragonero.
Inoltre continuo a essere fedele colorista di fumetti d’aviazione per il mercato francese. In passato mi sono dedicata a varie testate, e ritornerò a farlo con “Buck Danny Classic” per la collana Zephyr della Dupuis.
Riferimento – Il blog di Ketty Formaggio è kettyformaggio.blogspot.com
ELENA MIRULLA – UMORISTICO
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
Il mio incontro con il fumetto risale ai primissimi anni della mia vita, a partire dal classico Topolino , ovviamente! Fin da quando ero una babanetta (bambina in genovese) speravo di diventare una di quei fortunati che lavorano facendo una cosa meravigliosa: disegnare!!! La decisione di lavorare in questo campo è stata quindi la conseguente evoluzione del rapporto passionale e viscerale che ho sempre avuto con il disegno in generale e il fumetto in particolare. Questo perchè ho sempre amato non solo disegnare, ma anche raccontare storie!
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Sicuramente. A partire dal segno, solitamente quello degli uomini è più grezzo e “nervoso”, mentre quello delle donne e’ piu’ morbido e pulito. Non sempre è così ovviamente! Ma molto spesso anche nelle tematiche si riconosce la differenza fra il mondo femminile e quello maschile.
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
Per quanto mi riguarda, ho sentito qualche stupido dire: “Lavorano solo perchè hanno le tette”, riferito ad alcune autrici donne. Ma la maggioranza delle persone non ha idee così retrograde e campate in aria, semplicemente giudica la qualità del lavoro a prescindere dal sesso dell’autore. E di donne talentuose, in Italia, ce ne sono tante! Non conosco la situazione all’estero, ma penso che gli stupidi siano ovunque, anche se, per fortuna, sono di più le persone con sale in zucca.
Perchè secondo te ci sono così poche donne che si dedicano al fumetto umoristico? E soprattutto , come mai questo genere (per non parlare delle strisce) ha avuto poca presa nel mercato italiano (eccezioni a parte)?
Come si dice: “Far ridere è una cosa seria”, non e’ per niente facile! Spesso le donne hanno un umorismo differente rispetto agli uomini, questo non vuol dire che non ci siano grandissimi talenti al femminile, anzi. Mi vengono in mente diverse autrici italiane umoristiche anche di strisce o storie brevi, a parte me, ad esempio: Mirka Andolfo, Felinia (sketchbook and breakfast), Lorenza di Sepio (simple & Madama), Martina Masaya, Barabara Barbieri (Dentiblù), Deco, ecc, ecc, ce ne sono una sfilza! Personalmente faccio fumetti umoristici anche per cercare di far ridere, di trasmettere qualcosa di positivo al lettore. E’ uno svago che vorrei fosse divertente, perchè la gente ha bisogno di staccare dai problemi di tutti i giorni. In questo modo cerco di dare la mia piccola parte per fare qualcosa di carino e forse “utile” per gli altri.
Puoi dirci a cosa hai lavorato negli ultimi tempi e quali sono i tuoi progetti futuri?
Negli ultimi tempi sto lavorando in semi-esclusiva con “Cronaca di Topolinia”. Sono usciti parecchi progetti realizzati da me come la collana “Le grandi parodie” con: Demonik (parodia di Diabolik), Zavor (Zagor), Myster Martin (Martin Mistère), ecc. Ma, soprattutto, hpo lavorato al mio progetto preferito in assoluto: “Sexy Tales” che è una miniserie, per ora di tre numeri, a tema sexy e umoristico ispirata alle favole più famose della nostra infanzia. Ho rivisitato “Pinocchio”, “Biancaneve”, “Cappuccetto rosso”, “Peter Pan”, “Cenerentola”, “Le tre porcelline” e, infine, nel terzo volume (uscito a Lucca Comics & Games 2014): “La bella addormentata”, “La bella e la bestia” e “La gatta con gli stivali”. L’ultimo volume posso esser fiera di dire che è anche arricchito dagli splendidi omaggi di alcuni dei miei autori preferiti: Mirka Andolfo, Elena De’ Grimani, Leo Ortolani, Fernando Caretta e Massimo Bonfatti. Ho anche realizzato delle strisce a tema “curvy” per la rivista “Donne con le curve”. Come progetti futuri spero in un quarto volume di “Sexy Tales”, visto che il progetto ha riscosso un ottimo successo, e poi abbiamo in cantiere altre parodie. Inoltre spero di poter lavorare a qualche progetto totalmente mio. Vedremo!
Riferimenti:
La mia pagina facebook: www.facebook.com/ElenaEvilangelMirulla
http://xevilangelx.deviantart.com/
http://elenamirulla.tumblr.com/
http://instagram.com/evilangelcat
https://www.youtube.com/user/elenamirulla/videos
https://twitter.com/#!/ElenaMirulla
MIRELLA MENCIASSI – BLOGGER o WEB COMICS
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
Ho sempre amato il disegno, fin da bambina. Ricordo che a 5 anni disegnavo animaletti e paesaggi. Poi scoprii il fumetto Disney e Bonelli, con Zagor. Quindi i successivi approcci ai manga e ai cartonati francesi. Mi piaceva molto leggere storie e ricordo che spesso mi divertivo ad aggiungere ai cartoni che guardavo personaggi inventati da me, modificando le storie. Fino alla fine delle superiori, ho sempre preso il disegno come un hobby, successivamente ho maturato la decisione di provare a cercare lavoro in questo campo. All’inizio ho provato da sola, poi ho capito che avevo bisogno di qualcuno che mi insegnasse e ho frequentato prima la Nemo, una scuola diretta da Stefano Casini, poi, grazie ad una borsa di studio vinta a un concorso, la Scuola Internazionale di Comics di Firenze.
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Secondo me si. La sensibilità cambia da uomo a donna e credo si rispecchi nelle opere. Ma non lo ritengo un dogma assoluto.
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
Non vedo tutto questo maschilismo… anche se gli autori maschi che ho avuto modo di visionare, mi sembrano molto più bravi delle autrici femmine. In questo, ho visto anche che la maggior parte dei fumettisti famosi sono maschi. Credo che ci sia molta difficoltà ad inserirsi nel mondo del fumetto al giorno d’oggi. C’è una crisi in atto, e gli editori sono molto cauti. Per noi giovani esordienti è difficilissimo ritagliarsi un angolino. Non ho mai ricevuto proposte dall’estero. Però mi piace il mercato americano, perchè lo ritengo un vero mercato a 360, dove si può trovare di tutto.
Nella musica si sta assistendo al fenomeno di artisti che diventano editori di se stessi e vendono direttamente tramite web le loro canzoni. E’ ipotizzabile una diffusione di questa esperienza anche in ambito fumettistico, grazie anche al print on demand?
Si’. Io stessa, editando una serie su Deviantart, ho ricevuto diverse richieste di pubblicazione print on demand dell’opera. Credo che sia uno dei possibili futuri del mercato del fumetto globale. Molti autori americani pubblicano on line le loro opere e le vendono grazie al print on demand.
Puoi dirci a cosa hai lavorato negli ultimi tempi e quali sono i tuoi progetti futuri?
Al momento sto svolgendo servizio in una cooperativa sociale in cui lavoro e dipingo la ceramica, un’attività nuova per me, ma che mi dà ugualmente appagamento. In contemporanea, realizzo illustrazioni per bambini; vorrei creare un libro illustrato su due gemelline separate dalla nascita che si rincontrano dopo tanto tempo (vedasi l’illustrazione di sopra).
Conto di tornare appena possibile al fumetto per disegnare gli ultimi capitoli di Elyzabeth – Dark Visions of the Moon e continuare la serializzazione di Runningwolf Mirari.
Riferimento – Il blog di Mirella Menciassi è mysecretunderworld.blogspot.com
MP5 – BLOGGER o WEB COMICS
Ci puoi raccontare il tuo incontro con il fumetto e quando è maturata la decisione di lavorare in questo campo?
Leggo fumetti da sempre. Tutti dovrebbero leggere i fumetti, come si fa con i libri. Per me i migliori sono stati Love and Rockets, quelli di Charles Burns e i vari Totem, Humor e Splatter. Quando ero piccola si trovava una gran quantità di fumetti in edicola rispetto ad oggi. Ora tutto è relegato alle librerie specializzate. Fatta eccezione per i manga e i fumetti seriali.
Esiste una diversa sensibilità creativa tra un uomo e una donna? E questo secondo te si manifesta anche nelle opere finite?
Se dovessimo dividere per categorie sessuali la “sensibilità creativa” non basterebbe la divisione uomo/donna, tra le due dovremmo introdurre le altre diecimila sfumature che intercorrono.
Dalla tua esperienza, come sono viste le nuove autrici donne nel mondo del fumetto italiano? E secondo te all’estero (se hai avuto dei contatti) l’atteggiamento è differente?
In Italia circolano pochi fumetti rispetto all’estero. Non c’è un grande investimento di soldi, non c’è un gran mercato, non c’è forse, tranne rare eccezioni, la voglia di costruirlo questo mercato. Quindi circolano pochi fumetti. Quindi circolano anche poche fumettiste. All’estero ho trovato un ambiente fervido e in continua mutazione per quanto riguarda il mercato del fumetto. Molti pensano alla Francia quando si parla di oasi felici del fumetto, ed è in parte vero, ma è anche vero che ci sono realtà molto vive e di ricerca in tantissimi altri paesi come la Svezia, La Slovenia, la Croazia, il Portogallo. Penso a riviste come Galago, Kolik Forlag , Komikaze, Chili com carne. Esistono anche gruppi di fumettiste queer/femministe che pubblicano storie e producono antologie , penso all’antologia svedese Dotter Bolaget, per fare un esempio. All’estero trovo sempre una buona accoglienza da parte degli addetti ai lavori, ma forse anche perchè trovano esotico il mio accento.
Nella musica si sta assistendo al fenomeno di artisti che diventano editori di se stessi e vendono direttamente via web Le loro canzoni. E’ ipotizzabile una diffusione di questa esperienza anche in ambito fumettistico, grazie anche al print on demand?
Da brava feticista preferisco comprarmi l’oggetto, anche autoprodotto, da un punto vendita fisico, sia esso banchetto, fumetteria o libreria. Richiederlo dal web mi stanca e mi annoia. Ma è vero che il web è una grandissima risorsa, ben vengano tutte le autoproduzioni che si servono anche di questo mezzo.
Puoi dirci a cosa hai lavorato negli ultimi tempi e quali sono i tuoi progetti futuri?
Il mio ultimo libro, Palindromi (edito da Grrrzetic) risale al 2011. Da allora, dopo una breve parentesi come vignettista per Il Male, la mia ricerca si è incentrata di più sugli interventi nello spazio pubblico, le installazioni e i dipinti.
Al momento sto lavorando a un libro nuovo che avrà a che fare più con la cartotecnica che con il canonico storytelling (che poi è diventato il libro CHANGES per la GRRRZ edizioni, nda).
Riferimenti – Il sito di MP5 è http://www.mpcinque.com
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