Philip Craig Russell: Il Signore del barocco a fumetti

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Settembre … si torna a Scuola … il caldo lentamente diminuisce … ricominciano i nostri progetti.
Quest’anno Settembre rappresenta qualcosa in più, rispetto agli altri anni, perché solo in questi giorni potremo lasciarci alle spalle quei mesi primaverili di quarantena e riprendere finalmente i nostri progetti culturali.

Ed oggi, in questa seconda settimana di settembre, inizia la nuova stagione di Fumettomania la trentesima proprio con questa bella breve intervista di Filippo Marzo a Philip Craig Russell, un artista che da sempre ci appassiona ed emoziona con le sue opere.
E’ un onore ospitare Philip Craig Russell nelle nostre pagine.
Viva Fumettomania, Viva la cultura, viva il Fumetto!

Mario Benenati, curatore di Fumettomania Web Magazine


DAL NOSTRO INVIATO A MONTERREY (MESSICO):

Quattro chiacchiere con Philip Craig Russell

di Filippo Marzo e Fabio Butera

banner-intervista-PHILIP CRAIG RUSSELL

Filippo Marzo: Salve a tutti amici di Comics Reporter e Fumettomania Web Magazine, oggi abbiamo l’onore ed il piacere di poter incontrare e chiacchierare con il grandissimo artista Philip Craig Russell, famosissimo per i suoi disegni su Sandman per la DC Comics, con Heavy Metal, ha disegnato il Doctor Strange per la Marvel, famosissimo il suo Elric of Melibone.
In Italia è molto, molto apprezzato. Ciao Philip, come va?

Philip Craig Russell : Molto bene, grazie, e tu?

immagine tratta da sandmam #50 © degli aventi diritti

FM: Bene, grazie. Cominciamo con la prima domanda. Philip, sei stato definito “Il Signore del barocco a fumetti”. Quali sono gli artisti ai quali ti sei ispirato per la tua arte?

PCR: E’ come se fossero diversi flussi che confluiscono in un unico fiume. Ci sono influenze che provengono da altri artisti del fumetto a cui facevo riferimento durante la mia crescita, ci sono influenze che provengono da tutti gli artisti che ho studiato all’università e altri dalla Storia dell’Arte; ci sono tutte le influenze che provengono dai registi, perché questo non è altro che un mezzo di narrazione fatto da sequenze di immagini … le nostre sono statiche, le loro (quelle dei registi) hanno l’illusione del movimento.

Così potrei dire che, dentro il mio ambito, Eisner era una delle mie prime influenze. Leggendo tutti i fumetti Marvel sicuramente Jack Kirby, Steve Ditko e tutti quel genere di artisti. C’era un certo gusto della narrazione quando vidi il lavoro di Eisner per la prima volta, durante la metà degli anni ’60, anni dopo rispetto a quando venne pubblicato sui quotidiani nel 1940. Vidi una maniera completamente diversa di raccontare le storie, vidi come si potessero influenzare o suscitare le emozioni modificando le dimensioni di un’immagine rispetto ad un’altra, e questo era Will Eisner che ritengo essere una grande ispirazione.

foto recente di PHILIP CRAIG RUSSELL.

Bernie Krigstein che all’inizio degli anni ’50 nella sua storia più famosa, Master Race, rivoluzionò la narrazione per immagini. Steve Ditko è stata una grande influenza, Carl Barks, l’artista dei paperi, che ha realizzato alcune delle storie migliori mai realizzate con… i paperi! Si può imparare molto sulla narrazione analizzandolo.

0bernardkrigstein-masterrace-page-008 © degli aventi diritti

Al di fuori dei fumetti, se dovessi riferirmi alle influenze cinematografiche, certamente dovrei citare Orson Welles e Alfred Hitchcock e i soliti noti che potete immaginare. Nel campo dell’arte dell’illustrazione tutto ciò che va da Van Gogh ad Andrew Wyeth.

FM: Ok, perfetto, Philip, grandi nomi. La seconda domanda che ti rivolgiamo, visto che siamo in un periodo un po’ particolare, come stai trascorrendo questa quarantena?

PCR: Beh, potresti immaginare che questa sia la perfetta opportunità per poter realizzare un mucchio di lavoro. Diciamo che questo è, grosso modo, per usare una battuta, uno stato di cose a cui io e molte persone nel nostro campo si erano già preparate durante tutta la loro vita.

Sapete… lavoriamo tutto il tempo nei nostri studi a casa e dobbiamo trovare una scusa per uscire, quindi non c’è molta differenza rispetto a prima. Eccetto che non vado più in centro al mio lago preferito, non vado più al Cinema. Ma invece di terminare molti lavori, pulisco gli armadi, riordino le cassettiere e riorganizzo e dipingo. E per dipingere, in realtà intendo che tinteggio le pareti. Quindi è un po’ più complicato.

Norse Mythology #1 - cover © degli aventi diritti

Il mio luogo preferito dove lavorare è la nostra Biblioteca. Quando sceneggio e realizzo gli schizzi e i bozzetti per gli altri artisti, proprio come sto facendo al momento per la serie Norse Mithology, lo faccio proprio dentro la nostra Biblioteca. Mi aiuta a restare concentrato. Non ho bisogno del materiale che ho nel mio studio, ho solo bisogno di un tavolo e una matita, ma la nostra Biblioteca è chiusa, al momento, e questo mi ha distrutto. Per anni ho lavorato in questa Biblioteca e adesso sono a casa e mi sembra di impiegare un po’ più di tempo, nel motivarmi.

FM: Perfetto, perfetto, grazie. Approfittiamo di alcune domande che ci hanno fatto i tuoi fan, il pubblico a cui abbiamo chiesto di proporre qualche domanda.
Dario Janese (collaboratore di Fumettomania Web Magazine) ti chiede: “Raccontaci del tuo rapporto artistico con lo scrittore Neil Gaiman”.

PCR: Questa è una delle collaborazioni più durature di tutta la mia carriera. Voglio dire… sto quasi compiendo 50 anni di carriera e ho cominciato a lavorare con Neil tra il 1991 e il 92, all’interno dell’episodio di Sandman numero 50, meglio noto come Ramadan”. E questa è stata la nostra prima esperienza e non avrei potuto avere un primo impatto migliore, nel lavorare con qualcuno come Neil. Quando scrive una sceneggiatura per i fumetti, spesso tende a tesserla su uno specifico artista, o contatta un artista specifico se la storia lo richiede.

the sandman#50 "distant-mirrors" cover © degli aventi diritti

Quando mi contattò per questa storia, mi disse che aveva appena finito di leggere un libro che avevo realizzato un anno prima, un libro illustrato dal titolo “Il ladro di Baghdad”, e c’erano circa 15 illustrazioni di questo racconto scritto nel 1920 e che gli erano piaciute e che stava scrivendo questa storia ambientata nella Baghdad del mito e che, per via di questo libro, aveva pensato a me per la sua realizzazione. Questo ci ha portato a quasi 30 anni di collaborazione.

the thief of Bagdad, cover © degli aventi diritti

Ha realizzato per me due sceneggiature: Sandman 50 e, in seguito, la storia del personaggio Death “Morte a Venezia”, quasi 10 anni dopo. La storia non era scritta esattamente per me e, se conoscete quel ciclo di racconti, ognuno dei sette familiari era protagonista di una storia, quindi sette artisti diversi. Moebius era l’artista a cui sarebbe toccata questa storia, ma dovette ritirarsi e non poté realizzarla, penso, per problemi di salute. Ad ogni modo, per me era prevista la storia relativa a Destino, l’ultima storia del ciclo di racconti e fui spostato sulla storia di Death. Ovviamente io posso solo immaginare cosa avrebbe potuto realizzare Moebius con questa storia e un po’ mi intimidisce, ma mi sono divertito molto a realizzarla. E quindi abbiamo solo queste due sceneggiature per il fumetto come storie originali.

Tutte le altre collaborazioni come Murder Mysteries, Il Figlio del Cimitero, Norse Mythology, American Gods sono state adattamenti di lavori già realizzati sia come storie brevi, sia come romanzi. Neil si fida di me per adattare i suoi lavori a fumetti. È sempre disponibile se ho qualche domanda e lo contatto.

cover del volume 3 di american gods #3_di david mack © degli aventi diritti

Nel cominciare American Gods, che era un progetto di tre anni, gli chiesi sin da principio se dovessimo includere determinate scene, perché c’era un gran lavoro di selezione da dover operare. American Gods è un romanzo di circa 525 pagine, significava avere circa 600 tavole da realizzare, e questo potrebbe sembrare molto, ma avremmo anche potuto avere 1200 tavole perché la sceneggiatura era molto fitta e c’erano tanti eventi in ogni pagina, da dover trasporre in 7 o 8 immagini. È davvero una sfida, così gli chiesi se avessimo davvero bisogno di quelle scene, e rispose di no, avremmo potuto farne a meno.

pagina estratta da american gods disegnata da Philip Craig Russell © degli aventi diritti

Con un libro così voluminoso, ogni tanto, avevo bisogno di tagliare qualcosa. Così pensai “Okay, non abbiamo bisogno di questo” e poi, 300 pagine dopo ci siamo resi conto che sì… forse il colore di quell’auto era importante. Anzi che l’auto era parte integrante di tutta la trama… Quindi cerchi di tenere a mente il quadro generale del racconto, ma contemporaneamente devi leggerlo riga per riga, cercando di riportarlo ad una struttura grafica.

Il motivo per cui si fida di me è che in uno dei nostri primi incontri, anzi nel nostro primo incontro, mi disse che aveva visto il mio adattamento della storia “Cane rosso”, contenuta ne “Il libro della giungla”, di Rudyard Kipling. Era una storia che avevo realizzato un paio di anni prima e parlava in termini entusiastici proprio del mio aver saputo adattare un testo scritto da qualcun altro in forma grafica. Quindi in virtù di quel racconto, conosceva le mie abilità. Sono di certo contento di aver realizzato “Cane rosso” e che lo abbia visto. Probabilmente la nostra collaborazione non sarebbe nata senza di questo.

Jungle Boks stories, cover © degli aventi diritti

FM: Perfetto, perfetto, Philip. La successiva domanda ce la pone Mario Benenati (curatore del web magazine) : “Le tue opere sono magnifiche e fantastiche. Sei stato particolarmente soddisfatto, dopo aver terminato un’opera? Se sì, quale opera ti ha particolarmente soddisfatto?”

PCR: Sì e no. Molte volte ho avuto ripensamenti dopo che ho realizzato un’opera. La rivedo e penso “Ho perso un’opportunità qui, avrei potuto fare questo, perché non ho realizzato quest’altro…” ma, di solito, è una valutazione personale.

Spero che qualcuno che osserva dall’esterno non veda cosa io penso possa mancare, e che si legga bene la narrazione dell’adattamento. Qualche volta, quando penso che avrebbero potuto esserci altre cose che avrei potuto fare, che avrebbero potuto rafforzare, allora subentra anche il disegno della vignetta, proprio il modo in cui è disegnata e, nuovamente, il dubbio su così tante immagini in una tavola.

Per esempio, quando realizzai “L’anello dei Nibelunghi”, c’erano circa 3300 disegni, ero soddisfatto di alcuni di loro, e altri… avrei voluto ridisegnarli. Effettivamente, negli anni, ho ridisegnato un paio di tavole che avevo realizzato, rielaborandole in versioni completamente nuove. Quindi c’è sempre, ci dovrebbe essere sempre, un certo livello di “insoddisfazione” nel tuo lavoro. Non deve esserci dell’autocompiacimento, deve essere sempre presente la sensazione che tu possa fare di meglio.

E quando mi prendo il merito per qualcosa, è solo perché era il meglio che potessi fare fino a quel momento. Intendo che se questo è il meglio che posso ottenere, per me va bene.

FM: Perfetto, Philip, grazie. Ti facciamo adesso l’ultimissima domanda; se puoi parlarci dei tuoi progetti attuali e prossimi, ovviamente se non sono confidenziali. Se avessi qualcosa da farci vedere, sarebbe fantastico.

PCR: È ormai pubblico che io stia adattando Norse Mythology per Neil Gaiman e abbiamo circa altri 11 artisti che lavorano a questo progetto. Stiamo realizzando qualcosa come quando per “Il figlio del Cimitero”, ho sceneggiato ed abbozzato l’intero racconto e abbiamo trovato altri artisti per le singole storie. Sono a metà del progetto.

Ho realizzato le prime 16 pagine, che è una introduzione di circa 10 pagine che si pensava fosse distribuita come singolo episodio del Free Comic Book Day. Era un’introduzione di 10 pagine all’intera serie ma, per via del lockdown non so come sarà distribuita, anche se è ormai pubblico che stiamo lavorando a questo progetto che sarà composto da 18 episodi.

Ogni episodio sarà autoconclusivo e saranno poi raccolti in tre volumi dopo la loro pubblicazione. Per quello che riguarda altri progetti futuri, ho sempre progetti in corso… nella mia lista è ancora presente da realizzare la mia versione definitiva delle favole di Oscar Wilde.

Fairy tales of Oscar Wilde, cover della prima edizione. © degli aventi diritti

Ci sono nove di queste favole, ne ho realizzate otto a partire dal 1991 e questa è l’ultima che ho nel cassetto sin ora da quasi 20 anni ma… ci sono sempre altri progetti che subentrano e me ne distolgono. Mi piacerebbe terminarla entro il prossimo anno, proprio in occasione dei miei 50 anni di carriera.

Ed ho una serie di canzoni e poemi, formato quotidiano, costituiti da una singola tavola. Dovrei realizzarne 24 di questo tipo, ma sto dimezzando la cifra e dovrebbero essere pubblicate a breve. Ho poi qualcosa qui per voi. Ho appena terminato la copertina per il sesto episodio di Norse Mythology. Ecco qui: questa è per il sesto episodio che realizzerà Jill Thompson, il cui titolo è “Lo strano matrimonio di Freya”.

immagine tratta da "Lo strano matrimonio di Freya" © degli aventi diritti

Come potete osservare nella tavola, i Giganti stanno cercando di ottenere con un baratto Freya, che ha le mele dorate della giovinezza. Quindi è una scena abbastanza insolita per un matrimonio, anche perché la parte divertente è che hanno inviato Thor, travestito da sposa, con il capo coperto da un velo. E, ovviamente, al culmine della storia si rivelerà con il suo martello. Ad ogni modo lei è Freya seduta su tutti i dolci e la torta nuziale che i giganti hanno portato per il banchetto. Lovern Kindzierski sta per colorare questa tavola e la pubblicherò nel mio sito web, una volta terminata.

FM: Allora, Philip, per oggi concludiamo questa breve chiacchierata, non vogliamo toglierti molto tempo.
Da parte di Comics Reporter e Fumettomania, ti ringraziamo e a presto. Ciao, grazie.

PCR: Grazie a voi, arrivederci.

the-godfather's_cavalleria rusticana, cover © degli aventi diritti

BIOGRAFIA PHILIP CRAIG RUSSELL

Philip Craig Russell, nato in Ohio, definito il maestro Barocco del fumetto, ha studiato pittura presso l’Università di Cincinnati, prima di entrare nel genere dei fumetti horror nel 1972, come assistente di Dan Adkins. Ha pubblicato una serie di 11 numeri su Amazing Adventures e ha realizzato una successiva graphic novel con “Killraven” con lo scrittore Don McGregor. Ha poi lavorato con Roy Thomas su un adattamento comico delle storie di “Elric” di Michael Moorcock, iniziando con “The Dreaming City” nel 1982, e seguito un anno dopo da “Elric of Melibone”, che è stato sceneggiato da Thomas e Michael T. Gilbert. Craig Russel ha continuato ad adattare le opere per i fumetti, come il “Parsifal” di Wagner e il “Flauto magico” di Mozart, nonché “Pelias”, “Mellisande” e “Salome”, che sono stati pubblicati principalmente nella serie Night Music di Eclipse. Fumetti tra il 1984 e il 1990.

Ha anche realizzato i disegni per il racconto “Sandman” di Neil Gaiman “Ramadan” e il primo racconto in “Sandman: Endless Nights”, e ha inoltre adattato il racconto di Gaiman “Murder Mysteries” e il racconto per bambini “Coraline” in formato fumetto.

Symbolist fantasies and other things © degli aventi diritti

Per la NBM Publishing, Russell ha adattato le fiabe del “Libro della giungla” di Oscar Wilde e Rudyard Kipling ai fumetti. Dark Horse ha pubblicato il suo adattamento de “L’anello del Nibelungo” di Wagner, che l’artista definisce la sua opera maestra. Il suo prossimo lavoro si intitola “The Norse Mythology” scritto da Neil Gaiman che verrá ripubblicato dalla Dark Horse in autunno.

Visita il sito: https://www.artofpcraigrussell.com/



NOTE EXTRA

IL VIDEO DELL’INTERVISTA a Philip Craig Russell.

Nel caso non appaia l’anteprima del video ecco il link da digitare e/o cliccare per vederlo sul canale You Tube di Comics Reporter:

https://youtu.be/UpL6K8Beb4k


LE ALTRE “QUATTRO CHIACCHIERE”

Prima intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-ariel-olivetti/

Seconda intervista  – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-nicola-mari/

Terza intervista  https://www.fumettomaniafactory.net/ann-nocenti-scambia-quattro-chiacchere-con-filippo-marzo/

Quarta intervista — https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-howard-chaykin/

Quinta intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/quattro-chiacchiere-con-walt-simonson/

Sesta intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-a-sal-velluto/

Settima intervistahttps://www.fumettomaniafactory.net/il-fantasy-di-charles-vess-intervista/

Ottava intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/250-volte-savage-dragon-intervista-a-erik-larsen/

Nona intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/dal-bianco-e-nero-al-colore-intervista-a-lucio-parrillo/

Decima intervistahttps://www.fumettomaniafactory.net/lintervista-bob-mcleod-un-vero-gentiluomo-del-fumetto/

Undicesima intervista https://www.fumettomaniafactory.net/intervista-allo-scrittore-peter-david/

Dodicesima intervista – https://www.fumettomaniafactory.net/italiani-protagonisti-dei-comics-usa-intervista-allo-marco-santucci/


BIOGRAFIA/BIOGRAPHY

Filippo Marzo nasce nel 1975, grande appassionato fin da piccolo di cartoni animati e fumetti, da Topolino a Sturmtruppen fino a Beetle Bailey. Crescendo i suoi gusti si spostano verso i super eroi e il connubio durerà per moltissimi anni.

Collaboratore con fanzine locali, diverse fan page e siti con contenuti cinematografici, visto che il cinema è un’altra sua passione. Piccolo collezionista di opere originali  è curatore di due mostre di sketchbook di disegnatori di comics negli anni ’90, sposta ancora una volta i suoi interessi verso il fumetto maturo e dai contenuti artistici sopraffini, con un occhio di riguardo alle case editrici indipendenti, come Eclipse, Tundra, Fantagraphics e Dark Horse.

Fan delle opere di Bill Sienkiewicz, Mike Mignola e John Byrne.

Da  qualche anno reporter e corrispondente dall’estero per quanto riguarda Comic Convention che hanno luogo in Messico e negli Stati Uniti.

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